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Tre trimestri da record consecutivi: il 2018 è stato un anno di grande successo per Mamacrowd, la piattaforma di equity crowdfunding di SiamoSoci, che guida la classifica delle piattaforme italiane per capitale raccolto (12milioni di euro dalla sua nascita), percentuale di successo (90%) e numero di campagne finanziate (37). Il suo modello è centrato, la sua ‘formula magica’, come ci aveva detto il suo Ceo Dario Giudici in questa intervista, basata su alta selettività nella scelta delle startup per le campagne, comunicazione attenta, allargamento del pubblico di investitori, strategie che l’anno portata a un success rate che sfiora il 90%. E al moltiplicarsi delle campagne: solo nell’ultimo trimestre 9 campagne chiuse con successo, pari al 26% delle campagne chiuse complessivamente in Italia tra luglio e settembre. Nove campagne chiuse quasi tutte in overfunding, tra cui i Fidelity House, che ha ottenuto 652.000 euro (260% di overfunding) e MyCookingBox, la startup, entrata anche nel programma Amazon Launchpad, che ha raggiunto 533.000 euro su Mamacrowd, con il 267% di overfunding.
Ma come vengono selezionate le startup per le campagne su Mamacrowd?
‘Abbiamo due criteri maestri – ci aveva detto Dario Giudici – listiamo solo startup che vengono dal nostro network di incubatori e acceleratori d’impresa, che conta 43 partner, soggetti esperti che già prima di noi hanno fatto processi di selezione molto intensi e che hanno già investito di fatto in queste startup, con i loro servizi e il loro supporto. Questo significa che già andiamo ad agire in un sottoinsieme piccolo (circa il 2-3%) rispetto al numero di startup italiane, un distillato che crediamo sia la nicchia dell’eccellenza. Al di fuori di questo canale, l’altro criterio è che siano startup già sul mercato.
Se non c’è la validazione del partner, ci deve essere almeno la validazione del mercato, cioè la startup deve avere un prodotto definito che il mercato apprezza, quindi fatturare. A questo punto poi si valuta se ci sono gli estremi per fare una campagna di successo.
Oltre all’accesso alla piattaforma tecnologica, che altro tipo di supporto offre il team di Mamacrowd alle startup?
‘Il nostro ruolo è sopratutto legato alla comunicazione – continua Giudici – noi aiutiamo le aziende a presentarsi al mercato degli investitori sulla piattaforma. Non è una cosa banale, anche aziende molto buone con manager molto capaci non sono necessariamente esperte nel valorizzare quello che stanno facendo verso un pubblico di investitori spesso inesperti. C’è un grande esercizio di semplificazione da una parte e di trasparenza e completezza delle informazioni dall’altra, per costruire un set informativo e trovare modalità di comunicazione adeguate, anche attraverso video, webinar, tutti i formati e tecnologie che si possono mettere in campo, per fare arrivare all’investitore potenziale il messaggio su: quale valore questa azienda porta sul mercato e quale valore l’investimento genererà per lui, per gli azionisti. E’ questo che l’investitore vuole sapere! Io ti do dei soldi, ti aiuto con la mia finanza a mandare avanti la tua azienda, mi aspetto un ritorno di valore che tu dovrai creare usando bene i miei soldi.’
Puoi rileggere tutta l’intervista integrale a Dario Giudici su questa pagina.
Il boom dell’equity crowdfunding
In Italia durante il terzo trimestre 2018 sono state chiuse 34 campagne di equity crowdfunding, mentre dall’ inizio dell’anno si tocca quota 88 (contro le 50 chiuse nell’intero 2017 dalle 9 piattaforme attive), un quarto delle quali finanziate tramite Mamacrowd. Il terzo trimestre 2018 è stato record anche per il mercato italiano con 11.9 milioni di euro di capitale raccolto: da gennaio sono stati raccolti 26 milioni di euro, oltre il doppio di quelli raggiunti durante tutto l’anno precedente (11.7 milioni di euro nel 2017). ‘I numeri, che incrementano trimestre dopo trimestre, parlano chiaro: il 2018 è l’anno dell’equity crowdfunding, che sta ottenendo sempre più attenzione da parte non soltanto degli investitori ma anche delle PMI, che vedono nella raccolta capitali in cambio di quote societarie un’opportunità importante per fare network e crescere, sia a livello nazionale che internazionale – sottolinea Dario Giudici.
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