“Sono molto felice di guidare Italia Startup nella fase di “scale-up” che segue quella di “start-up” intrapresa con grande successo dall’Associazione dopo il debutto del 26 Maggio 2012. Fin dalla sua costituzione, in Italia Startup abbiamo lavorato per “fare sistema” e unire le forze di chi attivamente vuole diffondere la passione del fare impresa e la cultura dell’intraprendere. Imprenditori e imprese sono, infatti, al centro del nostro progetto e ora che la fase “seed” dell’Associazione è terminata, durante questo secondo mandato che si apre oggi, dobbiamo lavorare per crescere e diventare un’associazione con una sempre maggiore capacità di incidere sui fattori che determinano la possibilità di sviluppo delle nostre imprese perseguendo l’obiettivo di rendere innovative le grandi imprese e grandi le nuove imprese innovative. La nostra azione deve quindi essere centrata sulla figura dell’imprenditore e sull’ampliamento e il rafforzamento di un ecosistema solido che coinvolga attivamente startup e imprese e evolute nella creazione di valore per il nostro Paese.” Così commenta Marco Bicocchi Pichi, eletto presidente alla guida dell’associazione Italia Startup fino al 2018, nel corso del Consiglio Direttivo svoltosi oggi 30 giugno. Imprenditore e business angel, Bicocchi Pichi lo scorso anno è stato eletto Business Angel of the Year, ne avevamo parlato qui. Eletti anche Antonio Perdichizzi in qualità di vicepresidente e i 30 membri del consiglio stesso (in parte conferme, in parte new entry), che accompagneranno Bicocchi Pichi nella durissima fase di scaleup dell’associazione guidata fino a oggi da Riccardo Donadon, uno dei fondatori di H-Farm. La nascita dell’associazione è avvenuta nel 2012 in un momento propizio al tema “startup” : il fenomeno cominciava ad ambire il mainstream, l’attenzione mediatica cresceva, la parolaentrava per la prima volta nel vocabolario di governo (ricordate la Task Force di cui faceva parte anche Donadon e si riuniva ad H-Farm? il rapporto Restart Italia che in parte confluì nel famoso Decreto Passera?). Italia Startup è figlia di quel periodo e di quel clima e in questi primi tre anni di attività ha portato avanti con perseveranza la sua idea di sviluppo dell’ecosistema startup, della cultura imprenditoriale e delle relazioni industriali e istituzionali, cercando di aggregare startup, imprese, organizzazioni di categoria, investitori, istituzioni. Attualmente conta 564 soci (329 persone fisiche, 153 startup seed, 6 startup consolidate, 56 “partner” delle startup tra incubatori, investitori e abilitatori, 20 aziende mature), è una organizzazione riconosciuta quale interlocutore dell’ecosistema startup italiano e il cambio di poltrone avvenuto ufficialmente oggi, la fa presumibilmente entrare in una fase più matura, tagliando il cordone ombelicale con H-Farm. Come riportava EconomyUp in questo articolo, non è mai facile gestire un’associazione, tanto meno una di questo tipo che vuole tenere insieme interessi molto diversi tra loro e che, di conseguenza, nella ricerca di una sua identità trova una strada tutta in salita. Con il ricambio ai vertici e nel Consiglio (tra le new entry ci sono per esempio Paola Marzario di Brandon e Alvise Biffi, presidente Piccola Industria di Assolombarda), si gettano le basi per una più chiara direzione dell’associazione che, a dirla con le sue stesse parole, ha un obiettivo ambizioso “Rendere innovative le grandi imprese, rendere grandi le imprese innovative”.
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