A 15 anni da Matecat, il primo strumento di traduzione a integrare l’intelligenza artificiale nel processo, ora Translated lancia Lara, un nuovo tipo di traduzione automatica.
Ieri, nella cornice romana del Forum Theatre il CEO di Translated, Marco Trombetti (nella foto), ha presentato i nuovi prodotti che l’azienda di intelligenza artificiale sta sviluppando: da Matesub, strumento per la creazione istantanea dei sottotitoli, a Matedub, per lo sviluppo simultaneo del doppiaggio, fino alla novità in assoluto: Lara.
Lara, nome scelto in quanto il più facile da pronunciare nella maggior parte delle lingue, si differenzia dagli altri traduttori IA, in quanto è frutto anche di dati provenienti dalle correzioni dei traduttori. È un nuovo tipo di traduzione automatica in grado di sfruttare il contesto presente nel documento. E se il testo ne è privo, l’utente stesso può fornirlo “consigliandolo” a Lara.
Non solo, Lara è in grado di tradurre tipi di file e documenti più complessi, dal semplice Word o PowerPoint, a quello più difficile come ad esempio InDesign, lo strumento usato dai grafici per creare contenuti di qualità, e tutto rispettando il formato originale, lavorando direttamente su di esso. Il team di ricerca di Translated, oltre alla funzionalità audio che verrà rilasciata tra qualche settimana, sta lavorando anche a un progetto che rivoluzionerà totalmente il mondo del lavoro: Trombetti ha infatti mostrato come questa IA lavorerà in tempo reale sulle videoconferenze: simultaneamente l’utente che parla la sua lingua madre verrà tradotto nella lingua dell’interlocutore, e viceversa.
Lara è stata addestrata su 1,2 milioni di ore di GPU, 15 anni di dati unici, 25 milioni di traduzioni reali eseguite dai migliori traduttori professionisti, e include traduzioni automatiche riviste e perfezionate dai traduttori, raccogliendo errori, feedback correttivi e ragionamenti su eventuali disaccordi. Tutto questo grazie alla collaborazione con Nvidia, che con l’ultimo contratto ha fornito a Translated l’opportunità di avere accesso alla loro nuova infrastruttura di informazione, GPU Cloud.
L’anno scorso la traduzione automatica digitale, inclusa l’informatica moderna, commetteva 11 errori ogni mille parole. A detta di Trombetti “il traduttore professionista medio nel mondo commette 14,6 errori ogni mille parole. I migliori traduttori, quelli con cui tutti vogliono lavorare, commettono 1,2 errori ogni mille parole. Lara a oggi commette 2,5 errori ogni mille parole”.
“Superare le barriere linguistiche migliora la comunicazione globale e la comprensione culturale – afferma Jonathan Cohen, vicepresidente della ricerca applicata di Nvidia – Grazie alla piattaforma IA di Nvidia, modelli come Lara di Translated consentono traduzioni sfumate e contestualizzate tra diverse lingue, con una precisione potenziata”.
Questo lancio rappresenta una pietra miliare per Translated e si colloca all’interno di un percorso di espansione globale, facendo seguito a un investimento di 30 milioni di dollari guidato da Ardian nel 2021, per portare la tecnologia linguistica di Translated a un pubblico mondiale.
Con questa intervista a Marco Trombetti, ci siamo addentrati nel contesto di sviluppo di una tale IA.
Quali sono state le sfide più significative che hai dovuto affrontare durante lo sviluppo di Lara?
Quelle umane. Queste creano tensioni. Ricordo che, a un certo punto, ho dubitato, ma uno dei nostri ragazzi è venuto da me e ha messo le dimissioni sul tavolo dicendomi ‘guarda Marco, questa è la nostra opportunità: abbiamo tutto, abbiamo i dati, abbiamo l’accesso alla capacità di calcolo, che non ha nessuno, o ci proviamo o mi arrendo’. Ecco, queste tensioni erano le difficoltà più grandi: perché la sfida non riguardava l’aspetto tecnico, la tecnologia l’avevamo: era il coraggio di provare”.
Per quanto riguarda la questione energetica, stiamo vedendo come tutte le big tech si stiano concentrando sull’energia nucleare. Ricordo che anni fa avete acquistato questa centrale idroelettrica, il Luciòn, appartenuta al bisnonno di Eistein. Oggi in che direzione vi state muovendo?
“Il bello di realizzare un’intelligenza artificiale verticale è che per realizzare un’intelligenza artificiale oggi servirebbero circa un miliardo di dollari di investimenti, ma nessuno ne dispone, quindi tutti aspettano l’anno prossimo perché l’anno prossimo ne basteranno 500 e poi l’anno dopo ancora 250, e poi 125 e così via. L’investimento per riuscirci sta diminuendo perché il costo di calcolo sta diminuendo…”
…Ma l’hype sull’IA sta generando una richiesta sempre maggiore e questo ricade sull’energia che serve per alimentare i data center…
“…Ma vedi, tutte queste aziende vogliono arrivare un po’ prima e quindi mettono tutti i soldi che hanno per arrivare prima. Ora, la battaglia è di circa 10-20 miliardi di euro. Questo è ciò che stanno investendo, perché è un sistema generale, ma questo sistema generale non raggiunge la singolarità: non è buono come gli umani. Noi vogliamo dare questa tecnologia oggi e non vogliamo ingannare le persone con sistemi di allineamento che ti danno l’idea che la macchina è buona grazie a quanto è fluente, e quindi anche quando sbaglia, la macchina lo dice in modo così convincente che ti sembra vero. No, questo è un trucco per anticipare e prendere il mercato. Noi vogliamo dare alle persone un sistema di traduzione. Quindi prendi tutta l’intelligenza, indirizzala verso una cosa che è tradurre molto bene, e per farlo perfettamente ho solo bisogno di un sistema che sia anche 100 volte più piccolo del modello più grande che gli altri stanno testando. E basterebbe mille volte più piccolo per rendere la traduzione dieci volte più grande di qualsiasi altro. Questa è la nostra strategia: Intelligenza artificiale verticalizzata in un ambito, e così siamo in grado raggiungere la singolarità molto prima”.
Nell’ecosistema tech a livello normativo, stiamo vedendo tutto quello che sta succedendo: in Italia con la Webtax e la soglia dei 20mila euro per fondare una startup, in Europa con l’AI Act, Data Act, DMA e DSA. In risposta giorni fa è stata lanciata questa nuova petizione Eu Inc che richiama il 28° regime. D’altra parte, vediamo queste elezioni americane, vediamo Warren Buffet vendere (ancora) azioni Apple per il quarto trimestre di fila. Tutto questo, tradotto in Translated, mi pone a chiederti quali siano le sfide che pensi di avere nel prossimo futuro, se già state pensando a una novità di Lara, per esempio qualcosa che migliori ancora di più la traduzione, l’integrazione con un apparecchio tipo air pods…
“La nostra tecnologia è sempre stata venduta a grandi aziende, soprattutto alle grandi aziende californiane. Tu sei già un utente dei nostri sistemi, è solo che non te ne rendi conto perché passi attraverso gli altri. Quindi la grande differenza è che questa tecnologia a oggi la stiamo dando a tutti e dandola al consumatore si aprono nuove opportunità. È quindi il consumatore a decidere come vuole usarla: potrebbe essere un sito web, un’app mobile, un hardware, non lo so… qualunque sia il modo in cui le persone vogliono usare la traduzione, lavoreremo in quella direzione”.
Ultimamente anche in Italia c’è molta politica nel mondo startup…
“…Voglio ricordarvi che nell’innovazione la politica non ha mai contribuito né nel bene né nel male…”.
…Ma sembrerebbe che stia cercando di prendere lentamente una fetta di mercato: qualcuno potrebbe osservare che le direttive europee mirino più a questo, che a regolamentarlo, no?
“Il motivo per cui critico l’AI Act non è perché non voglio che sia regolamentata l’IA. Credo infatti che non sia un male regolamentare l’IA. È importante, ma il problema è che l’AI Act è totalmente disallineato da quella che è la realtà odierna: l’AI Act è qualcosa che forse era buono per l’IA di 5 anni fa, 6 anni fa, 10 anni fa. E il futuro, i veri problemi dell’IA sono altri e non li stiamo toccando affatto. Per esempio, le armi autonome, te ne dico una, sorveglianza di massa, la super persuasione: creare una macchina che sia in grado di convincere chiunque, di qualsiasi cosa, e questo è tecnicamente possibile. L’ignoranza ha portato a una regolamentazione che è totalmente disallineata con le esigenze che abbiamo e con i rischi futuri. E quindi la trovo sbagliata e la trovo disallineata. E soffro perché l’Europa è un Paese di persone che vedono la tecnologia sempre come un pericolo e per questo si allontanano e non la studiano. E così vedi che America e Cina fanno atti presidenziali per promuovere la supremazia americana e cinese sull’intelligenza artificiale e noi invece facciamo leggi per proteggerci da qualsiasi rischio. Sono due atteggiamenti opposti. E so già quale funzionerà… Abbiamo già perso la scommessa di internet per lo stesso motivo. Abbiamo indovinato la rivoluzione industriale e poi abbiamo perso la scommessa digitale e stavolta la stiamo perdendo ancora di più. È un’opportunità mostruosa per migliorare la vita di tutti e stiamo ancora capendo come creare quella ricchezza, quel mondo migliore perché siamo completamente ignoranti di cosa sia, e tutto ciò quando viaggio mi è così ovvio e così chiaro che mi fa sorridere”.
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