Covid-19 dopo il picco, perchè la gestione a medio-lungo termine sarà digitale

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Forse rallenta. Le ultime notizie di ieri (domenica 22 marzo) dalla Protezione Civile mostravano quel primo calo tanto atteso nella curva dei contagi da Sars-Cov-2, in particolare nella regione più colpita, la Lombardia. E’ solo un dato che serve a tenere viva la speranza, per il momento.

Questa emergenza sanitaria che ha colpito il nostro mondo e mette a ferro e fuoco i suoi sistemi sanitari, ci si attende tutti che presto allenti la sua presa mortale, ma tutti sappiamo che il ritorno alla ‘normalità’ non avverrà prima di diversi mesi. Da un punto di vista strettamente sanitario, per diverso tempo il virus rimarrà in circolazione e così la patologia, magari con ritmi differenti, tutto dipende dalla messa a punto del vaccino. E abbiamo già visto che, non essendoci per ora un vero e proprio trattamento, la guarigione è lunga. I sistemi sanitari del nord Italia, la parte più colpita del Paese, sono al collasso, la tendenza è e sarà di curare i ‘malati Covid’ in guarigione, asintomatici o paucisintomatici, non in ricovero ospedaliero, ma in isolamento a casa propria, con un protocollo di ‘monitoraggio attivo’. Sono già tanti i pazienti che vengono curati così in Italia, e analogamente lo saranno sempre di più in tutto il mondo. Questa è una delle strategie di gestione del paziente Covid sul medio-lungo termine, alleggerire gli ospedali e favorire la gestione territoriale e in sicurezza,  fornendo indicazioni e protocolli ai pazienti, appoggiandosi ai medici di base. E’ l’unica gestione possibile, anche perché le persone non hanno smesso di ammalarsi anche di altro. Una modalità sanitaria nuova, che richiede nuovi strumenti che il digitale puo’ offrire, come ci racconta Roberto Ascione, fondatore di Healthware società italiana attiva nella digital health, che attraverso la startup Paginemediche (sua partecipata con Healthware Ventures) sta realizzando un’applicazione per il monitoraggio attivo dei pazienti Covid, che permetterà al medico di tenere sotto controllo in un’unica dashboard tutti i suoi ‘malati’ e ricevere alert se insorgessero dati fuori norma.

roberto ascione

Roberto Ascione, Healthware Group

“Sarà il primo sistema di telemonitoraggio che implementa le linee guida ufficiali e che verrà testata da una serie di medici, circa 300 di una cooperativa milanese.  E’ una soluzione molto interessante, perché ora che si comincia anche parlare di come andremo avanti nel medio-lungo termine, il fatto di avere uno strumento come questo che permette un monitoraggio da remoto, in sicurezza, dei malati a casa è davvero importante per affrontare il problema. Abbiamo davanti mesi di gestione, quindi bisognerà organizzare i servizi su base territoriale, un po’ come sta già facendo il Veneto. Questa soluzione di Paginemediche, che si raccorda al sistema di video-consulto che è già disponibile da una settimana circa, può nel suo complesso essere davvero di grande aiuto nella situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ed è anche bello che ad averlo realizzato sia una startup italiana, per una volta,  per quanto ci risulta è la prima soluzione di questo come accuratezza e aderenza al sistema di monitoraggio anche a livello internazionale”.

Digital health, un’arma contro il coronavirus, e il miglior futuro possibile per la sanità

Tra le cose ‘buone’ che stanno emergendo nel contesto pur drammatico della pandemia da coronavirus c’è la digital health, o salute digitale, settore che comprende tutto quello che il digitale e le nuove tecnologie possono fare al servizio della salute.

Sono circa 20 anni che se ne parla e ci si lavora, si è cominciato con l’informatica medica, con i concetti di telemedicina, in cui tecnologie hardware e software sono messe al servizio degli operatori sanitari e dell’assistenza a distanza; per arrivare oggi al concetto ancora più sofisticato di digital therapeutic, in cui il software è esso stesso il trattamento medico.

Un evolversi progressivo, negli anni, della digital health verso un modello ideale di salute e di sanità, più precisa, più preventiva, personalizzata, efficace, vicina al paziente e meno onerosa per i sistemi sanitari. In questi ultimi anni era già evidente che la digital health sarebbe diventato il futuro della sanità.

Ma l’accelerazione che sta subendo il settore a seguito dell’emergenza Covid-19 è esponenziale come la curva dei contagi del coronavirus, ‘dieci anni in dieci giorni’  dice Ascione. 

‘Certo, la situazione che stiamo vivendo ha reso molto evidente il potenziale della digital health, si è toccato con mano come tutta una serie di meccanismi ben noti che in scala ridotta dimostravano di essere efficaci, ora si dimostrano non solo vitali, ma assolutamente adeguati ad essere implementati su larga scala. Anche noi, come Healthware e in particolare con la nostra partecipata Paginemediche, nelle cose che direttamente stiamo implementando, stiamo vedendo numeri che non abbiamo mai visto prima”.

Paginemediche, piattaforma che collega medici e pazienti sulla base dei dati, è una startup italiana tra le più attive da quando è iniziata l’emergenza, in aiuto della quale ha realizzato diverse cose, prima di tutto un chat-bot , basato sulle linee guida del Ministero della Salute che aiuta l’utente/paziente a realizzare una prima diagnosi se si sente poco bene, in pratica fa un controllo dei sintomi. 

‘Il chat-bot per il triage che Paginemediche ha attivato da una ventina di giorni sta continuando a diffondersi su altri siti – spiega Ascione –  Fa un lavoro di base che è quello di permettere alle persone di orientarsi in maniera automatica senza sovraccaricare le strutture sanitarie; ma l’altra cosa importantissima che fa, e in maniera assolutamente anonima, perché non chiede nome, cognome o email, è di registrare i sintomi autoriferiti. Con oltre 50mila triage effettuati ha creato una base dati di sintomi riferiti, localizzati geograficamente, estremamente interessante. Adesso questo chat-bot verrà rilasciato anche in altre lingue, ce lo stanno richiedendo, proprio per questa sua natura semplice: è stato realizzato proprio con un’ottica emergenziale, di public aid, gratuito, con una una riga di codice lo porti su qualsiasi sito e può per reggere un carico infinito di utenti, disponibile per chiunque lo voglia implementare’.

I ‘dati’ stanno assumendo un ruolo da protagonisti nella lotta al coronavirus, sta già facendo scuola il ‘caso Taiwan’, Paese asiatico in cui per contenere il contagio si è adottata una combinazione di vigilanza precoce, misure pro-attive e condivisione delle informazioni con la popolazione, nonché l’utilizzo della tecnologia sotto forma di analisi di big data e piattaforme online. Qui, come riporta Agi, ‘Le agenzie di assicurazione sanitaria e di immigrazione di Taiwan hanno integrato la cronologia dei viaggi degli ultimi 14 giorni dei residenti locali e stranieri con i dati delle loro tessere sanitarie, consentendo a ospedali, cliniche e farmacie di accedere immediatamente alle informazioni quando trattano i pazienti.’ Persino Facebook con la sua iniziativa Data for Good ha deciso di condividere in forma anonimizzata e aggregata i dati dei suoi utenti (in particolare dati sulla mobilità e mappe sulla densità della popolazione), mettendoli a disposizione  di università come quella di Pavia per studiare la diffusione del coronavirus.

“Anche noi facciamo parte della task force lanciata dal Governo, Ministero dell’Innovazione, volta alla raccolta di dati utili alla gestione dell’epidemia. – sottolinea l’imprenditore – Inoltre siamo stati coinvolti anche in un’iniziativa delle Nazioni Unite a cui hanno già aderito tutte le big tech che raccolgono dati. Questo tipo di collaborazione è fondamentale ovviamente, e siamo molto contenti di poter contribuire a queste azioni con le nostre soluzioni. Il Chat-bot di Pagine Mediche ha già raccolto moltissimi dati e continuerà a raccoglierne massicciamente, grazie anche alla traduzione in altre lingue e quindi all’utilizzo in altri Paesi. Si sta dimostrando efficace perché è una soluzione semplice, leggera, ma è la tecnologia giusta per quello che deve fare in queste circostanze, non sempre servono tecnologie sofisticate, piuttosto la garanzia di un certo livello di sicurezza e privacy”.

“In generale, nella digital health –  continua Ascione – dei sistemi che raccolgono dati su base volontaria, in maniera sicura rispetto alla privacy, possono essere estremante importanti per costruire basi dati su cui poi si sviluppano soluzioni, come ha fatto Apple con la sua app Salute per realizzare la funzionalità di monitoraggio del cuore nello smartwatch.”

Video-consulto, quasi 1000 medici iscritti in dieci giorni 

“Attualmente la sanità fronteggia due problemi, il primo legato al Covid-19: c’è un numero di persone consistente e in aumento che deve essere curata o dovrà stare in isolamento a casa propria, in cosiddetto affidamento fiduciario, pazienti che i medici hanno bisogno di sentire e monitorare. Parallelamente, ci sono le persone malate o che si ammalato delle solite patologie, che oggi come oggi hanno difficoltà ad accedere all’ambulatorio del medico di base in questa nuova realtà che stiamo vivendo. – spiega Ascione.

“Il tele-consulto a distanza, in sicurezza, che esiste da tempo, era qualcosa che aveva senso prima e che stiamo scoprendo in questa crisi quanto risolutivo può essere, perché riduci le esposizioni, riduci o azzeri gli spostamenti,  e se molti medici adottano questo strumento ti permette di gestire efficacemente non solo il paziente Covid ma anche tutte le altre patologie che vanno comunque gestite”.

Paginemediche già da una settimana ha messo a disposizione sulla sua piattaforma gratuitamente a tutti medici il suo sistema di video-consulto (è la campagna #tivideovisito) e quasi 1000 medici si sono già registrati, centinaia sono le sessioni di utilizzo.  “E’ un numero enorme rispetto alle metriche che avevamo prima. – sottolinea Ascione – In altri tempi,  se 40 nuovi medici si iscrivevano alla piattaforma in una settimana era un grande successo, oggi in meno di 10 giorni si sono iscritti 1000 medici, è un numero che non ha benchmark. E’ un cambio culturale completo, rispetto al periodo pre-crisi”.

Siamo entrati nell’era della digital health, insomma, forse non volevamo farlo sotto la pressione di una pandemia, ma guardiamo al lato buono e immaginiamo il futuro, come sta facendo anche la startup Paginemediche – un team straordinario, commenta Ascione – che sta già pensando a cosa inventarsi per aiutare i medici ad affrontare un cambio totale nel modello di gestione del paziente.

“Ora si comincia a parlare del futuro della sanità, della gestione a medio-lungo termine,  perché anche se la curva si appiattisce non significa che improvvisamente finiscono i malati e la patologia rimarrà in giro per un pò. La novità che possiamo anticipare oggi è che abbiamo una soluzione digitale per il monitoraggio attivo dei pazienti Covid (malato non ospedalizzato perché non grave o in guarigione; paziente asintomatico o paucisintomatico), che nei prossimi giorni e settimane saranno seguiti sempre più anche dai medici di famiglia e hanno bisogno di strumenti digitali che li aiutino a realizzare tali monitoraggi. Attualmente ogni paziente Covid in isolamento a casa deve compilare quotidianamente, da solo o per mano del suo caregiver nel caso di anziani, una scheda con gli aggiornamenti dei suoi parametri clinici che il medico  verifica telefonicamente; ciò che adesso il team di Pagine Mediche sta facendo è realizzare la digitalizzazione di questo workflow, cioè un’applicazione in cui la scheda sarà compilata in digitale dal paziente e il medico la vede direttamente sul suo desktop o telefonino in una sorta di cruscotto, con degli alert per le situazioni da vigilare, così da avere sotto controllo tutti i pazienti che sta monitorando. Questo sistema lo stiamo testando già con un gruppo di medici, circa 300 di Milano, e presto sarà reso disponibile a tutti.”

Per rimanere aggiornati consigliamo il sito di Paginemediche e di Healthware Group.

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