Trasformare l’Italia in una smart nation, ovvero in un paese maggiormente digitalizzato, che sostiene innovazione e startup in modo più strutturale, è stato uno dei temi di cui il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha parlato in diverse occasioni negli ultimi mesi, una delle quali è stata proprio lo scorso marzo la presentazione del Fondo Nazionale dell’Innovazione, di cui si attendeva appunto il decreto attuativo e soprattutto la dotazione finanziaria, che in questo ambito ha oggi un’importanza fondamentale, visto il ritardo e il nanismo con cui l’Italia si staglia nel panorama europeo e internazionale del supporto all’innovazione attraverso lo strumento del venture capital. Ora è stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale che stabilisce le modalità di investimento del Fondo nazionale innovazione (noto anche come Fondo dei Fondi) che sarà gestito da Cassa Depositi e Prestiti e sarà operativo da settembre con una iniziale dotazione finanziaria da un miliardo di euro. Bisogna dirlo, mai nessuno prima di lui, Luigi Di Maio, era riuscito a mettere a disposizione del mondo startup tale quantità di risorse, tutto da vedere come saranno gestite Ecco i punti fondamentali del Decreto:
- Il FNI investe come “fondo di fondi” in fondi di venture capital gestiti da società autorizzate da Banca d’Italia o direttamente in startup e/o piccole e medie imprese
- Il FNI investe anche in co-investimento con investitori privati indipendenti, nella misura del 30%
- Il decreto prevede interventi in regime di esenzione (aiuti di stato), con apporto di co-investitori privati per il 10, 40 o 60%, con limite max di 15 milioni di euro per pmi
- Il decreto consente investimenti in società quotate fino al 15%
- Il decreto prevede risorse pari a 310 milioni di euro + almeno il 15% degli utili derivanti dalle società partecipate dal MEF, poi modificato in sede di conversione nella misura massima del 10%
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