Ventidue sedi di cui 13 stabilimenti produttivi in tutta Europa, oltre 1500 dipendenti (di cui circa la metà in Alto Adige) e 415 milioni di euro di fatturato nel 2015, di cui il 55% frutto di esportazioni. Questo è oggi il gruppo Rubner, nato 90 anni fa a Chienes, nella Val Pusteria in provincia di Bolzano, quando nel 1926 Josef Rubner Senior costruisce la prima segheria ad acqua. Quarant’anni dopo, nel 1966, sempre a Chienes parte la produzione delle case Blockhaus, la tradizionale tecnica costruttiva in legno. Negli anni settanta inizia la prima fase di espansione internazionale: nel 1974 nasce l’azienda Holzbau a Bressanone (Bolzano) che avvia la prima produzione italiana di legno lamellare, caratteristica della società, nel 1985 nasce la produzione delle case a basso consumo energetico “Rubner Residenz”, e così crescendo con il timone fermo sul concetto di sostenibilità ambientale e di innovazione si arriva al 2007 quando nasce Rubner Objectbau che realizza grandi progetti in legno chiavi in mano (le tappe storiche qui). Ed eccoci all’oggi, che vede Rubner essere un leader delle costruzioni in legno in tutto il mondo, tanto da essere tra i costruttori del nuovo terminal passeggeri del Mactan Cebu International Airport, il secondo aeroporto più grande delle Filippine, che sarà interamente realizzato con il legno lamellare prodotto dall’azienda Rubner Holzbau, specializzata in grandi opere in legno. Per l’occasione sarà sperimentata un nuovo tipo di adesivo per incollare le lamelle, a base melaminica che contiene una bassissima quantità di formaldeide libera, tanto da essere inferiore alla soglia di legge oltre la quale deve essere dichiarata nella scheda tecnica e di sicurezza del prodotto.
Cosa può insegnare Rubner a una startup
I tempi della crescita di Rubner non sono quelli tipici di una startup (anche per la natura del suo business, che non è il “digitale”), ma di una solida azienda familiare che ha grande passione per quello che fa e vuole farlo bene, al meglio. Questa è una delle prime cose che questa straordinaria azienda può insegnare a una moderna startup: diventare i migliori nel proprio settore guidati dalla passione. Come si fa a diventare i migliori e come si declina concretamente la passione è una strategia che per Rubner è rappresentata da tre fattori: l’innovazione continua sul prodotto, i valori aziendali, l’organizzazione verticale della propria crescita. Rubner ha allargato il proprio raggio d’azione fino ad abbracciare l’intera filiera dell’edilizia in legno, dal taglio degli abeti alla produzione di semilavorati, fino ai grandi progetti chiavi in mano. «L’organizzazione verticale del gruppo è garanzia di velocità, continuità, qualità e risparmi grazie alle economie di scala» spiega in questo articolo Andreas Webhofer di Rubner Haus, la business unit dedicata alle case in legno, che a Chienes ha il suo quartier generale. Lo spirito innovativo è quello che ha spinto l’azienda verso la produzione dei legni lamellari negli anni settanta e verso la ricerca di nuove colle oggi o sistemi di assemblaggio che permettono l’esclusione totale dei chiodi; ma è anche quell’innovazione dei processi, che permette di offrire una casa chiavi in mano costruita con tempi impensabili per l’edilizia tradizionale, poiché Rubner ha trasformato il concetto stesso di cantiere. «Siamo in grado di prefabbricare le nostre pareti in questo stabilimento – spiega Matthias Willeit, un consulente di Rubner Haus – in modo che arrivino in cantiere già con tutte le finestre, le porte, i davanzali, l’intonacatura di base, il cappotto termico e la coibentazione. Siamo in grado di costruire una casa al grezzo in qualche giorno, al massimo una settimana, perché il lavoro è già stato fatto in stabilimento.”
I valori aziendali sono gli stessi da 90 anni, ma non sembrano sentire il passare degli anni, anzi sono più che mai moderni: la passione per il legno da tradizione di famiglia si è trasformato in concetti di bioedilizia e ricerca continua della sostenibilità: per costruire una casa Rubner di 100 metri quadri bastano tre camion, contro i venti di una casa in muratura, con conseguente risparmio di carburante e di emissioni di Co2. La stessa lavorazione del legno richiede un consumo limitato di energia e, se si utilizzano processi di termo-valorizzazione per smaltire i residui, l’albero restituisce la Co2 accumulata durante la sua crescita, con un bilancio climatico pari a zero. Le case Rubner sono veloci, isolanti, ecologiche, addirittura antisismiche. Un’eccellenza nel proprio settore. I valori aziendali, naturalmente, comprendono e si intersecano con quanto già indicato in precedenza, cioè la ricerca continua della qualità (attraverso innovazione e organizzazione verticale del gruppo) e fanno del caso Rubner un esempio che può ispirare anche giovani piccole aziende che si affacciano in un mercato altamente competitivo in cui è facile perdere la giusta rotta per inseguire un risultato a breve termine.© RIPRODUZIONE RISERVATA