Come cambiano gli investimenti early stage in Italia, nuovi dati

 

 

 

L’investimento nell’Early Stage nonostante i tempi tiene abbastanza bene – afferma Tomaso Marzotto Caotorta, Segretario Generale Iban –  oggi in Italia vale 169 Ml di € suddiviso in 502 operazioni, all’interno del quale il peso degli investimenti dei BA costituisce una parte importante. Infatti, prendendo in esame i valori aggregati rilevati dalle Associazioni IBAN ed AIFI, si nota che il peso percentuale delle operazioni rilevate da IBAN si attesta al 72% sul totale delle operazioni registrate, mentre sul totale degli ammontari investiti quelli rilevati da IBAN pesano circa il 20%. Questi dati mostrano un certo dinamismo del comparto seed ed early stage financing, nel quale registriamo una forte presenza di altri attori del venture capital a fianco degli angels investors”.

 

Nella tabella, i dati riassuntivi della Survey

 

Si nota un leggero calo nell’ammontare complessivo degli investimenti rispetto  al 2011 quando si era registrato 34.847 milioni di euro. Aumenta invece il numero di operazioni che passa dal le 281 del 2011 alle 366 del 2012 (+30%), ma diminuisce il numero di società investite che scende del 37% passando dalle 151 del 2011 alle 94 del 2012. I settori di maggiore appeal sono stati Energia e ambiente, Ict, Medtech. 

La Survey 2012 riconferma il rafforzamento delle operazioni in “cordate” di investitori. – continua Marzotto Caotorta – Questa modalità permette ai business angel, da un lato, di raccogliere importi più elevati per gli investimenti in start-up più strutturate, dall’altro, di diversificare il rischio e i settori d’investimento. A conferma di quanto sopra indicato, si evidenzia la forte polarizzazione verso gli investimenti individuali di piccolo importo; infatti oltre i due terzi dei BA (76%) dichiarano di aver investito meno del 10% del proprio patrimonio liquido e disponibile e circa il 76% delle operazioni è stato inferiore a 60.000 €; all’interno di questo range il peso della classe < 15.000 € è significativamente aumentata nel 2012".

Spicca un più 71% sulle exit, che porta a un risultato di 24 exit dichiarate. La strategia d’uscita maggiormente segnalata dai BA Italiani è stata la vendita ad altri investitori con il 47%, rispetto al 31% dello scorso anno. Le altre strategie d’uscita rilevanti sono state la vendita ad altra società/fusione (31% contro 38%) e la vendita allo stesso team imprenditoriale (16% contro 24%). La diminuzione di M&A e Buyback potrebbe essere letta in modo positivo come il rafforzarsi di una filiera di investitori capaci di supportare fasi successive all’early stage, anche se il fenomeno degli investimenti in cordata influenza certamente anche questo aspetto. Assente completamente la voce “quotazione in borsa”, che seppure minoritaria è sempre stata presente negli scorsi anni.

Altre note interessanti emersi nella Survey sono sia il fatto che delle società oggetto di investimento, circa l’ 80% sono start-up innovative ai sensi del Dec. Sviluppo bis del 2012 ; sia la considerazione che nell’arco dell’ultimo triennio si è calcolato che il supporto da parte di BA ad aziende startup ha favorito la creazione di circa 650 posti di lavoro. 

 

Sito ufficiale Iban

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