Fondata nel 2022 a Berlino da Gaia Salizzoni e Vittoria Brolis, Hale ha recentemente ottenuto un finanziamento di 350.000 euro. Il round è stato guidato da Vento, il capitolo italiano di Exor Ventures, ma hanno contribuito altri importanti investitori italiani, tra cui B Heroes, Delirus Capital, StartupGym, Moonstone Fund, e un gruppo di investitori privati come Luca Foschini (fondatore di Evidation Health), Francesco Zaccariello (fondatore di eFarma), Alice Ravizza (esperta di dispositivi medici) e Veronica Diquattro (Global Markets di DAZN, ex Google e Spotify). L’investimento sosterrà il lancio di Hale in Italia e in Europa, a partire da un’applicazione di supporto per la gestione dell’assistenza domiciliare che permette ai pazienti di ricevere un piano di assistenza domiciliare personalizzato, di connettersi con una comunità privata e di monitorare il proprio benessere su base giornaliera. Presto sarà possibile ricevere consigli personalizzati basati sui dati, richiedere consulenze con gli esperti e condividere informazioni con l’équipe medica del paziente. Hale integra le terapie tradizionali migliorando l’aderenza del paziente, aggiungendo il necessario supporto psico-sessuale e fornendo informazioni rilevanti per i pazienti e le équipe mediche.
Un problema diffuso ma poco considerato
La startup, di cui abbiamo già parlato in precedenti articoli, si concentra su un problema comune ma spesso ignorato: il dolore pelvico nelle donne. Una donna su quattro donne soffre regolarmente di questo problema, spesso dovuto a patologie come l’endometriosi, vulvodinia o un pavimento pelvico teso. Queste condizioni non sono ben comprese e non esiste cura garantita, il che può avere un impatto significativo sulla vita di una donna. Il dolore può causare difficoltà nel sul lavoro, durante l’attività sessuale e nella routine quotidiana, incidendo sul benessere fisico, mentale ed emotivo della donna. Molte pazienti non ricevono il trattamento e il supporto di cui hanno bisogno a causa di diversi problemi strutturali. Tra questi, la mancanza di ricerche sufficienti su queste condizioni (rappresentativo del divario di genere nella ricerca medica), la carenza di specialisti, le opzioni limitate per la diagnosi e il trattamento e i costi non sostenibili per i pazienti, Le fondatrici di Hale, che sono anche pazienti, sanno per esperienza personale quanto può essere debilitante il dolore e quanto sia difficile accedere al giusto supporto. “Ci sono voluti anni per ottenere la diagnosi giusta e, lungo il percorso, abbiamo provato trattamenti e procedure che non hanno funzionato. – racconta in una nota stampa la cofondatrice Vittoria Brolis. “Abbiamo messo insieme un team di esperti in ginecologia, fisioterapia, urologia e psicoterapia. Con il loro aiuto, siamo arrivati a un punto di di equilibrio”. “I sistemi sanitari devono massimizzare le risorse, affrontare le inefficienze e personalizzare i percorsi di salute”, spiega ancora Gaia Salizzoni, cofondatrice del progetto.”La tecnologia giocherà un ruolo cruciale nel decentralizzare le cure attraverso l’assistenza domiciliare, il coinvolgimento del paziente e il monitoraggio a distanza” “Essere digitali significa innanzitutto utilizzare i dati per comprendere il nostro contesto. Quando si tratta di salute delle donne, ogni nuovo dato è essenziale per fare un passo avanti”.
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