La velocità e il dinamismo della città di Milano ha appena dato alla luce un altro dei suoi interessanti frutti legati al mondo dell’innovazione digitale. È infatti recentissima la nascita della Fondazione FintechLab che ha come scopo quello di promuovere l’adozione e lo sviluppo di nuove tecnologie e consolidare il rapporto tra il mondo della finanza e quello della tecnologia. La Fondazione, come prima iniziativa, si è concentrata sul mondo Bitcoin e più in generale sulla tecnologia blockchain. Sulle monete digitali molto è già stato detto, ma le pagine del destino che avranno queste monete digitali sono ancora da scrivere. La Fondazione FintechLab si propone come first mover sullo scenario italiano. Nasce così il progetto Blockchainlab che è attivo nell’aggregazione dei migliori esperti, sia nazionali sia internazionali, al fine di poter diventare un esclusivo laboratorio di ricerca capace di sviluppare nuove tecnologie. Il fine è quello di approdare a una nuova rivoluzione copernicana in cui verranno capovolti i sistemi finanziari e di pagamento. In questo ambito, l’Italia sembra essere ben posizionata, facendo sfoggio di startup e di esperti riconosciuti a livello mondiale. Attraverso Bitcoin, si potrebbe approdare in una nuova era in cui, grazie al protocollo informatico peer to peer, chiunque può diventare parte attiva di qualsiasi scambio digitale: Bitcoin basa il proprio presupposto d’esistenza sulla decentralizzazione. Non esiste un ente centrale come una Banca che può gestire il valore della moneta, che valida tutte le transazioni e che, in qualsiasi momento, può immettere nuova liquidità. I bitcoin guadagnano valore attraverso la loro caratteristica principale ideata dal misterioso inventore Satoshi Nakamoto, cioè, la scarsità: i bitcoin nascono in numero predefinito e limitato. Si è ricreato digitalmente il concetto di miniera, nella quale, potenti calcolatori sono in grado di portare alla luce i bitcoin come se fossero oro. A differenza del metallo prezioso, grazie agli algoritmi creati, conosciamo in partenza, (all’incirca) la quantità di tempo che servirà per trovare tutti i bitcoin e conosciamo precisamente il loro numero limitato e predefinito, cioè 21 milioni. Attraverso questi concetti base, Bitcoin e la blockchain ci fanno approdare “nell’internet della proprietà” dove un registro protetto dalla potenza di calcolo tiene traccia di tutte le transazioni e di tutte le validazioni che vengono date dai miner. In questo modo, vengono arginate le problematiche associate al double spending e quelle relative a transazioni fittizie o fraudolente. Questa rivoluzione, oltre a disorientare i singoli individui, potrebbe spaventare tutti i centri di potere che, oggi, comandano la grande nave delle valute tradizionali. Data la delicatezza e la serietà del tema, abbiamo voluto un confronto diretto con il direttore generale della Fondazione FintechLab (anche co-fondatore e vicepresidente dell’associazione di Categoria AssoB.it) Giacomo Zucco, il quale, ci aiuta a fare chiarezza sui termini utilizzati: “La blockchain è la particolare tipologia di registro pubblico distribuito che sta alla base del protocollo Bitcoin e ne consente il funzionamento. I singoli bitcoin rappresentano una ‘commodity digitale’ che funge da incentivo per le operazioni che garantiscono la sicurezza di questa struttura, permettendone l’esistenza. I due concetti sono intimamente legati: i possibili utilizzi della blockchain possono riguardare ambiti ben più ampi e generali rispetto alla transmissione di questa ‘commodity digitale’, che peró rimane fondamentale come meccanismo di incentivo. Il progetto Blockchainlab si propone di radunare l’eccellenza italiana e internazionale, al fine di vagliare tutto ciò che esiste adesso in questo campo e provare a intercettare le tendenze future”. Spesso ci è capitato di sentire parlare di Bitcoin in maniera del tutto distorta, senza quasi mai riuscire a comprendere il possible valore aggiunto di questo “oro digitale” e senza comprendere tecnicamente quelli che possono essere i vantaggi e gli svantaggi di poterci un domani affidare a una nuova generazione di monete epi-nazionali ed epi-bancarie. Ancora più spesso, ne abbiamo sentito parlare come qualcosa di negativo, legato al mondo del deep web e degli acquisti illegali. Il motivo? Nel parlare con Giacomo Zucco capiamo che, forse, è ancora troppo presto per esprimere giudizi definitivi: “si tratta dello stesso fenomeno che ha accompagnato la nascita della rete internet stessa. Agli albori del web si considerava quell’ambito come fortemente rischioso, sospetto, pericoloso. Ci sono voluti diversi anni per far rientrare questa tecnologia nella quotidianità di ciascuno di noi e per apprezzarne veramente i vantaggi. Ogni nuova tecnologia, specialmente se di portata davvero rivoluzionaria, porta con sé nuovi rischi e nuove opportunitá, ed é una tendenza naturale quella di vedere inizialmente solo i primi a discapito delle seconde”. Grazie a questo confronto, si capisce chiaramente la delicatezza del tema e, inoltre, si comprende come l’ecosistema di Bitcoin non sia più un mito relegato all’immaginazione di informatici solitari, bensì, stia diventando una vera e propria realtà che interessa sempre di più l’intero mondo della finanza.
“Ci sono voluti molti anni per vedere nascere dal protocollo che sta alla base di internet applicazioni che tutti conosciamo come Skype, Facebook ecc. Dalla ricerca sulla tecnologia blockchain potremmo arrivare a costruire e implementare una serie di applicazioni che rivoluzioneranno il mondo come lo conosciamo”. Leggendo in rete si trova facilmente riscontro nelle parole di Zucco. È recente la dichiarazione del Nasdaq, indice dei titoli tecnologici Usa, sull’avvio di un programma sperimentale basato sull’utilizzo di una particolare tecnologia blockchain (colored coins) per la transazione di titoli. In tal modo, la velocità delle transazioni, la sicurezza e la riduzione dei costi verranno sperimentate da un colosso di fama mondiale. A incentivare la costituzione della Fondazione, un gruppo di imprenditori che sono già partiti alla ricerca di partner e sostenitori illuminati con cui condividere la passione e l’importanza di guardare avanti osservando ciò che accade oggi. È noto, ormai, che il mondo blockchain sia in fortissima ascesa in tutto il globo avendo come punti di riferimento principali i nuclei finanziari di Londra e New York e quelli tecnologici di San Francisco (gli investimenti internazionali per lo sviluppo di questo settore si aggirano intorno ai 400 milioni di dollari nel primo trimestre del 2015; www.coindesk.com). Ma anche Milano potrebbe imporsi in tale corsa, grazie a questo progetto ambizioso e ricco di stimoli che intende disegnare le strutture della finanza 2.0. Nel settore delle monete digitali c’è molto da imparare e, ancora di più, da scoprire, ma, ormai, è evidente che per il mondo finanziario non é più possibile sottovalutare il progresso e l’innovazione tecnologica. di Edilio Rusconi – Laureato in Filosofia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Si è formato nel Marketing Editoriale e ha collaborato con varie testate giornalistiche, tra cui il settimanale di economia e finanza “Il Mondo”. Attualmente è presente nel gruppo multidisciplinare del Progetto Blockchainlab. (photo credits: Tiger Pixel, Bitcoin)
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