E’ giusto. Una exit da 450 milioni di dollari deve fare notizia. Soprattutto se si tratta di una società biotecnologica che ha lavorato a un nuovo farmaco e che è frutto di intuizione e delle capacità di ricercatori e manager italiani. La notizia è un fatto importante, da fiducia, da energia, da speranza, da voce e visibilità agli artefici del progetto e li pone sulla ribalta dandogli la possibilità di utilizzare le risorse e la fama per portare nuovo contributo all’intero ecosistema di chi le aziende innovative continua a farle nascere, crescere anche se è ancora lontano dalla potenziale exit multimilionaria.
Tutto bene, un deal strepitoso, e complimenti a chi l’ha fatto e a chi ci ha creduto. Complimenti alle persone che hanno giocato la partita, complimenti agli italiani ma anche ai francesi e agli olandesi. Insomma un gran successo ma un successo che non è solo italiano. Reputo positivo il vedere risorse, capacità, disponibilità finanziaria proveniente da diversi Paesi, mettersi insieme e lavorare a un progetto unico, questa sinergia e collaborazione tra diversi soggetti di diversi Paesi è a mio avviso perfino più importante del poter parlare della ‘più grande exit italiana dai tempi della quotazione di Tiscali’. È una exit europea, è una exit che da forza alla capacità europea di creare innovazione e di trasformare tale innovazione non solo in benefici ma anche in business di grande potenziale. Saremo felici di iniziare a vedere il fondatore di Ethical Oncology Science (Eos) Silvano Spinelli partecipare a eventi e incontri per raccontare la sua ricetta del successo, ma lo saremo ancora di più sapendo che il lavoro che Spinelli ha fatto porterà meno sofferenze a chi è affetto delle malattie che il suo farmaco curerà in tutto il mondo.
Pensare al successo della società milanese Eos (qui i dettagli dell’operazione raccontati da AboutPharma) come a una exit di respiro europeo è ancora più efficace che considerarla solo italiana, così come è sperare che le plusvalenze che gli investitori hanno ottenuto con questa operazione – comprese quelle italiane di origine pubblica – saranno subito, totalmente e senza indugio investite per sostenere altri ricercatori e altri imprenditori che la strada di Spinelli l’hanno imboccata e la stanno percorrendo.
Le storia di Eos è piuttosto interessante, già nel 2009 Silvano Spinelli rilasciò una intervista per Innov’azione che pubblichiamo qui di seguito in cui racconta la genesi e lo stato del suo progetto in un momento fondamentale per la società che aveva proprio all’inizio di quell’anno ricevuto il round A da 8,2 milioni di euro come riportò sempre Innov’azione.
Poi già nel 2012 ci fu una importante operazione con i francesi come scrisse all’epoca il sempre attento Massimo Sideri sul Corriere della Sera che ha ricostruito il tutto dando, sempre sul Corriere della Sera, la notizia dell’operazione.
Qui di seguito l’intervista a Silvano Spinelli fondatore, amministratore delegato e presidente del Consiglio di amministrazione di Eos (Ethical Oncology Science) raccolta nel maggio del 2009 per Innov’azione che aiuta a conoscere un po’ più da vicino i punti di forza e le criticità non solo dei Eos ma del significato di fare impresa innovativa.
D. Come nasce l’idea e quindi l’azienda
EOS S.p.A. (Ethical Oncology Science) è una società biofarmaceutica operativa dal giugno 2006. Fondata da un gruppo di manager con una pluriennale esperienza industriale nella ricerca e sviluppo di farmaci, è nata per promuovere, finanziare e sviluppare progetti di ricerca etici e innovativi in campo oncologico che abbiano la potenzialità di produrre significativi miglioramenti nelle terapie e nelle condizioni di vita dei pazienti con tumore. In sintesi, EOS, dopo aver riunito al suo interno manager e ricercatori con ampie competenze in ambito preclinico, clinico e farmaceutico, si è data come missione quella di trovare progetti e prodotti innovativi in campo oncologico e di “traghettarli” dalla cosiddetta fase di sviluppo preclinico a quella clinica in cui si dimostra l’efficacia del prodotto nel paziente, lasciando ad altri la ricerca di base a valle, la registrazione e la commercializzazione a monte.
D. Quali sono le caratteristiche innovative dell’idea? Ci sono brevetti?
A differenza di quanto avviene di solito per le società biotech che nascono per portare a fruizione un’idea innovativa, una nuova metodologia o uno o più farmaci potenzialmente validi, EOS ha basato la sua forza sulla riconosciuta esperienza del management per avviare, praticamente da zero, una ricerca e selezione di progetti o prodotti che suscitasse l’interesse di finanziatori e che portasse alla scoperta di nuovi farmaci per la cura dei tumori. In particolare, EOS ha rivolto la propria attenzione verso prodotti che andassero a colpire un bersaglio molecolare chiaro e definito (la cosiddetta terapia mirata nei confronti di un bersaglio tumorale specifico) e non verso molecole con un meccanismo d’azione antitumorale più “tradizionale” (i cosiddetti agenti citotossici che espletano la loro attività andando a colpire in maniera indiscriminata tutti i tipi di cellule, ivi comprese quelle sane). Tutti i prodotti/progetti di EOS sono presi in licenza dalle Società che li hanno originati. La relativa proprietà intellettuale ad oggi consiste in circa quindici famiglie di domande di brevetto, depositate nei paesi a maggiore rilevanza economica a nome della Società licenziante o, in alcuni casi, a nome di EOS.
D. Quali sono i risultati ottenuti fino a oggi e le previsioni di sviluppo?
Dalla fondazione di EOS ad oggi è stata effettuata, prevalentemente all’estero, un’attenta e capillare ricerca e selezione di progetti e prodotti oncologici attraverso contatti sia con società farmaceutiche e biotech che con istrituzioni pubbliche. Alla fine di questa prima fase sono stati scelti tre progetti che sono stati presi in licenza, portati in Italia e sviluppti grazie ai fondi messi a disposizione dai partner finanziari. Il risultato principale è stato fino ad ora quello di far avanzare in tempi brevissimi i due progetti principali dalla fase di ricerca di base o preclinica precoce in cui si trovavano al momento dell’acquisizione a quella attuale di ricerca preclinica finale. Alla fine dell’anno o all’inizio del prossimo, questi progetti inizieranno ad essere testati in pazienti e, se confermeranno le loro attività terapeutiche, diventeranno fruibili per la terapia oncologica nel giro di 4-5 anni. Il terzo progetto prevede l’esecuzione di una prima fase di sperimentazione clinica e terminerà alla fine del 2009 garantendo un ritorno economico a EOS per le attività svolte. I continui contatti che EOS ha tuttora in corso con numerose società farmaceutiche e biotecnologiche permetterà di alimentare la pipeline con progetti sempre più innovativi.
D. Come vi siete finanziati fino a ora e come intendete sostenere la
crescita nel futuro?
Il primo supporto finanziario è stato fornito da Sofinnova Partners, società francese che ha finanziato EOS dal suo inizio per un importo ad oggi di circa 7,5 milioni di euro e che si è impegnata a investire altri 4,5 milioni di euro per il 2009. Da quest’anno è entrata nella compagine azionaria di EOS anche la società Quantica, una SGR italiana che ha deciso di finanziare l’iniziativa con un importo di circa 2,2 milioni di euro. L’obiettivo prossimo di EOS sarà quello di raccogliere altri 4-6 milioni di euro per portare a termine tutte le attività legate all’avanzamento dei propri progetti fino alla fine del 2010, momento in cui questi saranno in avanzata fase di sviluppo clinico e potranno essere dati in licenza o venduti ad una società farmaceutica o biotech che abbia la capacità di completare la sperimentazione clinica, di registrarli e di immetterli sul mercato creando così un flusso di ricavi che potranno sostenere ulteriori progetti. Al momento, EOS è concentrata soprattutto sullo sviluppo dei propri progetti ma è sempre molto attenta nel tenere sotto controllo altre piccole realtà per valutare eventuali fusioni, acquisizione o proposte per attività di co-sviluppo di progetti interessanti che porterebbero ad una maggiore visibilità della società e, quindi, alla possibilità che altri soci finanziari vogliano entrare a far parte della compagine azionaria di EOS.
D. Quali le difficoltà e le circostanze positive di fare innovazione in Italia?
Le principali difficoltà sono soprattutto legate alla mancanza di cultura nell’investimento in società biotech che per loro natura hanno tempi medio lunghi prima di poter generare ricavi. Infatti, in Italia i fondi specializzati nel cosiddetto settore Life Science sono poco presenti e gli investimenti che possono garantire sono di solito di entità piuttosto ridotta rispetto al costo di sviluppo di un farmaco. Risulta poi difficile poter fare affidamento ai finanziamenti pubblici soprattutto perché i tempi di ottenimento e di successiva erogazione degli stessi sono molto più dilatati rispetto ai tempi di sviluppo dei composti. Inoltre manca, a livello di istituzioni pubbliche, una reale fonte di progetti che siano ad uno stadio di sviluppo tale da poter essere acquisiti da società biotech e portati a fruizione in tempi brevi. Per quanto riguarda i lati positivi, la possibilità di fare innovazione in Italia – e in particolare nell’area milanese – è favorita dal fatto che nel raggio di pochi chilometri, soprattutto per quanto riguarda la ricerca oncologica, hanno la loro sede istituzioni scientifiche di altissimo livello e di rilevanza mondiale che possono mettere a disposizione risorse umane altamente qualificate e tecnologie all’avanguardia. Presso queste prestigiose istituzioni è possibile eseguire tutte le sperimentazioni richieste per lo sviluppo di nuovi farmaci e anche avviare, se si è in grado di proporre programmi interessanti e innovativi, rapporti di collaborazione.
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