D-Orbit, fa sapere di avere lanciato, lo scorso 1 dicembre, la sua tredicesima missione commerciale, denominata Beyond, utilizzando il suo innovativo veicolo di trasporto orbitale (Orbital Transfer Vehicle, OTV) ION Satellite Carrier (ION).
Il razzo Falcon 9 è decollato alle 10:19 AM PT (6:19 PM UTC) dallo Space Launch Complex 4 (SLC-4E) della Base Spaziale di Vandenberg, in California. ION Satellite Carrier è stato poi rilasciato in un’orbita eliosincrona ad un’altitudine di circa 560 km.
Renato Panesi, co-fondatore e direttore commerciale di D-Orbit, dice in una nota: “Questa missione, con la sua composizione eterogenea, mostra perfettamente la flessibilità del nostro ION Satellite Carrier. Quest’anno è stato straordinariamente intenso, pieno di sfide e di altrettante soddisfazioni. Ora guardiamo con entusiasmo al 2024, un anno che segnerà il raggiungimento di diversi nuovi traguardi, che siamo ansiosi di condividere con l’intero settore.”
ION Satellite Carrier è in grado di posizionare i satelliti individualmente in slot orbitali specifici. Inoltre, ION può ospitare svariati payload di terze parti, con tecnologie innovative sviluppate da startup, esperimenti di istituti o enti di ricerca, e strumenti di azienda affermate da testare in orbita.
Il team di controllo di missione di D-Orbit sta ora conducendo le operazioni relative alla fase di lancio e prima messa in orbita (Launch and Early Orbit Phase, LEOP), in preparazione della successiva fase operativa.
Il carico della missione
Durante la missione, ION ospiterà a bordo diversi satelliti, payload, e deployer di satelliti di terze parti:
ALISIO-1, un CubeSat 6U dell’ Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC) e IACTEC Space, il primo satellite per l’osservazione della Terra delle Isole Canarie. Il suo strumento principale è una telecamera DRAGO-2 (Demonstrator for Remote Analysis of Ground Observations), sviluppata dal team IACTEC-Space, che è stata testata in una missione dimostrativa all’inizio di quest’anno, durante la missione Dashing Through the Stars di D-Orbit. DRAGO-2 è in grado di ottenere immagini multispettrali di alta qualità nell’infrarosso a onde corte, grazie ad una risoluzione di 50 m per pixel e un’ampiezza di 32 km per un’orbita di 500 km. Il satellite ALISIO-1 includerà anche un modulo di comunicazione laser ottico che consentirà di inviare le immagini a qualsiasi stazione ottica sulla Terra, a una velocità superiore rispetto alle comunicazioni radio. ALISIO-1 mira a diventare un fattore chiave nella pianificazione della prevenzione e della risposta alle catastrofi naturali. Questa missione è stata supportata da Deimos Space, partner locale di D-Orbit in Spagna. NANO FF A e NANO FF B, due CubeSat 2U di TU Berlin, sono parte di un progetto promosso dal Ministero Federale dell’Economia e dell’Energia con il finanziamento del Centro Aerospaziale Tedesco (DLR). L’obiettivo primario della missione è il volo in formazione coordinata di entrambi i satelliti in un’orbita elicoidale, un’impresa pioneristica per la TU Berlin, poiché sarà la prima volta che satelliti dell’università di dimensioni così compatte effettuano un volo in formazione in orbita. Il satellite è dotato di pannelli solari estesi e dispiegabili, di ricevitori GNSS ridondanti per la navigazione satellitare, di tre star tracker (sensori stellari) miniaturizzati e di quattro telecamere ottiche con una risoluzione di 39 m di pixel al suolo e un’ampiezza di oltre 160 km, e segna un traguardo significativo per la TU Berlin. LOGSATS, un CubeSat 3U di Patriot Infovention, lanciato per dimostrare i primi sistemi satellitari tailandesi: un sistema di comunicazione Internet-of-Things (IoT) ed un sistema di monitoraggio dell’aviazione. Il sistema di comunicazione IoT mira a implementare il modello di smart city nel paese utilizzando le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per migliorare e ottimizzare l’uso delle risorse cittadine, mentre il sistema di monitoraggio dell’aviazione supporterà il controllo del traffico aereo tailandese con e senza equipaggio. PONO 1, un CubeSat 2U di Privateer, è un sistema compatto di edge computing, storage, machine learning e trasmissione dati, costruito per essere disponibile agli operatori satellitari come hosted payload. Composto da un pacchetto di comunicazioni SDR ad alta velocità, un computer di bordo e un cluster GPU ad alte prestazioni basato su NVIDIA Orin, PONO 1 offrirà potenti capacità di calcolo in orbita, mitigazione delle radiazioni e del calore e tracciamento telemetrico. È progettato per fornire un tracciamento e una previsione delle risorse significativamente più precisi, con retro-riflettori attaccati all’esterno dell’hardware che forniscono una determinazione dell’orbita di altissima precisione. L’integrazione del PONO 1 consentirà agli operatori di eseguire compiti di intelligenza artificiale, elaborazione delle immagini, valutazione del rischio di collisione ed evitamento, generando allo stesso tempo ulteriori entrate grazie all’integrazione dei loro flussi di dati nel mercato degli sviluppatori di Privateer. Z01 SuperTorquer, di Zenno Astronautics, dimostrerà l’effettivo funzionamento nello spazio dei primi elettromagneti superconduttori ad alta temperatura del mondo. Costruito sulla tecnologia proprietaria dei magneti superconduttori di Zenno, lo Z01 consente un posizionamento satellitare completamente autonomo e senza carburante ed è progettato per controllare l’assetto di un veicolo spaziale allineandolo al campo magnetico terrestre, una novità a livello mondiale. MI:1, una missione di TRL11 che testerà in orbita un prototipo dello Space Aware Edge Computer dell’azienda. RECS, un hosted payload di D-Orbit e dello Space Propulsion Laboratory (SPLab) del Politecnico di Milano, mira a comprendere meglio il comportamento del protossido di azoto (N2O), un propellente già utilizzato nel sistema di propulsione di D-Orbit, e le sue prestazioni durante il rifornimento. Fa parte del progetto finale del dottorato di Simone La Luna, ora Responsabile dell’Ingegneria della Propulsione e Termica di D-Orbit, incentrato sul rifornimento in orbita e sui propellenti green; il payload comprende due serbatoi (uno pieno ed uno vuoto) con una valvola progettata per facilitare il trasferimento di N2O dal serbatoio pieno a quello vuoto, con l’obiettivo di simulare il processo di rifornimento in orbita tra due satelliti. Pressione, temperatura e flusso del fluido saranno misurati dai sensori del payload per la durata dell’intero processo. AlbaPod 6P, due deployer di satelliti PocketQube 6P di Alba Orbital Ltd: AlbaPod 6P è un deployer per satelliti PocketQube 6P. I PocketQube hanno una forma tipicamente cubica con lato di 5 cm e una massa massima di 250 grammi, e sfruttano componenti elettronici commerciali standard. AlbaPod 6P mira a fornire una piattaforma affidabile per il dispiegamento di questi piccoli satelliti, ampliando le possibilità di ciò che può essere realizzato con risorse spaziali di piccola scala. Ciascun deployer ospiterà una varietà di PocketQube, ognuno con i propri obiettivi di ricerca.
Con il progredire di questa nuova missione, D-Orbit continua a spingersi oltre i confini dell’innovazione nella logistica spaziale e nel trasporto orbitale, lavorando per aprire la strada a un futuro di possibilità e di maggiore accessibilità allo spazio.
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