Venticinquemila utenti e 100 mila pagine visitate: sono i primi dati che misurano l’impatto di Etalia, innovativa piattaforma per la distribuzione di contenuti digitali, sul mercato italiano a un mese dal lancio. Innovativa sopratutto del modello di business che riporta al centro l’utente-editore cui si offrono diverse opportunità di revenue sharing derivanti da contenuti e adv.
Ad Aldo Daghetta, socio fondatore di Etalia e Country Manager di Etalia Italy, Startupbusiness ha rivolto alcune domande.
I risultati raggiunti fino a ora sono coerenti con i vostri piani di sviluppo?
Come nelle migliori storie delle start up difficilmente quanto previsto nel Business Plan si realizza poi davvero…
Al momento noi stiamo cercando di di migliorare l’esperienza d’uso della piattaforma per garantire un utilizzo più semplice per gli utenti. Siamo online da poco più di un mese e abbiamo quindi bisogno di tempo per farci conoscere e crescere
Quale è la prima tipologia di utente che siete riusciti a colpire?
Etalia è molto utilizzata soprattutto da utenti produttori di contenuti: questo target utilizza attivamente la piattaforma quotidianamente, producendo contenuti originali o anche riaggregando in nuovi Journal contenuti già presenti. In parallelo ci sono gli utenti lettori: per loro stiamo rivedendo l’esperienza di lettura sulla piattaforma, per offrire strumenti immediati e semplici che li guidino in questo percorso. A breve on line si potranno sperimentare le prime novità.
Quali sono le metriche che dovete raggiungere per diventare “profittevoli”?
Il successo di Etalia, come per tutte le piattaforme digitali, é legato al numero di persone che la utilizzano perché da questo deriva l’interesse degli inserzionisti e delle aziende a cui possiamo offrire servizi dedicati. C’é poi anche il numero di fonti di contenuti a disposizione dell’utente, ma questo é un dato in continua crescita ed espansione sia in italiano sia in inglese
La piattaforma è in italiano e inglese, anche le attività di marketing sono rivolte all’estero?
Da subito Etalia ha avuto un approccio internazionale; anche se la prima fase di lancio si è concentrata sull’Italia, abbiamo iniziato a sviluppare rapporti con giornalisti e influencer del mondo statunitense e inglese. Abbiamo quindi sviluppato degli strumenti di comunicazione in inglese: i nostri due video (uno istituzionale e una infografica) sono stati realizzati nelle due lingue; l’attività di ufficio stampa e digital pr è rivolta anche all’estero. Cerchiamo di tener vivo l’interesse su di noi dal momento che nasciamo subito con questa intenzione e speriamo presto di poter lavorare attivamente sul territorio americano.
Chi considerate un vostro competitor?
Sul mercato ci sono tanti aggregatori di news ma di fatto Etalia offre una esperienza diversa, ne siamo una evoluzione più completa. Quindi siamo abbastanza unici nel panorama internazionale proprio per il modo in cui siamo nati: una piattaforma per le news on line ma con un ben preciso modello di business, che tra l’altro abbiamo già brevettato negli Stati Uniti.
Il vostro principale punto di forza?
Etalia è nata da un lungo processo di sviluppo, perchè abbiamo cercato di sintetizzare in un unico ambiente tante funzionalità che oggi si trovano in applicazioni diversi. Con Etalia l’utente accede a un ecosistema dell’informazione, potendo muoversi su più livelli in base al grado di utilizzo che vuole perseguire.
La startup ha attualmente un team di 10 persone e sede a Lugano. Oltre al focus sulla user experience della piattaforma, Etalia è al momento impegnata in una serie di workshop in giro per l’Italia finalizzati a illustrare l’utilizzo e le potenzialità della piattaforma. Inoltre la società sta cercando di trovare un bridge round di piccola entità per le attività di marketing, in attesa dello step successivo: secondo round negli Stati Uniti.
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