Si chiama Flexrem ed è la startup nata a novembre 2023 che si propone di innovare l’ambito del remote e hybrid working rivolgendosi fin dall’inizio al mercato globale di utenti e aziende. Negli ultimi 4 mesi Flexrem ha iniziato a ospitare diverse decine di migliaia di opportunità lavorative e utenti a livello internazionale. E’ stata fondata da Luca Tamburrino e Fabio Pulvirenti ed è un marketplace di opportunità e servizi B2B & B2B nel nuovo mondo del lavoro remote and hybrid work.
La missione di Flexrem è costruire un nuovo work-life balance sia per l’attuale forza lavoro globale sia per le aziende partendo dalla sua base e fondamenta che è rappresentata dalla generazione di opportunità di lavoro flex e remote per poi incontrare nuove tematiche di servizi che saranno a breve online e disponibili sia per gli utenti che per le aziende.
Flexrem intende ripensare il modo in cui le aziende e i professionisti remoti si connettono, con la missione di creare interazioni di continuità nel mondo del lavoro remoto e ibrido sfidando i confini geografici tradizionali e i modelli di reclutamento superati.
E’ suddivisa in 4 diverse iterazioni di prodotto. Attualmente si trova nella sua prima fase, quella del recruiting senza però essere una job board, la startup ha creato un innovativo modello di ricerca avanzata di offerte lavoro con uno specifico algoritmo che ha come chiave tre chiavi di ricerca come pattern: how, where, what.
L’utente in questo modo non potrà cercare come job title, ma potrà iniziare la sua ricerca di opportunità tramite la modalità di come vorrebbe ricercare e Flexrem qui offre 5 innovative modalità: Hybrid, Remote Country, Remote Countries, Anywhere, Business Area. Successivamente, in base al suo how selezionato, troverà una automazione sul where di ricerca e l’utente potrà inserire il suo job title.
Flexrem sta inoltre introducendo sul mercato una prima versione di Matching di IA e LLM per migliorare la qualità e l’ottimizzazione delle offerte lavoro ricercabili. Questo creerà un modo nuovo per definire il what e how, non limitandosi solo al job title che una persona sta cercando. Attraverso questa tecnologia, si va a definire un nuovo standard per il matching lavorativo, dove “how e what” diventano un’estensione del desiderio di ogni persona di scoprire nuovi orizzonti lavorativi inesplorati.
Lavoro ibrido, flessibile, internazionale
Lo stesso modello è stato creato per le aziende quando condividono le loro offerte lavoro tramite una specifica job spec dove devono validare i requisiti e valori dell’offerta flex o remote. Le aziende hanno inoltre accesso a una application tracking system creata da FlexRem, una pagina aziendale costruita sul valore dei perk e benefit disegnati per il remote worker, e numerosi dati ed insights sul loro employer branding e recruiting activity su Flexrem. Tutto questo pagando 29,90 euro al mese per ogni singolo job slot.
Attualmente il 44% degli utenti di Flexrem applicano a una offerta lavoro remote o flex nel mondo dopo essere arrivati sulla piattaforma.
“Abbiamo creato Flexrem perché abbiamo come missione quella di poter migliorare la qualità del work-life balance delle persone nel mondo e dare la possibilità alle aziende di poter trovare i loro migliori talenti, freelance ed employee, senza nessun confine e barriera – dice a Startupbusiness Luca Tamburrino, co-fondatore di Flexrem – . Il concetto di work-life balance, confini e barriere crea associazioni con altre tematiche che sono assolutamente nuove nell’attuale mercato del lavoro come le numerose agevolazioni fiscali create dai vari Paesi internazionali, digital nomad visa, payroll, compliance, employer or record, company re-trip, insurance, remote advisor per poi arrivare al ‘workation’, persone libere di poter viaggiare lavorando. Oltre a tantissime altre come chiavi di lettura e implementazioni. Noi siamo partiti dalla creazione delle fondamenta di questa grande casa aperta chiamata Flexrem. Ovvero siamo partiti dall’innovazione della ricerca lavoro e della ricerca dei talenti tramite un messaggio che è: ‘Now you can choose how and where do you prefer to work’. L’abbiamo fatto analizzando da fine novembre diversi migliaia di data point dell’attuale mercato lavoro e del suo futuro, delle richieste e necessità più importanti da parte degli utenti, e delle sfide che un sistema così richiesto comunque porta. Per darvi una sintesi trasparente questi sono stati i dati più importanti per noi: nel 2024, la distribuzione dei lavoratori si è stabilizzata con un 14% di lavoratori completamente remoti, un 57% in ufficio e un 29% ibrido. Il 98% dei dipendenti preferisce una qualche forma di lavoro a distanza [Forbes]; il 16% delle aziende a livello globale è completamente remoto, mentre il 63% offre un’opzione ibrida o remota [Owl Labs]; le politiche di lavoro a distanza consentono alle aziende di attingere a pool di talenti globali, con il 50% che assume da diversi continenti [Remote.co]; assumere a livello globale è più facile che mai: il 70% delle aziende utilizza il lavoro a distanza per accedere ai talenti di tutto il mondo [SHRM]. E ancora: il lavoro a distanza non è privo di sfide. Un’indagine di Owl Labs ha rivelato che la solitudine è una preoccupazione significativa per i lavoratori a distanza, con il 22% che la cita come la sfida più grande [Owl Labs]; il lavoro a distanza fa risparmiare ai dipendenti in media 100 ore all’anno di spostamenti [Business Insider]; nonostante i vantaggi, il lavoro da remoto comporta delle sfide. Un rapporto ha rilevato che il 35% dei dipendenti remoti ha problemi di equilibrio tra lavoro e vita privata [Buffer]; il lavoro a distanza non fa bene solo a voi, ma anche al pianeta. Il telelavoro può ridurre le emissioni di carbonio fino a 54 milioni di tonnellate all’anno [Global Workforce Analytics]; la domanda di immobili con uffici in casa aumenta dell’80%, rimodellando il mercato immobiliare [Realtor]; l’assicurazione per i nomadi digitali è in piena espansione: copre la salute, i viaggi e l’attrezzatura per uno stile di vita a distanza senza preoccupazioni [Insurance Business Magazine]. Vogliamo creare uno spazio digitale polivalente per farlo diventare lo spazio ideale per remote & flex worker e aziende e nelle prossime settimane condivideremo le prossime iterazioni di Flexrem come prodotto e sua strategia di mercato e cos’altro ospiterà al suo interno per risolvere tante necessità mutevoli dell’attuale mercato del lavoro. Quello che è certo è che sempre più persone cercano più tempo per loro, per avere un nuovo equilibrio con il lavoro. Dire che posso effettivamente solo lavorare in un Paese o città specifica o, al contrario, assumere persone solo in un determinato contesto geografico è qualcosa che non è più razionale come pensiero per molti settori lavori e industry. E’ logico invece poter scegliere liberamente dove e come poter lavorare”.
“Siamo entrati in una nuova era per il mercato del lavoro, un’epoca caratterizzata da una globalizzazione delle opportunità lavorative. Quello che un tempo era un percorso chiaro e ben definito, fatto di diritti dei lavoratori, stipendi, benefici e pensioni, si è trasformato, arricchendosi di innumerevoli varianti. Questa evoluzione è stata spinta da un ampliamento delle possibilità offerte dal mercato, che ora va ben oltre i confini locali: Il mercato del lavoro globale – aggiunge Fabio Pulvirenti, co-fondatore di Flexrem – . Di fronte a noi, si apre un bivio: possiamo scegliere di rimanere ancorati al nostro mercato del lavoro locale, un sistema che, nonostante alcune difficoltà, offre protezioni e linee guida su come navigare la ricerca di impiego. Oppure, possiamo esplorare questo nuovo panorama globale del lavoro, ricco di possibilità ma anche di sfide, in cerca di opportunità che prima erano inimmaginabili. Ogni giorno, milioni di persone si trovano di fronte a una scelta cruciale: privilegiare la carriera professionale o garantirsi una vita equilibrata al di fuori del lavoro. Attualmente, gli strumenti a disposizione per la ricerca di impiego sembrano focalizzarsi maggiormente sul numero di candidature piuttosto che sulla qualità dell’abbinamento tra candidato e azienda. Questi sistemi tendono a evidenziare ciò che le aziende cercano in un potenziale dipendente, trascurando di fornire informazioni essenziali su ciò che effettivamente il lavoro comporta dopo l’assunzione. Dopo aver incontrato Luca Tamburrino, la mia esperienza lavorativa internazionale, la mia affinità con la tecnologia e la mia inclinazione all’innovazione si sono fuse in questa idea. Ho capito di avere tutto il necessario per creare qualcosa di importante a livello sociale: uno strumento che può trasformare il modo in cui le persone trovano il lavoro, partendo dai loro desideri. L’obiettivo è offrire a tutti la possibilità di scoprire un’occupazione che non solo sia gratificante e ricca di emozioni e benefici, ma che lasci anche spazio alla felicità e alla soddisfazione nella vita fuori dal lavoro”.
(nota per il lettore: Luca Tamburrino è anche collaboratore di Startupbusiness e insieme al direttore della testata ha recentemente pubblicato il libro ‘Cosa e dove: strategie digitali di ricerca del lavoro’ edito da Franco Angeli)
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