Questa condizione mentale, spesso difficilmente riconoscibile, è molto comune tra tutti i lavoratori, anche dipendenti, rappresenta una fonte di stress e disagio e un vero e proprio ostacolo all’avanzamento e all’evoluzione del proprio percorso lavorativo, che nel caso della startup è la strada che deve fare l’impresa.
Secondo uno studio commissionato da Yoopies, piattaforma europea per l’assistenza all’infanzia e alla persona, l’impatto del mental load può essere praticamente devastante: da un lato porta alla perdita di efficienza, rallentamento nello sviluppo dei progetti e delle missioni, distrazione e stanchezza, con conseguente compromissione della carriera; dall’altro, compromette anche tutte quelle relazioni che ci caricano di impegni e che sono alla base del mental load. Insomma, un circolo vizioso pericolosissimo.
Lo studio, effettuato da Yoopies in collaborazione con LabRH, ha interessato 1300 lavoratori dipendenti, di ambo i sessi e appartenenti a differenti settori e fasce di età, ecco cosa è emerso:
– Quasi tutti i dipendenti (94%) gestiscono almeno un aspetto della loro vita privata sul lavoro e l’86% vi consacra un lasso di tempo compreso tra 30 e 180 minuti a settimana. Fra questi, 1 su 10 dedica addirittura più di tre ore alla settimana a tali mansioni.
– Le questioni riguardanti i figli (78%) e le difficoltà personali (73%), come il divorzio o il trasloco, sono in cima alla lista dei problemi privati gestiti sul lavoro.
– Il 67% dei dipendenti ritiene che questi oneri perturbino la propria efficienza lavorativa, l’87% si dichiara considerevolmente stressato dagli stessi, mentre il 44% afferma che il Mental Load sia la causa scatenante del proprio ritardo sulle missioni e i progetti lavorativi da svolgere.
– 1 dipendente su 5 ha già avuto difficoltà con i propri superiori derivanti dalla gestione dei problemi personali, e quasi uno su tre ritiene che questi imperativi abbiano avuto un impatto negativo sullo sviluppo della propria carriera.