‘C’ come collaborazione, co-working, condivisione, ‘C’ come Copernico. Copernico è il nome del progetto che a Milano si propone di creare un nuovo grande polo di attrazione per l’industria digitale e innovativa. Copernico è un grande edificio che avrà spazi uffici, spazi comuni, perfino un cinema, distribuiti su 15mila metri quadrati attorno a quali si estende un parco di 2mila metri quadrati ed è completo di parcheggi. L’edificio si chiama Copernico perché si trova nell’omonima via che è vicinissima alla Stazione Centrale, alle linee 2 e 3 della metropolitana, e con un passo in più anche alla 5, si trova a ridosso dell’area di Milano che in questi ultimi anni si è sviluppata con maggiore rapidita e ha visto crescere tantissimi nuovi edifici come la torre Cesar Pelli e il Bosco Verticale, la torre Solaria e il ‘Diamantone’.
Quindicimila metri quadrati sono tanti ma nei piani di Halldis, la società che ha avviato e gestisce il progetto e che già a Milano ha realizzato la BlendTower, questa è solo la prima fase di un grande distretto digitale milanese che potrà ulteriormente estendersi anche in altri edifici della zona. Gli occhi sono ora tutti puntati sull’edificio di via Copernico 38 che secondo i piani aprirà i battenti a metà gennaio 2015, dando così il benvenuto all’anno dell’Expo.
Nelle prossime settimane saranno disponibili ulteriori dettagli sul progetto, sui costi, sui tempi, sulle modalità, al momento è già online un sito web al quale si può scrivere per ricevere le informazioni appena saranno disponibili.
Milano sta già dimostrando di essere terreno fertile per iniziative che mirano a innovare il modo in cui le aziende, e le startup, lavorano. Gli spazi di co-working sono nati un po’ ovunque in città: Talent Garden PoliHub, StartMiUp, The Hub, Avanzi, SpeedMiUp e altri ancora, e poi ci sono gli incubatori, ci sono le aziende del digitale che continuano a crescere, ci sono realtà che mixano le tecnologie con il design e con altri settori più tradizionali compresi quelli che fanno da sempre i protagonisti nell’economia milanese come la moda, ma anche il mondo dell’alimentare in vista appunto dell’Expo.
Tutto questo fermento è tangibile in città, è un fermento che ha anche i suoi momenti rituali come accade quando a giugno, oggi e domani, c’è l’Expo delle Startup, quando a ottobre c’è lo Smau, quando ad aprile c’è il Fuorisalone che attira tantissima gente a Milano da tutto il mondo e che ha saputo dare concretezza ai concetti di inclusività e di trasversalità tra settori economici e industriali, ed è proprio per questa capacità che lo Studio Labo, che ha ideato e organizza il Fuorisalone, è uno dei partner del progetto Copernico.
Ora è il momento di fare un salto dimensionale e di qualità. È il momento di dare alla città ancora maggiore forza nel sostenere la sua tensione verso l’innovazione e Copernico intende fare proprio questo e vuole farlo in modo efficace occupandosi sì di creare lo spazio dove l’intero ecosistema può trovare casa, ma dando allo spazio il ruolo giusto che non è quello di essere vetrina di se stesso ma quello di essere contenitore che esalta e promuove, che mette in luce e sostiene il lavoro e il ruolo dei suoi abitanti che siano aziende, organizzazioni, spazi di co-working, incubatori o altri attori del movimento che a Milano sta crescendo con forza e convinzione e che inizia a battere i piedi perché vuole più spazio, più considerazione, più libertà di movimento perché sa che è in grado di portare ricchezza, valore e di contribuire a fare di Milano città capace di giocare ruolo da protagonista anche nello scenario internazionale.
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