Nel fitto tessuto della geopolitica mondiale, la Nato conferma la sua intenzione di lavorare con le startup, cosa che aveva già anticipato nel 2022, ma che ora assume forma di concretezza strutturale invitando le startup a mettere la loro creatività al servizio della difesa e della sicurezza internazionale. L’iniziativa si chiama Diana, acronimo di Acceleratore di Innovazione per la Difesa per il Nord Atlantico, che sembra più il titolo di un film di fantascienza che un organismo serio. Ma, eccolo lì, bello lucido e scintillante, pronto a partire in pompa magna. Le sfide proposte da Diana , che aprirà le candidature il 19 giugno, riguardano tre aree cruciali: la resilienza energetica e i sistemi energetici, il trasferimento sicuro di informazioni e dati, e i sistemi di monitoraggio. In termini pratici, ciò si traduce in una call per proposte innovative che aiutino a fornire energia in modo più agile e sicuro, che assicurino la sicurezza delle comunicazioni anche in condizioni difficili, e che migliorino le capacità di rilevamento e sorveglianza, inclusa quella subacquea.
Finanziamenti fino a 300mila euro
Le startup che accetteranno la sfida avranno l’opportunità di ricevere un finanziamento consistente: fino a 300mila euro per quelle che riusciranno a passare alla seconda fase del programma. Ma il vero valore dell’iniziativa Diana non risiede solo nel sostegno finanziario perchè offre alle startup una vetrina internazionale e l’opportunità di collaborare con esperti del settore e con una rete di investitori fidati. E, come ogni buona startup, anche Diana è in continua evoluzione. Il personale attuale di 30 persone dovrebbe raddoppiare nei prossimi 12-18 mesi. Con una base all’Imperial College di Londra e nuove sedi previste a Halifax, in Canada, e a Tallinn, in Estonia, l’acceleratore è destinato a crescere e ad avere un impatto importante. È un passo significativo per la Nato, una vecchia signora della politica internazionale che, fino a poco tempo fa, sembrava un’entità distante dal mondo frenetico e innovativo delle startup. Ma che, a quanto pare, è pronta invece ad accogliere le idee fresche e innovative che solo le startup possono offrire. Unendo l’innovazione all’esperienza, questa iniziativa potrebbe portare a nuove soluzioni capaci di affrontare e risolvere i problemi di sicurezza dell’attuale panorama geopolitico. Che funzioni o meno, è ancora da vedere. Per ora, non possiamo fare altro che osservare, e sperare che queste nuove idee possano davvero fare la differenza.
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