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Non è la prima volta che parliamo della figura del mentor della startup, ancora poco diffusa in Italia, ma piuttosto popolare negli ecosistemi più maturi del nostro. Il mentore, più in generale, è una figura che non è nata con le startup, anzi ha una lunga tradizione storica, come avevamo scritto in questo articolo: il primo mentore di cui si ha notizia, e che ha dato il suo nome alla categoria, è un personaggio dell’Odissea, un amico di Ulisse a cui l’eroe, in partenza per la guerra di Troia, affida suo figlio Telemaco affinché ne abbia cura e lo prepari al trono. Nel mondo startup, anche alcuni grandi imprenditori hanno avuto il proprio mentor: Steve Jobs ha avuto Bill Campbell, Mark Zuckerberg ha avuto Steve Jobs, quello di Bill Gates è stato Warren Buffet. Ma chi sono e cosa fanno esattamente i mentor delle startup? Come si può diventarlo? In quali fasi della vita della startup è davvero importante? Startup Geeks, community di startupper e incubatore online, fondato da Giulia D’Amato e Alessio Boceda, ha recentemente realizzato la prima masterclass gratuita per diventare Mentor, dimostrando che sono tante le persone interessate a diventarlo: per frequentare il corso si sono candidati 110 professionisti (molti dei quali Innovation Manager) ma ne sono stati selezionati solamente 15. I profili scelti sono tutti di professionisti con grande esperienza di management che hanno lavorato in alcune società come Linkedin, Microsoft, Disney e Boston Consulting Group. I criteri che hanno portato alla scelta sono legati sia all’esperienza che ai risultati raggiunti durante la carriera professionale. Un altro elemento molto importante per la scelta dei mentor è quello legato alla motivazione e all’interesse a offire supporto alle startup innovative. Ecco in sintesi quali concetti sono stati sintetizzati nel corso della masterclass.
Mentor di Startup: chi è e cosa fa
Il mentor è quella figura che, avendo diversi anni di esperienza alle spalle e un’expertise in un determinato settore, guida persone meno esperte fino al raggiungimento di un obiettivo ben preciso. Un founder si aspetta di ricevere da un mentor consigli e critiche costruttive, supporto e molti spunti di riflessione. Il mentor sa quali strade intraprendere e quali errori evitare. Perché alle startup serve un mentor? Oltre alla propria esperienza professionale, il mentor fornisce un vero e proprio aiuto alle startup in termini di network e contatti commerciali, le aiuta a raggiungere persone, getta le basi per costruire una visione strategica e permette di velocizzare la presa di decisioni. Il mentor conosce a fondo le complessità imprenditoriali, avendole vissute in prima persona e aiuta la startup a risolvere problemi che a primo impatto possono sembrare invalicabili. Compito del mentor è anche quello di far conoscere le startup presso una serie di soggetti che difficilmente raggiungerebbero da sole, aiutandole così a stringere partnership, acquisire clienti o entrare nel radar di un investitore.
Come il mentor supporta le fasi di sviluppo di una startup
La conoscenza approfondita del mondo startup è fondamentale per un mentor e la masterclass tenuta dai founder di Startup Geeks è servita anche ad approfondire passo per passo tutti gli step che una startup deve affrontare. L’avvio di una startup comporta diversi passaggi, in ognuuno di essi il mentor può constribuire e agevolare il percorso: ● Costituzione del team, nella quale il mentor ha il ruolo di supportare i founder nella definizione del giusto profilo di eventuali co-founder e delle figure necessarie, qui abbiamo una testimonianza della startup Barberino’s proprio su questo argomento; ● Validazione dell’idea: il mentor qui ha il compito di verificare che il problema che la startup si pone di risolvere non sia solo circoscritto al founder o a poche altre persone, ma sia condiviso e non appartenga a un temporaneo trend. Qui puoi leggere qualche consiglio dell’imprenditore Pierluigi Casolari sul processo di idea validation. ● L’analisi del mercato e dei concorrenti: in questa fase il contributo del mentor si focalizza su quanto l’analisi può essere realistica e nel reperimento di sufficienti dati o report. A queste fasi succedono poi: ● La definizione del modello di business, dove il mentor aiuta a elaborare una strategia mirata verso il modello scelto; ● La fase di validazione della soluzione: in questa fase il ruolo del mentor si sviluppa maggiormente nella creazione di contatti tra la startup e altri professionisti se necessario e nella scelta di che tipo di MVP realizzare, ovvero una versione iniziale del prodotto o servizio, che la startup distribuisce, includendo solo le caratteristiche minime al fine di raccogliere da subito i feedback dei clienti; ● Nella fase del go-to-market il mentor serve perlopiù come supporto nella definizione dei canali di traction, nell’allocazione del budget e nella connessione se necessaria con altri professionisti; ● Le fasi del Pitch, business plan, fundraising e valuation sono quelle, spesso, più complicate per i founder e proprio in queste il ruolo del mentor diventa ancora più importante. Non solo il mentor deve controllare e monitorare il business plan, affinché racchiuda tutti gli elementi fondamentali, ma deve aiutare la startup a capire se la propria valuation (processo in cui si calcola il valore di una startup) è realistica e se la situazione è sufficientemente soddisfacente per presentarsi ai vari investitori. Una volta appurato che si può procedere, il mentor fornisce un supporto alla startup nell’identificazione della giusta tipologia di finanziamento in base alla fase e alle necessità; in questa fase ritorna l’elemento chiave della figura del mentro: il network. Photo by NeONBRAND on Unsplash
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