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Eit Digital va spedita nel sostenere lo sviluppo delle tecnologie digitali in vari settori industriali. Lo fa con i suoi programmi e con la Challenge che è nata per individuare le migliori scaleup europee come abbiamo scritto qui. La Challenge è giunta alle sue battute conclusive e ha scelto la sede di Trento per la finale dedicata al capitolo delle Digital Cities (che avevamo anticipato qui) che come ha spiegato Dominik Krabbe, coordinatore del progetto- qui la nostra intervista – , affianca le altre quattro finali dedicate a Digital Infrastructure, Digital Industry, Digital Wellbeing e Digital Finance che si svolgeranno presso altre città dove Eit Digital ha sede nel corso delle prossime settimane.
Il ruolo di Eit Digital
È Gian Mario Maggio, node director di Eit Digital Italy, a enfatizzare come il ruolo di questa organizzazione europea è decisamente orientato a sostenere lo sviluppo dell’evoluzione tecnologica al fine di creare una nuova generazione di imprese e di opportunità, lo fa anche snocciolando qualche dato come per esempio la crescita calcolata in circa 2,5 trilioni di euro su cui il Pil continentale potrà contare da qui al 2025 grazie al digital single market, ma anche mettendo in luce criticità come il fatto che il 40% delle Pmi europee non sia ancora pronta per la cosiddetta digital transformation e come le startup europee rimangano mediamente piccole rispetto a quanto avviene in altre zone del mondo. Sempre Maggio ha enfatizzato la crescita del nodo italiano con la creazione di una seconda sede satellitare a Milano in collaborazione con Cefriel, sede sulla quale si concentreranno attività digital industry. L’intero programma a livello europeo sarà sostenuto nel 2018 da un investimento pari a 87 milioni di euro e di come, solo in Italia saranno investiti, sempre nel 2018 14 milioni di euro che andranno ad arricchire il capitale fino a ora investito nel nostro Paese nel periodo tra il 2011 e il 2018 che ammonta a un totale di 68 milioni di euro. Soldi che come ha enfatizzato lo stesso Maggio sono destinati anche alla formazione perché :”there is no innovation without education”.
L’innovazione in Europa
Un modello, quello del processo di innovazione europeo che Daria Tataj, fondatrice di Tataj Innovation e tra coloro che ha contribuito a plasmare il modello operativo di Eit Digital, ha raccontato nel suo keynote in cui ha presentato anche il suo libro dal titolo: Innovation and entrepreneurship – A growth model for Europe beyond the crisis , che ha ella stessa definito come un viaggio intellettuale alla scoperta delle dinamiche socio economiche che possono rappresentare una nuova opportunità. Un viaggio che passa per la imprenditorialità, per i nuovi modelli di business, per l’energia, per il clima, per le comunità, un viaggio che si confronta con le altre grandi economie del Pianeta: Usa e Cina e un viaggio che soprattutto: “esplora le capacità dell’Europa che non si riescono ancora a trasformare in valore”, che tiene conto del cambiamento di mentalità delle nuove generazioni: “veramente i millennial hanno il desiderio di diventare sempre più ricchi?”, si chiede l’autrice perché, aggiunge: “si può investire in tecnologia e innovazione ma la vera innovazione arriva dalla comprensione di ciò che vuole veramente la gente”.
I vincitori della Challenge
È ancora Dominik Krabbe a portare l’evento verso la premiazione delle scaleup illustrando come la Challenge si concentra appunto su aziende mature , vere scaleup che però devono avere meno di 10 anni di vita, essere naturalmente basate nell’Unione europea, avere registrato un fatturato 2016 di almeno 300mila euro o avere almeno due milioni di euro di equity investment. “Il vincitore avrà la possibilità di accedere a un pacchetto del valore di 100mila euro che comprende supporto all’accesso ai mercati, a potenziali investitori, all’intera rete europea di Eit Digital e una maggiore visibilità internazionale, tre le 136 applicazioni giunte da 20 Paesi, soprattutto da Germania, Francia, Regno Unito e Spagna, sono stati selezionati cinque finalisti che provengono da Regno Unito, Belgio, Germania ed Estonia”. I finalisti sono stati valutati da una giuria composta da Lanfranco Marasso, Smart city program director di Engineering ingegneria informatica, Laura Morgagni, Ceo della Fondazione Torino wireless, Nicola Redi, investment director di Vertis Sgr, Stéphane Péan, Digita cities action line leader di Eit Digital, Thomas Herlin, Access to marke lead di Eit Digital e Zsuzsanna Takacs, Access to finance specialist di Eit Digital. A vincere la competizione è stata Cleverciti Systems che ha sviluppato una tecnologia per rendere maggiormente efficace la ricerca del parcheggio come spiega Maximilian Venhofen, business affair manager della società è stata fondata nel 2012 e ha sede a Monaco di Baviera e a Chicago: “mediamente il 30-34% del traffico e inquinamento è dovuto alla ricerca del parcheggio, per questo abbiamo sviluppato il sistema basato su sensori che consente di trovare parcheggi in tempo reale e che si basa sia su una app sia su speciali outdoor display che abbiamo brevettato per informare gli utenti e guidarli al parcheggio libero più vicino”. La società conta già 38 installazioni in 20 Paesi, ha raccolto investimenti per 5 milioni di euro e ora sta lavorando a un nuovo round da 12,5 milioni di euro con una valutazione di 33 milioni di euro. Le altre quattro finaliste sono state ParkD, Rombit, Spacehive e Turnit.
Smart city: Barcellona città data driven
A completare l’alto livello di contenuto dell’evento organizzato a Trento è stato l’intervento di Francesca Bria che è Comissionada de Tecnologia i Innovaciò Digital del governo cittadino di Barcellona. Unico straniero che lavora nell’organizzazione, Francesca Bria è infatti italiana, è stata nominata per questo incarico due anni fa dopo avere sviluppato le sue esperienze presso la innovation agency britannica Nesta. “A Barcellona stiamo sperimentando diverse cose e lo stiamo facendo utilizzando al meglio gli strumenti digitali – spiega – siamo partiti dalle sfide sociali come l’affordable housing e da quelle ambientali come l’ideazione dei superblock che sono dei super isolati entro i quali si limitano le attività inquinanti, abbiamo creato il sistema operativo della città che collega i sensori, le piattaforme, i centri di controllo, le situation room, insomma stiamo gestendo la città in modo data driven”. Il lavoro che sta facendo Barcellona la porta anche a essere spesso scelta come sede di eventi internazionali dedicati all’innovazione ma la sfida più importante che la città sta portando avanti è quella che vede portare a un nuovo livello l’interazione e il coinvolgimento con i cittadini: “stiamo sperimentando sistemi basati sulla blockchain per portare sempre più ownership delle decisioni alla gente, stiamo lavorando al partecipatory budget e stiamo testando anche cryptomonete ma il progetto principale è quello che si chiama Decidim Barcelona grazie al quale già oggi oltre 40mila cittadini partecipano attivamente all’agenda del governo cittadino attraverso l’apposita piattaforma digitale”.
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