Cresce l’ecosistema startup di Israele

Un recente report, a firma Tel Aviv Tech e Dealroom e incentrato sull’ecosistema innovazione della “Grande Tel Aviv” al 2022, delinea un interessante quadro di riferimento. Il dato rilevante è l’ammontare degli investimenti 2022, pari a 6,9 miliardi di dollari, importo che, seppur in calo rispetto al 2021, pone Tel Aviv al terzo posto nel ranking EMEA, dietro a Londra e Parigi e prima di Berlino, Stoccolma, Dubai. Da segnalare anche l’ottava posizione al mondo per gli investimenti in early stage e la sesta posizione per gli investimenti tra i 15 e i 100 milioni di dollari. Il settore trainante si conferma essere quello della cybersecurity, che ha assorbito investimenti per 1,7 miliardi di dollari, altro elemento saliente è che dei 95 unicorni generati in Tel Aviv, 32 hanno mantenuto la sede in città. Ciò ha comportato ulteriori effetti positivi come il proliferare di aziende i cui fondatori hanno acquisito crescita professionale lavorando per le scaleup. Allo sviluppo del sistema di innovazione contribuiscono in misura significativa, i VC internazionali; infatti, solo il 29% degli investimenti è attribuibile a capitali israeliani. Il 2023 si è aperto con dati in deciso calo per la concomitanza di situazioni avverse: aumento dei tassi di interesse, crisi bancarie e tensioni politiche interne (un segnale di rallentamento che si è registrato anche a livello globale, europeo e italiano). In queste condizioni, non propriamente favorevoli, è ancora maggiormente importante la solidità di un sistema economico e la sua capacità di tutela dello stesso. Sebbene la reazione dei mercati finanziari prima e il mercato dei cambi poi abbiano recentemente destato non poche preoccupazioni, i risultati conseguiti dall’economia israeliana nell’ultimo decennio consentono all’intero Paese di continuare a fare leva su importanti effetti positivi.

Il capitale umano e il programma di Leonardo e LVenture

Le startup e le scaleup israeliane, innescano riguardevole interesse per le grandi corporate, a livello mondiale. La forza dell’ecosistema israeliano risiede nella diversificazione del proprio panel di risorse: se in un primo momento a impossessarsi della scena è stata principalmente la forte capacità di attrazione dei capitali esteri, ora l’attenzione potrebbe essere tutta puntata sul suo capitale umano. I tecnici, gli ingegneri informatici, i fondatori cui si accennava prima, sono cresciuti nella Israel Valley, hanno beneficiato di una formazione definibile militare, in termini sia di disciplina che di ipercompetizione e sono riusciti a produrre know-how. Di tale patrimonio umano si è accorta anche Leonardo che nella seconda edizione del suo Business innovation factory, in collaborazione con LVenture, su dieci startup selezionate, lo scorso 19 aprile a Roma, durante l’ultima fase di screening, ne ha scelto tre israeliane. Le startup parteciperanno al programma di accelerazione di cinque mesi negli spazi Business innovation factory presso l’hub di LVenture Group a Roma, di cui avranno a disposizione le competenze verticali nei principali ambiti strategici per la crescita delle imprese, secondo l’approccio full-stack, ossia di supporto a 360 gradi dall’accelerazione all’exit. Le startup che concluderanno con successo il programma di accelerazione potranno quindi accedere a un ulteriore investimento da parte di Leonardo e di LVenture Group e allo sviluppo di proof of concept, processi di sperimentazione delle loro soluzioni tecnologiche con le diverse business unit di Leonardo. Questi risultati sono ottenuti anche grazie alla scelta di ospitare importanti eventi tech di carattere internazionale che generano interesse per numerosi attori del venture capital come per esempio Innotech 2023, la conferenza internazionale sulla tecnologia e la cybersicurezza svoltasi proprio a Tel Aviv a fine marzo scorso e il Go For Israel, evento che si svolgerà il prossimo 3 maggio presso l’hotel Hilton, sempre a Tel Aviv, organizzata da Cukierman & Co. e Catalyst Funds, Go for Israel (precedentemente nota come Go for Europe) è da oltre 30 anni una delle conferenze di business più importanti in Israele che attira la partecipazione di società quotate in Borsa, fondi internazionali di venture capital e private equity, family office, istituzioni finanziarie e società tecnologiche provenienti da tutto il mondo. Quest’anno vi è anche l’opportunità di presenza per le startup italiane, offerta dall’ICE/Italian Trade Agency che consentirà a 5 startup selezionate la possibilità di partecipare al Go For Israel gratuitamente e con postazioni dedicate e  di incontrare potenziali investitori partecipanti all’evento. Mario Venezia, membro di Italian Angels for Growth, già professore a contratto di economia aziendale presso Sapienza Università di Roma e Luiss Guido Carli. (Foto di Shai Pal su Unsplash)

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