Il term sheet è solitamente il documento con cui si avvia il processo di investimento in una startup e si gettano le basi della negoziazione tra soci fondatori e investitori.
Il round A costituisce un passaggio delicato nella crescita di una startup. Le dimensioni dell’investimento in gioco, rapportate alla tipologia di business e al valore della startup, giustificano richieste di diritti particolari da parte degli investitori e di maggiori tutele da parte dei fondatori della startup. Il term sheet relativo a tale fase di investimento risulta molto spesso eccessivamente articolato e complesso.
Per questi motivi lo studio legale Portolano Cavallo mette a disposizione di tutti coloro che sono interessati un esempio di term sheet per un round A di investimento con l’obiettivo di condividere esperienze acquisite sul campo per contribuire alla semplificazione e accelerazione del processo di investimento nell’interesse sia di investitori che startup.
Il term sheet propone esempi di clausole che sono spesso oggetto di discussione tra le parti coinvolte e offre commenti e riflessioni per assistere nella negoziazione. Il documento è disponibile sul sito di Portolano Cavallo al seguente link
“Lo spirito di collaborazione che ci contraddistingue e la volontà di portare un ulteriore contributo concreto alla crescita dell’ecosistema startup ci hanno spinto a condividere il nostro esempio di term sheet per un round A di investimento – dice a Startupbusiness Antonia Verna, partner di Portolano Cavallo e autrice di diversi articoli per la nostra testata – . Non si può pensare di cambiare il sistema in cui viviamo se non si è disposti a condividere le proprie conoscenze ed esperienze e a mettersi in discussione”.
Il mercato italiano del venture capital ha delle potenzialità inespresse e va aiutato non solo da un punto di vista economico/finanziario/fiscale, prevedendo più fondi pubblici e ulteriori agevolazioni all’investimento, ma anche da un punto di vista operativo e culturale.
Gli investitori, i fondatori delle startup e tutti coloro che operano nel mondo startup dovrebbero avere un atteggiamento di maggiore apertura e collaborazione tra loro e nello stesso tempo dovrebbero confrontarsi in modo costruttivo per trovare le modalità e gli strumenti più adeguati a semplificare il processo di investimento. In gioco è l’interesse di tutti di sostenere idee e team talentuosi per far nascere nuove imprese.
Una strada perseguibile è senz’altro quella della semplificazione dei documenti contrattuali e della standardizzazione degli stessi.
“L’esempio di term sheet per investimenti round A da noi creato tiene conto delle esperienze fatte sul campo e vuole sollecitare momenti di discussione e confronto tra gli operatori del venture capital al fine di definire un modello che sia accettato dal mercato – aggiunge Verna – . Sarebbe auspicabile che si avviasse un lavoro collettivo anche per elaborare modelli di investimento nelle fase seed e early stage. A nostro parere, infatti, gli strumenti di finanziamento dovrebbero adeguarsi alle fasi in cui si trova la startup e contemplare modalità di investimento diverse a seconda delle circostanze. Dovremmo per esempio ragionare su come poter creare un Safe o un convertible note italiano che acceleri gli investimenti nelle fasi seed/early stage. Gli strumenti attualmente disponibili, come per esempio gli strumenti finanziari partecipativi convertibili, risultano ancora poco utilizzati non solo perché poco noti, ma anche per le formalità che ne accompagnano l’adozione. L’esigenza di fondo è di eliminare eccessivi formalismi e evitare lungaggini e complessità negoziali che sono di ostacolo alla crescita delle startup e del mercato in generale. Oggi più che mai non possiamo permetterci di dedicare mesi alla negoziazione prima di un term sheet e poi altri mesi per la finalizzazione di un accordo di investimento, e non è ragionevole trattare allo stesso modo un investimento seed rispetto a un round A. Il term sheet per un round A dovrebbe essere firmato in una settimana e l’accordo di investimento in un arco temporale non più lungo di un mese. Sono questi gli obiettivi che dobbiamo porci se vogliamo attirare più investitori esteri nel nostro mercato, incrementare il numero delle exit e far crescere il sistema economico del nostro Paese. Noi di Portolano Cavallo crediamo che questa sfida possa e debba essere colta e siamo disponibili a confrontarci con chiunque condivida la nostra visione e voglia ragionare con noi su soluzioni innovative”.
“Abbiamo già utilizzato con successo questo documento – aggiunge Luca Gambini, partner di Portolano Cavallo – e abbiamo deciso di metterlo a disposizione di tutti nell’intento di avviare momenti di confronto e dialogo costruttivo tra i diversi operatori del mercato Venture Capital italiano”. Photo by Scott Graham on Unsplash
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