Business angel in Italia, nel 2018 + 75%

E’ arrivato anche quest’anno l’annuale report Iban che monitora l’andamento dell’angel investing in Italia e che per il 2018, come primo dato interessante, ci segnala una crescita del 75% rispetto al 2017, pari alla cifra di 46,5 milioni di euro, di cui 8 mln quelli investiti da business angel donne (contro i 5,3 del 2017), confermando la tendenza già vista nel precedente report, di una crescita dell’impegno femminile nell’investimento informale in capitale di rischio. La cifra di 46, 5 milioni porta l’angel investing italiano agli stessi livelli record del 2014, dopo il dimezzamento degli ultimi tre anni. Ricordiamo che il report di Iban viene realizzato fondamentalmente sulla base di una survey volontaria alla quale hanno aderito in questa occasione 200 investitori: si tratta quindi di un campione che fotografa la situazione, ma non del tutto omogeneo di anno in anno, a cui sfuggono certamente diverse operazioni e che rende difficile le comparazioni. Altre fonti utilizzate per la rilevazione delle operazioni d’investimento sono: la stampa specializzata italiana e internazionale, recall telefonici, database specializzati, database del registro delle Imprese. “L’apporto dei business angel si attesta ormai stabilmente sopra i 25 milioni di euro, con alcuni picchi come quello di quest’anno a oltre 46 milioni di euro. Ma non parliamo solo di una componente finanziaria. Oltre uno su due si impegna direttamente per dare un contributo imprenditoriale e manageriale alle neo imprese, in una fase in cui le scelte gestionali sono spesso fondamentali per il successo dell’azienda”, ha dichiarato Paolo Anselmo, Presidente di IBAN, sottolineando che “in Italia è fondamentale l’apporto della componente femminile che in controtendenza con il resto d’Europa si attesta su percentuali elevate. Come associazione già da alcuni anni portiamo avanti il progetto Women Business Angels for European Entrepreneurs che mira a sensibilizzare e far conoscere al pubblico femminile la professione dell’angel investor, raccontando storie di successo che possano essere esempio e ispirazione per le altre”. Vediamo ora i risultati del report più in dettaglio. Sono 167 le operazioni censite, per un totale di 46,5 milioni di euro, di cui il 29% supera i 200 milioni, mentre il 52% è di importo inferiore ai 100 milioni I settori che hanno beneficiato maggiormente dei finanziamenti sono l’ICT, seguito da Servizi finanziari e Commercio e Distribuzione. Aumenta il numero complessivo di operazioni – 167 nel 2018 contro le 117 del 2017 – e l’investimento medio – 278mila euro rispetto ai 227mila euro dello scorso anno: secondo un trend sempre più diffuso, gli investitori tendono ad unirsi in cordate per aumentare l’apporto finanziario e ridurre il rischio. Il 17% degli investimenti è fatto da investitrici, in lieve calo rispetto al 20% dello scorso anno, ma in forte crescita per valore assoluto (circa €8 mln del 2018 contro €5,3 del 2017).

Profilo del business angel

Il profilo e le caratteristiche del business angel tipico non sono cambiate negli ultimi anni. Dalla ricerca emerge, infatti, che il business angel italiano è un imprenditore con un passato da manager, un’età che varia tra 30 e 50 anni, laureato, affiliato a IBAN, a uno dei BAN territoriali, o a un Club d’investitori nel Nord Italia, con un patrimonio inferiore ai 2.000.000 di euro, di cui circa il 10% dedicato ad investimenti in start up. Nel momento di valutare il progetto imprenditoriale, i principali criteri presi in considerazione sono le caratteristiche del prodotto/servizio (24%), il potenziale di crescita del mercato (19%), la possibilità di poter svolgere un ruolo imprenditoriale (19%) Il 50% degli intervistati afferma inoltre di essere molto coinvolto nella startup investita, soprattutto in termini competenze strategiche e contatti per lo sviluppo dell’attività economica, oltre all’apporto risorse finanziarie.

Riepilogo delle statistiche della Survey IBAN negli ultimi 5 anni (fonte Iban)

   

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