Caracol, la scaleup che opera nell’ambito della stampa 3D di grande formato, che a marzo 2023 ha chiuso un round da oltre 10 milioni di euro e che l’anno precedente aveva raccontato a Startupbusiness i suoi piani di crescita e sviluppo, prosegue nel suo processo di crescita finalizzato a dare concretezza alla missione di diffondere l’adozione della tecnologia nota con la sigla LFAM che sta per large format additive manufacturing, e così favorire la diffusione di un processo produttivo industriale più efficiente, flessibile e sostenibile.
Nata a Milano nel 2017, Caracol ha vissuto fino a oggi una rapida crescita a livello internazionale, mettendo insieme un team con competenze multidisciplinari. L’azienda ha investito nello sviluppo della sua tecnologia di manifattura additiva e nell’adottare un approccio fortemente orientato al servizio. Questo ha portato all’apertura delle due ultime strutture vicino a Milano, al rinnovamento del proprio stabilimento di produzione LFAM, certificato ISO 9100, fino all’apertura di una sede per il mercato nordamericano ad Austin nello stato USA del Texas, lo scorso anno. Oggi, Caracol è presente con quattro sedi nel mondo e presto se ne aggiungerà una quinta, come annunciato dal CEO Francesco De Stefano nel corso dell’evento di inaugurazione delle nuove strutture il quale ha anticipato appunto l’apertura del nuovo ufficio a Dubai, per servire i clienti nell’area cosidettta GCC (Gulf Cooperating Council).
“Il raggiungimento di questo traguardo, oggi, è motivo di grande soddisfazione per tutto il nostro team. È un ulteriore passo verso l’evoluzione e l’espansione delle possibilità della stampa 3D di grandi dimensioni in ambito manifatturiero e la realizzazione della nostra visione nel mondo della produzione industriale avanzata – afferma in una nota De Stefano che è anche co-fondatore della scaleup – . Le sedi Italiane sono il fulcro delle nostre operation a livello globale, e questa espansione permetterà al nostro team, partner e clienti di raccogliere sempre più soddisfazioni dall’adozione di queste tecnologie. Il loro successo sarà un ulteriore elemento propulsivo verso la realizzazione di un nuovo paradigma di produzione industriale, che da sempre perseguiamo in azienda e che fa parte della nostra visione”.
Lo scorso 1 febbraio Caracol ha ufficialmente inaugurato due nuove sedi. Un primo stabilimento di assemblaggio e test, dove i sistemi Heron AM dell’azienda prendono vita sviluppati su misura intorno alle esigenze dei clienti, vengono poi collaudati e testati accuratamente prima dell’installazione presso le rispettive sedi. Il team coinvolto in queste operazioni si occupa anche della corretta ed efficace progettazione e preparazione dell’ambiente dedicato alla tecnologia all’interno degli stabilimenti produttivi dei clienti. La seconda sede è l’innovation hub, una struttura progettata per ospitare tutte le attività del team di ricerca e sviluppo. In questo spazio, diversi laboratori sono destinati allo sviluppo della tecnologia e dei processi integrati forniti da Caracol: dalla qualifica di nuovi materiali, allo sviluppo di software, hardware e automazione, alla sperimentazione dei processi di stampa 3D di polimeri e metalli, qui l’azienda lavora per migliorare le prestazioni della propria tecnologia, contribuendo ad alzare sempre più il livello e la qualità dei processi di produzione additiva di grandi dimensioni.
“Il nostro lavoro è incentrato sulle esigenze produttive e applicative dei nostri clienti. L’apertura di queste due sedi all’avanguardia ci consentirà di crescere ulteriormente nel fornire soluzioni tecnologiche di alta qualità e affidabilità, pensate per una produzione efficiente e sostenibile”, dice Paolo Cassis, COO e co-fondatore di Caracol.
“Vedere partner e clienti con cui Caracol ha avuto il piacere di lavorare in questi anni unirsi a noi da tutto il mondo, per celebrare questo traguardo, è davvero straordinario. Il nostro successo è possibile solo grazie alle persone e alle aziende fantastiche con cui abbiamo il piacere di lavorare ogni giorno”, aggiunge De Stefano.
Clienti da tutto il mondo
Oltre agli stabilimenti e l’headquarter Europa di Caracol, la società ha portato i suoi ospiti alla Artwood Academy, scuola tecnica e di formazione professionale in ambito manifatturiero, dove Caracol ha condiviso il palco con le istituzioni locali e con alcuni dei partner che stanno realizzando progetti con le piattaforme di stampa 3D industriale Heron AM. Armando Alves, CEO della portoghese Solidtech, ha condiviso la propria esperienza nella stampa 3D di supporti per gusci in nichel, destinati alla produzione di cruscotti automobilistici; Massimiliano Zulli, marketing manager dell’italiana Treddy ha parlato di un progetto per l’industria nautica, in cui parti sovrastrutturali finite come i t-top di yacht sono stati stampati interamente in 3D; Dominic Wright, CEO di Generation 3D con sede negli Emirati Arabi Uniti, ha raccontato il lavoro che il proprio team sta svolgendo, stampando in 3D progetti architettonici come lo stand della municipalità di Dubai alla recente conferenza COP28; Faisal Alamer, CEO della saudita Namthaja ha mostrato il processo di sostituzione delle tecnologie tradizionali con soluzioni large format additive manufacturing che sta prendendo piede nella produzione industriale della regione del Golfo; e Michael Gorski, CEO di Filament Innovations, azienda con sede negli Stati Uniti, ha condiviso i risultati ottenuti sostituendo il processo di piegatura del metallo con la stampa 3D robotizzata, per la realizzazione di armadietti tecnici dal design personalizzato.
Le esperienze condivise dai partner Caracol hanno evidenziato l’impatto di questa tecnologia e in particolare dei sistemi di stampa LFAM Caracol sulla produzione industriale dando spazio a una reale prospettiva per il futuro della produzione industriale, che modifica i processi e l’approccio alla progettazione, all’ingegnerizzazione e alla produzione stessa con il fine ultimo di ottenere maggiore efficienza, ottimizzazione di prestazioni, costi e tempi di consegna; flessibilità e libertà di progettazione e personalizzazione; e sostenibilità dalla selezione all’impiego più efficace di materie prime, anche riciclate e riciclabili, e risorse come la riduzione dei consumi di acqua e energia.
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