Elena Lavezzi assume l’incarico di regional manager per il sud Europa di Revolut, fintech di diritto britannico che offre un servizio di tipo bancario che consente agli utenti di effettuare pagamenti, prelevare contanti, scambiare criptovalute con una carta prepagata. Lavezzi è responsabile dello sviluppo dei mercati di Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Croazia, Slovenia, Cipro, Malta.
“Revolut è l’account digitale che si rivolge a un utente con stile di vita globale, non è una banca online, è un digital finance account – spiega Lavezzi a Startupbusiness – anche se presto avremo anche la licenza per operare come banca, abbiamo fatto l’application e stimiamo di ricevere la licenza entro sei mesi circa”. Revolut si basa quindi su una carta prepagata, quindi una carta di debito e una app che comprende funzionalità, a seconda della tipologia di contratto che si sottoscrive, che hanno funzionalità sia per l’utente consumer sia per quello business e soprattutto ha ambizioni globali, è di questi giorni per esempio anche l’annuncio del lancio in Australia. Elena Lavezzi che prima di Revolut ha lavorato per Uber e Circle enfatizza come la sua attuale società abbia una estrema attenzione per il prodotto e come sia assolutamente entusiasmante il piano di espansione globale che dopo l’Australia appena annunciata e l’Europa che è attualmente il mercato principale, punta al Canada, agli Usa, al Sudamerica, alla Nuova Zelanda. La società che ha circa quattro anni di vita conta già mille dipendenti e oltre 5milioni di utenti, di cui oltre centomila in Italia, ha raccolto quasi 340 milioni di dollari in investimenti ed è valutata circa 1,7 miliardi di dollari. “Il mio compito ora – dice la manager – è come prima cosa assumere country manager per Portogallo e Spagna, per l’Italia in questa fase assumerò direttamente l’incarico e poi marketing manager, e community manager e anche pr manager, poi il mio compito è quello di essere il collegamento tra gli operativi dei Paesi della regione con Hannes Graah che ha da poco assunto il ruolo di vp of growth e che proviene da Spotify”. Hannes Graah è basato a Londra dove Revolut ha la sua sede “il mio desiderio è fare diventare Milano l’hub da cui guidare tutto il sud Europa”, aggiunge Lavezzi che ha scelto di insediare la sede milanese all’interno del Fintech District. “Nel piano di assunzione prevedo di assumere circa una 20ina di persone in tutta la region, tutte le posizioni aperte sono disponibili nell’apposta sezione del nostro sito e ho intenzione di sviluppare questo programma entro la fine dell’anno almeno per le figure chiave, in Italia ho già assunto la responsabile pr e comunicazione che si chiama Valeria Alunni”. La strategia di Elena Lavezzi per sviluppare il mercato nella regione è quella di muoversi su tutti i canali: marketing online e offline con le community, partnership, brand awareness e poi creare una rete di cosiddetti ‘pionieri’ che agiscono come influencer. Gli utenti possono impostare tetti di spesa e possono contare sull’assenza di fee bancaria quando pagano con valute diverse, il servizio base di Revolut è totalmente gratuito e poi ci sono due modalità più sofisticate che si chiamano Premium e Metal e che comprendono servizi aggiuntivi come l’assicurazione di viaggio, l’assicurazione sanitaria, l’assicurazione sullo smartphone, la possibilità di accantonare automaticamente piccole cifre e anche quella di investire e transare con le criptovalute. La versione Premium costa 7,99 euro al mese, mentre quella Metal costa 13,99 euro al mese. Il modello di business di Revolut è di tipo freemium e offre anche una modalità per le aziende che possono decidere di assegnare carte di debito ai loro dipendenti e quindi monitorarne l’utilizzo, esiste anche una carta business pensata per i freelance. Il fatturato di Revolut relativamente al 2018 non è ancora noto ma nel 2017 la società ha registrato un fatturato pari a 12,8 milioni di sterline in significativa crescita rispetto ai 2,4 milioni di sterline del 2016. Nel 2019 registra un livello medio mensile di transato pari a 5,5 miliardi di dollari. Elena Lavezzi ha costruito la sua carriera professionale partendo dal 2013 quando accettò la proposta che ricevette da Uber per sviluppare il mercato italiano: “tu Emil (autore di questo articolo, ndr) mi hai dato all’epoca il prezioso consiglio di accettare quella proposta ed è grazie anche a quel consiglio che oggi sono qui”, dice la manager che è anche impegnata in progetti sociali con lo sviluppo di Unicef NextGen: “Siamo partiti in quattro con l’intenzione di creare un nuovo capitolo di Unicef che si rivolge alla nuova generazione di donatori e attivisti, ora sono coinvolti altri 30 membri, tutti sotto i 40 anni e tutti super talenti: imprenditori, designer, persone che lavorano nel mondo della moda e della musica, e stiamo testando nuovi canali di raccolta. Quest’anno indirizzeremo sia i soldi raccolti sia le nostre attività verso gli Unicef Innovation lab in Libano dove siamo stati ad aprile scorso, un progetto pensato per i rifugiati siriani e palestinesi dai 14 ai 24 anni al fine di aiutarli a inserirsi in un percorso che li porta a lanciare progetti imprenditoriali per favorire inserimento nella società”. Qui maggiori informazioni su Unicef NextGen. .© RIPRODUZIONE RISERVATA