La notizia è rimbalzata rapidamente: il Consiglio di Stato ha sentenziato che non è possibile costituire le startup utilizzando la procedura online. Cosa che fino a ieri si poteva fare, oggi con tale sentenza non è più possibile in quanto è stato accolto un ricorso del Consiglio Nazionale del Notariato, qui la sentenza . Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico sono circa il 36% le startup innovative che da quando è possibile hanno scelto la formula della costituzione online, quindi non si tratta di un fenomeno marginale e la sentenza del CdS apre una serie di questioni. Intanto l’abolizione di questa formula è da più parti vista come un passo indietro verso il processo di modernizzazione della burocrazia necessaria per costituire un’azienda in Italia, poi si apre tutta la faccenda del riconoscimento di quelle startup che si sono costituite online e qui bisogna verificare in che modo la norma che sarà redatta a valle della sentenza si vorrà comportare: se sanarle e quindi equipararle a quelle che si sono costituite dal notaio, se renderle illegittime e quindi costringerle a prendere provvedimenti per mettersi in regola o costringerle alla liquidazione. Di certo c’è che da oggi le startup che si sono costituite online rischiano di essere viste un po’ come quelle di serie B e fino a che la questione non sarà dipanata difficilmente esse potranno raccogliere investimenti o fare operazioni straordinarie. Il danno operativo rischia quindi di esserci fin da subito. Va inoltre detto che già prima di questa sentenza si sono verificati frequenti casi di startup costituire con la procedura online che in fase successive della loro vita si sono trovate poi a dovere fare operazioni che richiedono l’intervento del notaio con non poche difficoltà proprio perché i notai si sono trovati in difficoltà nel gestire la costituzione online, a volte ci sono rese necessarie diverse settimane per potare a termine tali operazioni. Superando prese e rendite di posizione, approcci corporativi e barricate cosa dovrebbe accadere ora affinché l’esperienza della costituzione online non vada perduta e allo stesso tempo si plasmi un sistema e un meccanismo capace di essere effettivamente al servizio e al supporto di chi fa impresa, di chi investe in queste imprese? Serve, come sempre accade, un nuovo approccio innovativo che si declina con la ricerca della soluzione tenendo presente che il focus principale deve concentrarsi sul beneficio che essa deve portare agli imprenditori. Perché ciò accada pare poco efficace che si inneschi una controversia tra chi sostiene le ragioni delle startup e che ritiene che le procedure per costituire nuove aziende debbano conservarsi immutabili. È invece opportuno che si generi un’azione di collaborazione tra chi fa startup e i notai (tra le cui fila, tra l’altro, ci sono anche non pochi business angel e investitori che quindi conosco da vicino le problematiche delle startup) al fine di trovare soluzioni, procedure, modalità che siano condivise e largamente accettate altrimenti qualsiasi altro tentativo di trovare una soluzione rischierebbe di sfociare in una ulteriore controversia portandoci nuovamente al punto in cui siamo oggi. Photo by Scott Graham on Unsplash
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