La notizia è che la piattaforma di art management Artshell ha acquisito il network del competitor Archeto. C’è fermento digitale nel mercato dell’arte, anche qui l’effetto Covid sugli eventi, le mostre, esposizioni, si è fatto sentire pesantemente e reso urgente digitalizzare un business tradizionalmente molto legato alla ‘fisicità’. Dai giorni del lockdown in avanti abbiamo visto gli esperimenti dei grandi Musei d’arte internazionali inventarsi nuove modalità digitali per la fruizione dell’arte, un business in sè, ma anche propedeutico al mercato dell’arte. In questa direzione, anche Fiera Milano ha recentemente realizzato (grazie proprio ad Artshell) la 1a fiera d’arte online in Italia, in occasione di miart (fiera internazionale di arte moderna e contemporanea, avvenuta in edizione 100% digitale). E’ quindi il momento giusto per startup come Artshell di schiacciare sull’acceleratore, anche con questa acquisizione che la posiziona, con oltre 200k opere su scala europea, come il più grande hub digitale per l’arte. Fondata a Milano nel 2018 da Bernabò Visconti di Modrone, Artshell permette agli operatori di settore di digitalizzare intere collezioni e gestire più funzioni in un unico ambiente, mantenendo il totale controllo sui propri contenuti e dati sensibili. Il tutto grazie a un’infrastruttura cloud agile e conforme ai massimi requisiti di privacy e riservatezza, che oggi si sta affermando come uno standard tra le principali gallerie e collezioni. Uno strumento che unisce archiviazione intelligente di opere, tool per gestire comunicazioni ed eventi, fino a servizi collaterali, come assicurazioni, valutazioni e trasporti. Obiettivo: facilitare la collaborazione all’interno dello stesso ecosistema, per rendere l’arte più connessa e fruibile. “Il mondo dell’arte è la più grande rete non-realizzata nell’era digitale. – commenta il fondatore – Un ecosistema estremamente destrutturato, basato su una molteplicità di soluzioni in gran parte obsolete e dagli alti costi di manutenzione, che non sono in grado di comunicare tra loro. Con Artshell stiamo invertendo la rotta, permettendo agli attori di questo mercato di adottare uno standard condiviso e accessibile per digitalizzare l’arte. Dopo miart, annunceremo diverse collaborazioni, anche con importanti player del mondo assicurativo. Intendiamo migliorare le connessioni a diversi livelli della filiera, così che ognuno possa dimenticarsi della tecnologia, per concentrarsi sui contenuti.” Oltre all’accordo con Fiera Milano e l’acquisizione di Archeto, Artshell negli ultimi tempi ha sviluppato e lanciato l’app di MuseoCity con 114 musei milanesi – con più di 165000 interazioni solo nei primi 2 giorni – e ha implementato il progetto Milano Art Community (milanoartcommunity.it), che riunisce i principali eventi ed artisti della Art Week meneghina. Parallelamente, ha lanciato con Art Defender The Vault, il primo caveau digitale per gestire le proprie opere, nei massimi standard di data protection e riservatezza, accedere a servizi collaterali, come valutazioni, trasporto e assicurazioni e conservare i propri beni in sinergia col deposito doganale del partner. Il mercato di riferimento Secondo uno studio recente sul mercato delle soluzioni digitali per l’arte – oggi fortemente frammentato – il 67% dei player è sicuro che si andrà verso un sempre maggiore consolidamento nei prossimi 5 anni. La situazione contingente generata dalla pandemia sta costringendo gli operatori del settore ad accelerare sulla trasformazione digitale per reagire al rapido mutamento del mercato. Già nel 2019, del resto, il 40% del commercio di opere d’arte avveniva da mobile. Emergeranno piattaforme e tecnologie in grado di rispondere al bisogno di quella grande fetta di utenza fatta da soggetti medio-piccoli, che non sviluppa soluzioni in-house (Fonte: Hiscox online art trade report 2020) Altri video di Artshell a questo indirizzo.
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