Gestire le donazioni in modo trasparente, efficiente eliminando opacità e rischi legati alla cattiva gestione dei fondi? Il problema si presenta molto spesso purtroppo in occasione di ogni emergenza in tutto il mondo ed è un problema serio perché se questi processi non sono trasparenti anche i donatori poi si trovano nella imbarazzante condizione di non potere esercitare pienamente la loro generosità oltre che, naturalmente, si crea un danno ancora maggiore alle popolazioni colpite dalle calamità o dai conflitti. Un tema delicato che può essere risolto grazie alla tecnologia, a quella tecnologia che è la base del concetto di trasparenza, decentralizzazione, fiducia intrinseca: la blockchain. A farlo ci ha pensato una nuova startup che è stata ufficialmente presentata nei giorni scorsi e che si chiama Helperbit . Nata da un’idea di Guido Baroncini Turricchia con l’obiettivo di cambiare radicalmente il modo in cui si affrontano le emergenze e in particolare l’approccio all’assistenza umanitaria al settore della beneficenza e al sistema assicurativo. “Metriche ne abbiamo ancora poche essendo appena ufficialmente partiti – spiega a Startupbusiness Davide Menegaldo Coo della startup -, abbiamo una decina di organizzazioni già iscritte e alcune di queste hanno già creato progetti solidali, mentre in riferimento al case study che abbiamo avviato a fine 2016 con Legambiente il totale raccolto è 9.5 bitcoin, una cifra considerevole visto che le donazioni potevano essere fatte solo in bitcoin. Da un paio di mesi abbiamo aggiunto la possibilità di donare con carta di credito e debito, quindi ora il target di utenti è decisamente più ampio. L’idea del fondatore è nata dopo gli scandali che hanno travolto la gestione post terremoto de L’Aquila, caratterizzata dalla cattiva gestione e dall’opacità. Questa non è risultato essere l’unico esempio negativo avvenuto durante le emergenze, si pensi ai fondi destinati ad Haiti (quasi 500 milioni di euro) che hanno portato un impatto sul territorio nettamente inferiore a quanto preventivato. C’è quindi la necessità di portare trasparenza in queste operazioni e la tecnologia blockchain può essere lo strumento perfetto per affrontare queste problematiche, in quanto tutte le transazioni che avvengono all’interno del network bitcoin sono registrate nella blockchain stessa, il database decentralizzato. Il servizio, nato con un focus preciso, è poi risultato verticalizzabile sull’intero settore della beneficenza, dove questo strumento può portare maggiore trasparenza ed efficienza delle donazioni. “La blockchain è uno strumento che ha molteplici aspetti interessanti per questa applicazione sociale: oltre alla trasparenza/tracciabilità, che porta maggior fiducia nel donatore e lo rende consapevole di come vengono usate le sue elargizioni, si ha il vantaggio di poter avere pieno controllo dei propri fondi. In Nepal ci sono stati tentativi da parte del governo di confiscare le donazioni per altri usi oppure in Medio Oriente e in alcuni Paesi africani si impedisce alle ONG sul posto di ricevere donazioni, bloccandogli i conti correnti, ho avuto esperienze dirette su questo, anche da parte di ONG internazionali – aggiunge il Coo -. La blockchain può quindi offrire l’infrastruttura finanziaria là dove ci sono ostacoli oppure è totalmente inesistente, facendo sì che si abbia inclusione finanziaria per quei due miliardi di ‘unbanked people’. Accettare donazioni in bitcoin, o comunque avere questa tecnologia alla base, permette di ricevere donazioni in tempi brevi e poterne subito usufruire, cosa fondamentale quando accade un’emergenza e sono necessari subito fondi”. Obiettivo principale di Helperbit è al momento ottenere traction, portare le ONG ed enti pubblici a usare questo servizio e sfruttare i benefici offerti dalla tecnologia. Anche i singoli utenti che si iscrivono hanno importanti vantaggi, in quanto non solo possono tracciare il percorso delle proprie donazioni ma qualora avvenga una calamità naturale nella loro zona di residenza possono ricevere donazioni dirette da tutto il mondo. Il servizio non prevede costi aggiuntivi e l’iscrizione è gratuita. Il modello di business è basato su un servizio di mutua assicurazione contro calamità naturali, orientato all’individuo e ancora in fase di sviluppo, mentre sul servizio delle donazioni la startup sta lavorando all’integrazione di un marketplace interno che permetterà agli utenti di utilizzare i fondi raccolti direttamente nella piattaforma, ottenendo una trasparenza ancora maggiore. Helperbit ha già ricevuto numerosi riconoscimenti: è stata selezionata per il programma di accelerazione Blockchain Space a Barcellona, ha vinto la competizione europea tra startup alla conferenza D10e ad Amsterdam, ha ricevuto il premio Community nella competizione GTEC a Berlino, il secondo posto nel concorso Blockchain Hub a Graz ed in quello Ibank Challenge di ABILab a Milano; è stata inoltre selezionata dalle Nazioni Unite tra i 100 progetti innovativi al World Humanitarian Summit.
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