Fintech, cosa fa Euclidea, la startup che investe i risparmi delle persone

Si chiama Euclidea, è operativa ufficialmente dal 2 gennaio 2017 e investe i risparmi delle persone. Euclidea è una startup (italiana) che, come spesso avviene nell’ambito fintech, si è a lungo preparata prima del lancio. “Il nostro business – dice a Startupbusiness il Ceo Mario Bortoli – è investire i risparmi delle persone, quindi ci rivolgiamo al mercato retail e ci proponiamo come alternativa alla banca o alla rete di promozione finanziaria. In particolare ci rivolgiamo a persone che già sanno cosa significa investire e che magari sono delusi dalle performance degli strumenti più tradizionali”. Euclidea è stata fondata da tre soci, tutti provenienti dal settore della gestione del risparmio, quindi con esperienza solida del settore, oltre a Mario Bortoli ci sono Giovanni Folgori che è il chief investment officer e Luca Valaguzza che è il chief product officer. “Abbiamo deciso di concentrarci su clientela che già investe perché la nostra proposta commerciale risulta più efficace facendo leva su nostra credibilità e sul fatto che i nostri costi sono meno della metà rispetto agli strumenti tradizionali, oggi sul mercato a parità di qualità del servizio possiamo affermare che i costi di Euclidea sono molto più bassi di chiunque – spiega il fondatore e Ceo – Gestiamo non solo ETF (Exchange Traded Fund, ndr) che sono le cose normali che fanno oggi tutti i robot advisor, noi gestiamo anche fondi di investimento e per noi questo è elemento qualificante perché lavorando con fondi attivi e passivi che investono in mercati globali selezionati in base al merito possiamo proporre ai nostri clienti una grande differenziazione degli investimenti”. Euclidea al fine di rendere il suo servizio ancora più completo e adatto alle varie tipologie di investitori ha definito sette profili di clienti in base al livello di rischio, conta a oggi circa 30 clienti con un ammontare complessivo investito pari a circa 5 milioni di euro e consente di partire con investimenti minimi da 10mila euro democratizzando così l’accesso alla gestione professionale del risparmio grazie all’utilizzo efficace e intelligente delle tecnologie. I costi per i clienti sono pari allo 0,7% all’anno per investimenti tra i 10 e i 100 mila euro, allo 0,55% all’anno per investimenti tra i 100mila e il milione di euro e dello 0,4% per investimenti sopra il milione di euro e comprendono tutte le voci, con la sola esclusione di quelle fiscali che non dipendono dall’operatore, ma non vi sono commissioni di ingresso, di uscita o legate alle performance. Euclidea oltre ai tre soci operativi conta nella compagine anche Roberto Condulmari e Marco Corradino, ha un capitale versato di quattro milioni di euro e ha già ricevuto interesse da parte di nuovi investitori: “ devo dire che è un periodo buono per noi – afferma Bortoli – , ci sono già fondi che vorrebbero entrare, nel corso del prossimo mese ridefiniremo piano triennale della società e valuteremo insieme ai soci se aprire il capitale ad altri, tenendo conto che i soci attuali hanno in programma di versare un altro milione entro l’anno in coso. Faremo quindi le opportune riflessioni anche valutando la possibilità di un’accelerazione della crescita a fronte dell’interesse verso Euclidea che stiamo registrando sia dal mercato sia dagli investitori”. Secondo i piani la società, che punta in modo deciso sull’efficacia dell’execution, sarà in break even entro tre anni con una massa in gestione vicino ai 500 milioni di euro, obiettivo che intente raggiungere operando sul mercato italiano di tipo retail anche se non si escludono né iniziative di tipo business to business né internazionalizzazione, due traiettorie di espansioni possibili ma al momento ancora non attuate. Dal punto di vista normativo Euclidea è una Sim (Società intermediazione mobiliare) di gestione con detenzione. Ha uno staff di 14 persone di cui quattro operano nell’area tecnologica, ci sono poi le operazioni, il marketing, il customer care : “ i nostri clienti si interfacciano con noi tramite il sito, che automaticamente risponde a tutte le domande, ma se si desidera parlare con uno del nostro staff c’è il customer care che è composto da cinque persone in tutto – aggiunge Bortoli -.  Abbiamo in programma di espandere l’organico ma prima dobbiamo valutare quali aree ed esigenze cresceranno di più. Da un punto di vista commerciale abbiamo due canali: l’online dove inizieremo dal mese prossimo con attività di pubblicità e il canale fisico che riteniamo altrettanto importante ed è per questo che abbiamo scelto una bella sede in centro a Milano in modo che i clienti o potenziali tali che desiderano venirci a trovare possono farlo, in questa sede faremo anche eventi con una certa regolarità per farci conoscere meglio, il nostro ufficio vuole essere un ulteriore simbolo della trasparenza di Euclidea”. La trasparenza è la parola chiave per Euclidea, il sito per esempio offre un chiaro servizio di diagnosi degli investimenti consentendo a chi lo desidera di fare una simulazione di investimento senza nemmeno dovere lasciare i propri dati ma semplicemente rispondendo a poche domande e ottenendo un ipotetico prospetto altamente personalizzato. “Anche nella scelta del nome abbiamo voluto differenziarci – continua il Ceo – abbiamo scelto un nome femminile che nel settore della finanza è cosa non comune, un nome che ricorda Euclide con i suoi principi di geometria classica che sono patrimonio di tutti e che hanno valore nel tempo, un nome che funziona anche in lingua inglese un nome che, inoltre, corrispondeva a un dominio .com ancora non utilizzato”. La società ha ricevuto l’autorizzazione da Consob il 17 novembre scorso benché la richiesta è stata sottoposta alla Commissione nazionale per le società e la borsa nel marzo precedente: “idealmente ci sarebbe certo piaciuto ricevere l’autorizzazione in tempi più brevi ma devo dire che tutto l’iter è stato fatto in modo ragionevole e anche tutte le domande che ci hanno fatto sono state più che ragionevoli e sensate, se fossi stato io la Consob avrei chiesto le medesime cose, del resto noi siamo una realtà nuova che non è parte di un gruppo bancario e tutto considerato i tempi per ottenere l’autorizzazione sono più che accettabili. Dobbiamo anche considerare che questo procedimento rappresenta anche una barriera di ingresso e siccome gestire i patrimoni delle persone è attività delicata e vitale anche dal punto di vista sociale, e giusto che vi sia un controllo per stabilire se chi decide di prendersi questa responsabilità sia competente, solido e serio”. Euclidea ha sviluppato la sua piattaforma software preferendo strumenti open source sviluppando internamente molte componenti, sta sviluppando un magazine all’interno del sito per condividere con chiunque sia interessato temi, notizie e opinioni relative al mondo degli investimenti finanziari, e prevede di arrivare a una massa investita di 50 milioni di euro entro un anno e di fatturare almeno un milione di euro entro il 2018.

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