AX-E0 è il chip realizzato dalla startup Arox che si propone di rivoluzionare il mondo dell’internet of things. Fondata nel 2022 dopo un percorso di incubazione al Politecnico di Milano, Arox è guidata da Davide Toschi, ingegnere che ha scelto di intraprendere questa sfida dopo aver rifiutato offerte da parte di grandi aziende del settore dei semiconduttori.
A credere in Arox è anche GB Invest gruppo italiano già attivo nei settori come nautica di lusso, real estate e hotellerie che ha deciso di supportare il progetto condividendone la visione e il potenziale di crescita.
La missione di Arox è ridefinire il concetto di Ultra Low Power, sviluppando soluzioni avanzate system-on-chip (SoC) e ASIC per fissare un nuovo standard di efficienza energetica nel settore.
Grazie alla CPU personalizzata basata su una architettura Leonardo, il chip riduce il consumo di energia fino a 10 volte rispetto ai processori della stessa categoria, senza comprometterne tuttavia le prestazioni.
Con una frequenza massima di 32 MHz, AX-E0 supporta diverse interfacce di comunicazione come UART, SPI e I2C, assicurando ampia compatibilità con vari dispositivi.
Una delle caratteristiche è la tecnologia di energy harvesting, che gli permette di alimentarsi esclusivamente ricavando energia dall’ambiente. Sfruttando i vantaggi dell’energy harvesting, AX-E0 si configura pertanto come chip self-powered, eliminando la necessità di batterie nei dispositivi che lo integrano e contribuendo così a ridurre sia i costi di manutenzione che l’impatto ambientale.
L’architettura compatta di cui si avvale AX-E0 integra un numero ridotto di porte logiche, minimizzando l’area occupata e la dissipazione di potenza statica. Questa ottimizzazione lo rende particolarmente adatto per applicazioni IoT con vincoli energetici stringenti, dove efficienza e autonomia sono fattori determinanti.
Oltre al design innovativo, l’altro valore aggiunto di AX-E0 è la versatilità: il chip di Arox è progettato per integrarsi in un’ampia gamma di applicazioni a basso consumo. Tra i principali ambiti di utilizzo rientrano le IoT Utility, dove può contribuire a rendere più efficienti le reti intelligenti per la gestione dell’energia. Nel contesto delle smart city, è invece pensato per abilitare le infrastrutture urbane avanzate, specialmente nei sistemi di monitoraggio che raccolgono e analizzano dati tramite sensori per la manutenzione predittiva, ottimizzando la gestione in caso di malfunzionamenti.
Nel settore del wellbeing, AX-E0 è inoltre compatibile con dispositivi indossabili come fitness tracker e smart clothing. Il chip si presta anche a soluzioni per attrezzature per fitness e palestre, oltre che per il settore della domotica, dell’home appliance e degli smart building, ovvero in tutte quelle applicazioni che coinvolgono interazioni tra piccoli dispositivi low power a basso peso.
“La nostra missione è ridefinire gli standard di efficienza nell’IoT, massimizzando il rapporto tra prestazioni e consumo energetico. Fino a ora ci siamo riusciti ottenendo un riduzione di dieci volte in termini di risparmio rispetto alla concorrenza – afferma in una nota Davide Toschi, CEO di Arox, nella foto insieme al team – AX-E0 vuole rappresentare un punto di svolta: un ASIC con un linguaggio di programmazione innovativo, general purpose, ma sviluppato per assicurare prestazioni di alto livello in applicazioni specifiche. A fare la differenza è il nostro approccio al design: è la chiave che consente ad AX-E0 di ottenere performance elevate con un consumo estremamente ridotto”.
Obiettivo di Arox è quello di conquistare nuovi ambiti applicativi, tra cui il settore aerospaziale e medicale, rafforzando al contempo la propria presenza nell’IoT.
“A medio-lungo termine, Arox si propone di consolidare l’Italia come un punto di riferimento nel settore dei semiconduttori, affiancandosi alle eccellenze tradizionali del made in Italy. Si tratta senza dubbio di un obiettivo ambizioso, ma che ci vedrebbe protagonisti della trasformazione del panorama tecnologico nazionale – aggiunge Toschi – Vogliamo inoltre che Arox diventi un polo di attrazione per i migliori talenti ingegneristici italiani provenienti non solo dal Politecnico, ma da tutte le principali realtà accademiche del Paese”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA