CDP Venture Capital, il nodo delle nomine

Il futuro dell’ecosistema italiano delle startup dipende tutto da una nomina? Non proprio ma è certo che la scelta che il governo farà per la nuova guida di CDP Venture Capital sarà fondamentale per comprendere come il sentiero tracciato fino a qui possa proseguire. Tutto parte dal fatto che finalmente, con la nascita di CDP Venture Capital, le istituzioni del Paese hanno compreso l’importanza di sostenere le imprese che fanno innovazione, dopo il primo vagito del cosiddetto Startup Act voluto dal governo tecnico a guida Mario Monti e dal suo ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera nel 2012, poco è stato fatto per supportare lo sviluppo di un ecosistema che ha perduto rapidamente terreno, in termini di dimensioni degli investimenti, rispetto alle altre economie europee come Francia, Germania e Spagna che oggi investono cifre molto maggiori rispetto a noi. C’è stato quindi un grave di ritardo di consapevolezza e di conseguenza di azione verso la presa d’atto di mettere in campo azioni sostanziali a supporto delle startup, ma al fine è arrivata l’iniziativa CDP VC che ha mostrato da subito l’importanza del ruolo pubblico nell’iniettare capitale nell’ecosistema con logiche di mercato, quindi non investimenti a pioggia, ma azioni mirate, costruite di concerto con gli investitori privati, con le grandi aziende, con le organizzazioni, come acceleratori e incubatori, che operano all’interno dell’ecosistema. Non solo il modello di CDP VC che si è ispirato a quanto fatto in altri Paesi, in particolare in Francia, ha saputo anche uscire dalle gabbie normative e proporsi anche come volano di relazione a livello internazionale per attirare sia imprenditori sia investitori. Quindi, benché la macchina sia partita con deciso ritardo rispetto agli altri Paesi sopra menzionati e quindi il gap in termini di dimensione sia ancora decisamente evidente, il volano si è innescato e i soldi che CDP VC ha iniziato a investire sia in veste di LP di fondi di venture capital privati, sia in modo diretto con fondi suoi e in co-investimento con grandi aziende, hanno dato risultati concreti in termini sia di crescita dimensionale dei capitali disponibili sia in termini di credibilità dell’ecosistema anche presso investitori che fino a prima consideravano l’asset-class startup del tutto marginale se non insignificante quale possibile destinazione per i loro investimenti. Insomma CDP VC che certamente non è perfetta, che deve mettere a punto ancora alcuni dei suoi meccanismi ma è nella natura di un progetto nuovo, ha dimostrato di funzionare bene. Il motivo di questa organizzazione che si è dimostrata efficace è dovuto, secondo l’opinione di chi scrive, al fatto che le persone che sono state chiamate a guidare i diversi fondi e le azioni di CDP VC sono persone che hanno maturato fortissime competenze, esperienze, conoscenze lavorando nell’ambito dell’ecosistema delle startup, del venture capital, dell’angel investing, degli incubatori e degli acceleratori da anni. C’è stata una presa di coscienza e di responsabilità che ha saputo portare a bordo ‘gente che ne sa’ e il credito di questa scelta va dato ai vertici di CDP VC e in particolare all’amministratore delegato e direttore generale Enrico Resmini il quale, consapevole di non avere una storia professionale specifica visto che proveniva da esperienze in società di consulenza e grandi aziende, ha compreso dal primo minuto l’importanza di creare una struttura che fosse realmente capace perché solo così si poteva sperare di tentare di recuperare almeno in parte il ritardo accumulato fino al momento in cui CDP VC è partita nel 2020. Fatte queste considerazioni arriviamo a oggi quando, nella tradizione delle evoluzioni che vi sono quando si tratta di organizzazioni controllate dallo Stato e che quindi gestiscono denari dei contribuenti, al momento del ricambio dei vertici i nomi che vengono proposti sono, non di rado, scelti più per vicinanze politiche che per effettive aderenze delle competenze rispetto alla missione a cui vengono assegnati. Intendiamoci è una considerazione che si basa sui curriculum e quindi sulle esperienze pregresse e non su oggettive dimostrazioni di incompetenza che possono eventualmente essere valutate solo ed esclusivamente sul campo e quindi sulla base delle operazioni e delle gestioni, e quindi è importante mantenere una visione della cosa che sia il più corretta e trasparente possibile, del resto nemmeno Resmini aveva un curriculum così forte in termini di conoscenza del mondo startup e del venture capital, ma ha dimostrato di saper fare bene, soprattutto, come detto, circondandosi di manager e professionisti competenti.

L’ecosistema auspica competenze e consolidamento della strategia

C’è però fibrillazione nell’ecosistema per il cambio al vertice di CDP VC perché vi è la profonda consapevolezza che un cambiamento di rotta o un indebolimento dello strumento in questo momento storico rappresenterebbe un colpo durissimo per l’intero ecosistema. Ora, non è che CDP VC deve durare per sempre e foraggiare l’ecosistema per l’eternità ma è fondamentale il suo ruolo in questo momento in cui si è innescata una crescita che deve essere consolidata e portare l’ecosistema delle startup italiane al livello che merita rendendolo così maggiormente solido, promettente, efficace, efficiente da diventare anche oggetto di interesse di un sempre più nutrito numero di investitori sia italiani sia internazionali e quindi capace di continuare a crescere in modo deciso e sicuro anche nell’eventualità che CDP VC diventi maggiormente marginale rispetto a oggi, ma in questo momento non possiamo permetterci di cambiare rotta. Per questo è importante, e l’intero ecosistema ne è consapevole, che chiunque arrivi a guidare CDP VC, che sia confermato lo stesso Resmini o meno, si tratti di qualcuno che abbia competenze, consapevolezza, e comprenda fino in fondo perché investire in aziende innovative è elemento vitale per il presente e il futuro dell’economia del Paese. La nomina è ancora in sospeso, inizialmente il governo aveva indicato il manager Stefano Donnarumma che in precedenza ha guidato Terna ma è una possibilità ancora lontana dall’essere concreta per ragioni principalmente legate a questioni di buonuscita e di stipendi (qui i dettagli), nel frattempo però l’ecosistema si è messo in allarme e si sono iniziate a vedere le prime prese di posizione pubbliche, anzi la prima perché fino a ora solo l’associazione Innovup ha espresso in modo pubblico, attraverso una nota stampa diffusa il 27 aprile 2023, la sua opinione auspicando che l’evoluzione di CDP VC sia nel segno della continuità: “Come associazione che rappresenta tutta la filiera dell’innovazione italiana, ci teniamo a sottolineare al Governo quanto questo settore sia in Italia parimenti importante rispetto ad altri settori e pertanto, nella scelta dell’AD di CDP Venture Capital – ove si ritenesse necessario un cambio, da noi non auspicato -, invitiamo il Governo a individuare una figura con specifiche competenze tecniche di settore, che garantisca continuità d’azione avendo a cuore e comprendendo a fondo le dinamiche di sviluppo e consolidamento dell’ecosistema innovativo del nostro Paese”, così si esprime la presidente di Innovup Cristina Angelillo nella nota. Con la sua nota Innovup mostra di volere dare un segnale deciso nel comunicare al governo la necessità di procedere a nomine che siano competenti e capaci di portare avanti il lavoro che CDP VC ha compiuto fino a ora e proseguire nell’azione che ha portato la struttura che fa capo a Cassa Depositi e Prestiti a diventare perno dell’ecosistema e principale, di fatto, investitore in startup in Italia. Struttura che già lo scorso dicembre disegnava i prossimi piani di sviluppo come illustrato dallo stesso Resmini e che anche negli ultimi giorni ha prodotto nuove azioni come il fondo per le startup toscane e l’ingresso di FS tra i corporate investor. In questa tornata di nomine in cui rientra anche quella di CDP VC giocano diversi fattori ma è fondamentale che a livello governativo si mantenga la consapevolezza dell’importanza di continuare a sostenere le startup innovative e quindi anche l’operatività di CDP VC che, grazie ai manager operativi dei fondi scelti dall’attuale gestione, ha mostrato di essere allineata con le esigenze di un settore che deve muoversi velocemente, che ha dinamiche specifiche e che deve agire in seno al contesto europeo e internazionale. (Foto di Marco Oriolesi su Unsplash)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Iscriviti alla newsletter