A valle della elezione di Donald Trump quale prossimo presidente degli Stati Uniti, Bibop G. Gresta , chairman e co-fondatore di Hyperloop Transportation Technologies (HTT), la società che sta realizzando il nuovo sistema di trasporto ideato da Elon Musk, ha scritto una riflessione a proposito del futuro della democrazia (qui l’originale in inglese, intitolato “The Trump-a-geddon and the supposed end of Democracy as you know it). In accordo con l’autore, Startupbusiness propone il testo in versione italiana.
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In molti mi avete scritto da tutto il mondo per chiedermi parole di conforto a proposito dell’elezione di Trump e del futuro dell’America. Questa è la mia risposta:
Questo non è un commento pro o anti Trump, ma è il mio punto di vista sulla democrazia in senso generale.
Ho una buona notizia per tutti voi, il mondo non finirà! Gli zombi non stanno prendendo il potere.
So che molti sono furiosi perché non si sentono rappresentati dai risultati elettorali e altri sono arrabbiati perché una minoranza delle persone può decidere per il futuro di tutti. Ma il punto è che, indipendentemente dal partito politico a dai valori in cui credete: la democrazia come la conosciamo è finita.
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Se vogliamo continuare a sopravvivere su questo pianeta abbiamo bisogno di allinearci con le leggi della natura e questa è una questione molto profonda che dobbiamo affrontare quando parliamo di democrazia e della ‘nevrosi della libertà’ che viviamo oggi nel mondo. Ma chi prenderà le decisioni se abbandoniamo la democrazia?
(Democrazia significa letteralmente ‘governo delle persone’. Il termine è derivato dal greco dēmokratiā che è coniato da dēmos (persone) e kratos (regola) a metà del quinto secolo prima di cristo per denotare il sistema politico esistente all’epoca in alcune delle città stato greche, in particolare Atene).
La democrazia può implicare anche scenari limite come quello in cui un gruppo di persone con bizzarre credenze può decidere di uccidersi, o schiavizzare altre popolazioni basandosi sull’ottenimento i vantaggi temporanei. O può implicare che tutti nel mondo, basandosi su assunzioni errate, decidano di attuare decisioni che creano un clima di destabilizzazione che portano all’esaurimento delle risorse naturali e scelte che portano alla distruzione del pianeta in cui vivono.
Ciò significa che la democrazia ha bisogno di altro, di un principio guida, di un set di punti di riferimento che rendano il processo democratico ragionevole e umano.
Nel futuro avremo nuove opzioni, un sistema di interazione, ma non sarà realizzato attraverso un referendum o sulla base del sistema di voto statistico che abbiamo oggi.
Le persone che vorranno farlo, potranno contribuire allo sviluppo di ciò che serve a conservare la vita e a gestire il pianeta Terra, esattamente come avviene oggi ma con la differenza che le decisioni saranno prese sulla base di riferimenti tecnici derivati dal metodo scientifico. Non possiamo fare altrimenti, andiamo verso una ‘democrazia diretta’ basata su conoscenza condivisa e crowdsourcing di idee e di creatività.
Oggi i criteri di scelta non sono trasparenti e sono basati su una serie di variabili soggettive che portano inevitabilmente alla diseguaglianza. Il nuovo sistema si adatterà in modo raffinato alle leggi della natura che come minimo garantiranno la preservazione del nostro pianeta e degli organismi che su esso vivono. Il metodo scientifico sarà la nuova costituzione in cui le leggi saranno adattate al fine di incontrare le esigenze dell’umanità.
Questo è ciò che credo dovremmo adottare.
Chiamiamola, Scientocrazia o Democrascienza, o anche in altro modo se avete idee migliori.
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