Inizia con questo articolo la mini serie “MIT Bootcamp Diaries” in cui Rachel Hentsch Spadafora, business developer della startup useit, ci racconta tutta la sua avventura nel programma Mit Global Entrepreneurship, cominciato con un corso online.
Febbraio 2015: sto seduta comodamente alla mia scrivania, mi iscrivo al mio primo MOOC (massive open online course) del MIT. Il corso si chiama MITx15.390.2x “Entrepreneurship 102: What can you do for your Customer?”
Marzo 2016: sono in volo per Seoul, per andare a trascorrere una delle settimane più straordinarie della mia vita.
Cosa è accaduto in questi 13 mesi?
“Mens et Manus” è il motto del Massachusetts Institute of Technology, una delle università più rinomate nel mondo (conta ad oggi 85 Premi Nobel, 34 astronauti, ed è globalmente celebre per la sua cultura imprenditoriale). Conoscenza e pratica. Non è soltanto un motto, ma vero modus operandi: da sempre a livello di campus (segue il modello universitario politecnico con forte enfasi sul laboratorio), e ora anche a livello di istruzione virtuale. I corsi specifici MITx si iscrivono infatti nel più ampio ambito dell’edX, progetto senza scopo di lucro, fondato congiuntamente dal Massachusetts Institute of Technology e dalla Harvard University nel maggio 2012 per spaziare oltre i tradizionali limiti dell’insegnamento sia online sia on campus, tramite metodologie innovative di esperienze a stampo ludico e alimentate da ricerca d’avanguardia, il tutto reso disponibile su una piattaforma completamente open source. A marzo 2016 (cioè dopo meno di quattro anni dalla sua creazione) la piattaforma edX vanta oltre 700 corsi online e oltre sette milioni di studenti iscritti.
Ciascun corso online è strutturato in pacchetti settimanali di apprendimento. Ogni sequenza di apprendimento si compone di brevi video, intervallati da esercizi di apprendimento interattivi, dove gli studenti possono applicare immediatamente i concetti appresi dai video. Molti corsi sono inclusivi di compiti di valutazione finale per consentire allo studente di misurare il proprio progresso e di ottenere a fine corso un certificato valido per l’avanzamento di carriera accademica o professionale.
Nel caso dei corsi di imprenditorialità del MIT (ovvero per la serie di tre corsi sul Entrepreneurship, 101, 102 e User Innovation, imperniati sul famoso manuale “Disciplined Entrepreneurship: 24 Steps to a Successful Startup” di Bill Aulet, Senior Lecturer al MIT Sloan School of Management e Direttore del Martin Trust Center for MIT Entrepreneurship) la pratica patrocinata nel motto trova il suo coronamento in un annuale evento formativo concreto, chiamato il MIT Global Entrepreneurship Bootcamp, e per il quale vengono selezionati una settantina di persone tra gli oltre 850 candidati.
Ho avuto la fortuna di essere stata selezionata, grazie al lavoro di ricerca e sviluppo svolto per useit (la piattaforma italiana per prendere e dare a noleggio tra persone, alla quale sto lavorando da oltre due anni) per partecipare alla terza edizione di tale iniziativa, ovvero la Class 3 del Bootcamp. La mia esperienza è stata resa possibile anche grazie al patrocinio e al contributo della Camera di Commercio di Terni. Il Bootcamp ha avuto l’audacia di tenersi stavolta (anziché a Cambridge, Massachusetts, USA come di consuetudine) nella straordinaria capitale della Sud Corea, città dello sharing per eccellenza (la startup co-fondata da Rachel opera nella sharing economy, ndr), nonché culla di un eccezionale ecosistema per startup. Il governo sudcoreano ha infatti investito oltre 3.7 miliardi di dollari a sostegno delle startup, la Teheran Valley (il nome deriva dalla strada lungo cui si sviluppa, la Teheran-ro, ndr) situata nel distretto Gangnam ha massicciamente attratto acceleratori, investitori e startup, e nel 2015 la Corea del Sud è stata classificata dal Bloomberg Innovation Index come il primo paese per capacità ricerca e sviluppo, produttività tech, densità tecnologica e registrazione brevetti.
Su questo sfondo si è svolto il Bootcamp, uno sprint di sei giorni durante i quali i partecipanti sono stati chiamati a superare i propri limiti e a mettere in pratica, appunto, le conoscenze acquisite nel corso degli apprendimenti online, in maniera intensa e quasi brutale in quanto a ore di lavoro ed energie prodigate: giornate che iniziavano alle sette del mattino e che alle due di notte ancora non erano concluse, perché il tempo a disposizione era troppo prezioso per non spremere ogni singolo attimo. Un programma fittissimo tra lezioni in aula con i docenti MIT, intervallati da interventi e racconti di personaggi leggendari del mondo dell’innovazione tecnologica e dell’imprenditoria (Rodney Brooks, fondatore della iRobot e attualmente a capo della ReThink Robotics; Charlie Fine, preside della Asia School of Business; Hyungseok Dino Ha, fondatore di Memebox; Hyungsoo Kim, fondatore della Eone Timepieces; Young J. Cha, fondatore e CEO della piattaforma OnDemandKorea; Aman Advani, co-fondatore di Ministry of Supply; Douglas Hwang, direttore di produzione di ComiXology; Adam Blake, co-fondatore di Thrive Hive che proprio in quei giorni veniva rilevata per 11.8 milioni di dollari) sessioni nucleari di approfondimento specifico con i membri del team di docenti MIT Bill Aulet ed Elaine Chen, visite ai centri di incubazione per startup della Teheran Valley (Campus Seoul- Google Space, Maru180) e della Pangyo Techno Valley (sede della Born2Global), e in tutto questo, la missione di portare a compimento, nell’arco di cinque giorni, in una lavorazione a squadre, la creazione di una startup intorno a una nuova idea progettuale, dal business plan fino alla presentazione finale dinnanzi una commissione di VC: il atteso ma temutissimo pitch finale del Demo Day.
Stay tuned for new posts!
Contributor: Rachel Hentsch Spadafora
Rachel Hentsch Spadafora, 45 anni, è architetto con Lauree conseguite alla University of Cambridge e a l’Università La Sapienza di Roma con un’esperienza lavorativa molto variegata che spazia dalla progettazione architettonica e la direzione di cantiere, all’interpretariato e PR in ambito appalti, alla partecipazione come protagonista di Donnavventura. E’ stata selezionata tra oltre 850 canditati dal MIT per il Global Entrepreneurship Bootcamp di Seoul 2016. Dal oltre 2 anni lavora alla startup italiana useit in qualità di Business Developer. Parla correntemente inglese, italiano, francese, tedesco e mandarino. Sposata da 24 anni e madre di 5 figli, ha sempre amato sfidare i luoghi comuni per cimentarsi in imprese “impossibili”. E’ motociclista appassionata nonché Campionessa Regionale Lazio 2015 di enduro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA