L’European Scaleup Monitor giunge alla sua seconda edizione e presenta la fotografia delle scaleup europee. Tra i dati principali del report figurano quelli relativi agli investimenti con il 2021 che ha visto raddoppiare i numeri del 2020 quando, rispetto al 2019, vi era stato un calo del 20%; si conferma il ruolo di primo piano del Regno Unito, sia in termini di numero di scaleup che di valore degli investimenti, che mantiene a distanza Francia e Germania. I tre Paesi, insieme, pesano per i due terzi di tutti gli investimenti in scaleup in Europa. Il report, che è stato realizzato anche grazie a contributi di Bocconi4Innovation, Cambridge University, Carbon Equity, Erasmus School of Economics, Unknown Group, Vlerick Business School, e anche il nostro di Startupbusiness.it, indica che gli investimenti in scaleup nel 2021 hanno toccato quota 56,9 miliardi di euro contro i 24,7 miliardi di euro del 2020 e i quasi 33 miliardi di euro del 2019. La provenienza di questi fondi è per la maggior parte il private equity, per il 36,4%, seguito dai capitali di sviluppo per il 32,9% e dal venture capital per il 12,8%. Il corporate venture pesa per l8,8%, hedge fund per il 4,1%, angel investment per il 3,4%. “Il panorama europeo per le giovani imprese a crescita rapida, come si riflette nell’European ScaleUp Monitor di quest’anno, sembra molto promettente. Gli investimenti nelle scaleup sono già tornati ai livelli pre-pandemici, testimoniando la forte resilienza di questi innovatori di punta e la loro capacità di guidare la ripresa economica. Le scaleup stanno capitalizzando le tendenze accelerate durante la pandemia covid-19, per esempio, fintech, biotech e consegna a domicilio, per citarne alcune. Allo stesso tempo, stanno anche guidando l’innovazione in altri segmenti chiave della nostra economia, come energia, cleantech ed economia circolare, che sono cruciali per la sua sostenibilità futura. La sfida è ora quella di rafforzare l’ecosistema europeo e il dialogo con le organizzazioni pubbliche, al fine di massimizzare l’impatto dei cambiamenti che sono già in corso – dice a Startupbusiness Leonardo Fuligni, project manager education & research dell’Erasmus Centre for Entrepreneurship –. Gli Stati Uniti sono noti per avere una componente di capitale più forte per le startup e le scaleup, tra cui più capitale di rischio e maggiori volumi in generale. L’accesso ai finanziamenti non è comunque l’unico fattore che contribuisce al successo di un ecosistema scaleup. Possiamo fare molti progressi adottando un approccio più olistico nello sviluppo dell’ecosistema europeo, includendo una chiara strategia per l’accesso al talento, ai mercati, alle industrie di supporto e al contesto istituzionale. Il successo di un ecosistema è determinato in ultima analisi dal successo delle aziende che ne fanno parte”. Guardando agli ecosistemi cittadini vi è stato nel 2020 un testa a testa tra Londra e Berlino, mentre nel 2021 è Amsterdam a mostrare di essere la più vivace in termini di capacità di attrazione di investimenti per le scaleup locali. Andando a guardare la classifica delle geografie, come detto i primi tre Paesi sono Regno Unito, Francia e Germania, seguono Spagna, Svizzera, Svezia e Italia al settimo posto. Completano la top ten il Belgio, l’Irlanda e la Finlandia. La classifica delle città vede Londra, Parigi e Stoccolma sul podio con Berlino, Madrid e Barcellona che incalzano ed Helsinki, Cambridge, Dublino e Milano a completare l’elenco delle prime dieci.
In termini settoriali, il report individua come la maggior parte delle scaleup operino nel settore del software, il 57,1%, del fintech, il 12%, delle biotecnologie e lifescience per il 7,5%. Percentuali che si modificano un po’ quando si guarda la capacità di raccolta fondi con il software al 43%, le comunicazioni al 18%, biotech e life science al 16%. In valori assoluti il report individua le principali tre scaleup europee nella svedese Northvolt, nella britannica IVC Evidensia e nella tedesca Delivery Hero. Martin Luxemburg, managing director dell’Erasmus Centre for Entrepreneurship afferma: “Mentre l’Europa è sempre più interconnessa, la maggior parte degli studi sulle scaleup e i loro ecosistemi si sono fino a ora concentrati su una prospettiva regionale. Poiché le merci, il capitale e il talento si muovono a una velocità sempre maggiore nei loro territori riteniamo che sia fondamentale guardare alle scaleup e ai loro ecosistemi anche da una prospettiva europea. Un ambiente continentale dove le aziende maturano con successo da startup a scaleup è molto importante perché le aziende giovani e in rapida crescita giocano un ruolo fondamentale. Queste aziende guidano l’innovazione, creano nuovi posti di lavoro, forniscono soluzioni pratiche per problemi sociali e ambientali urgenti. Questa importanza è riconosciuta anche dagli investitori globali, che identificano tali aziende come opportunità di investimento redditizie ed è una buona notizia rispetto all’anno scorso, quando il covid-19 ha avuto un impatto negativo sulla crescita, i finanziamenti e le opportunità economiche in tutta la scena scaleup europea. Anche i ”top dog” del panorama europeo, il Regno Unito e Londra, non sono stati esentati dagli effetti negativi portati sia dalla Brexit sia dalla pandemia, allo stesso tempo, però, nonostante le persistenti sfide degli ultimi mesi, vediamo resilienza nel panorama scaleup e una promettente prospettiva di ripresa. Il report di quest’anno rivela che le aziende più innovative d’Europa hanno mostrato una notevole resilienza e adattabilità”. Il report completo può essere scaricato a questo link.© RIPRODUZIONE RISERVATA