Del profilarsi all’orizzonte di un enorme potenziale di business legale intorno alla cannabis, abbiamo parlato già qualche tempo fa (2014) in questo articolo “Cannabusiness e cannatrepreneur, il prossimo fast growing market in US”, in cui si riportavano i primi significativi segnali all’interno dello scenario startup-venture capital, di un mercato che affilava le unghie, spinto dall’espandersi di Stati americani che liberalizzano la marijuana. Nei giorni scorsi, la Pennsylvania è stato il 24° Stato a farlo. E oltre 35 milioni di americani ne fanno uso per ragioni mediche. Ciò non ha chiuso il dibattito sul tema, ma al netto delle chiacchere questo è quanto: nel 2015 in US, riporta CB Insights, oltre 50 startup che in vario modo si occupano di cannabis hanno ottenuto investimenti per oltre 213 milioni di dollari. Tra gli investitori DCM Ventures, Founders Fund e Casa Verde Capital, il fondo d’investimento solo per cannabusiness del rapper Snoop Dogg. Ecco la mappa delle startup che “fanno uso di cannabis”: si va dalle agritech per la produzione, alle agenzie comunicazione specializzate nel branding; dal sito di news a quello di ecommerce; dagli analytics alle app per la discovery, la gestione di prescrizioni mediche e acquisto, pagamenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA