L’agricoltura è un’attività che sin dalle sue origini si è legata a tecnologia e conoscenza più di quanto si pensi: è proprio per coltivare in maniera più efficiente che l’uomo ha cominciato a inventare strumenti di lavoro, si pensi all’innovazione dell’aratro.
Ma non solo: l’uomo ha imparato a osservare e prendere nota del clima, dei cambi stagionali, delle connessioni tra clima e problemi, delle differenze tra un terreno e un altro, di cosa fa bene a una coltivazione e male a un’altra. Insomma, fare l’agricoltore non è mai stato solo un lavoro di zappa, ma basato su un know-how fatto di informazioni e conoscenza.
La trasformazione digitale ha tardato a toccare il mondo agricolo, ma oggi siamo all’alba di un nuovo connubio tra agricoltura e tecnologia, un connubio cavalcato anche dalle startup, che rivoluzionerà il modo in cui la produzione agricola viene realizzata portandola verso un nuovo concetto di sostenibilità economica e ambientale. L’agricoltore 2.0, o forse dovremmo dire 3.0 ha una grande alleato nei big data, ha un grande alleato nei software che gli permettono di realizzare la cosiddetta ‘agricoltura di precisione’, ovvero ‘fare la scelta giusta, al momento giusto, nel posto giusto’.
E’ quello che fa Agricolus, una innovativa società italiana nata nel 2017 che opera appunto nel settore del precision farming, offrendo diverse applicazioni in cloud ad agricoltori e agronomi, grazie alle quali questi professionisti potranno seguire il processo di produzione a 360° e prendere decisioni data-driven, riducendo i costi, migliorando e garantendo una maggiore qualità del prodotto agricolo, in un’ottica di sostenibilità.
‘Abbiamo una varietà di soluzioni che ci consentono di rispondere a qualunque esigenza legata alla coltivazione: dall’agricoltore, all’agronomo, all’impresa agricola. Senza escludere le agro holding companies. – dice Antonio Natale, COO di Agricolus – L’agricoltura intelligente è un settore con potenzialità di crescita enormi in Italia: sono sempre più numerose le aziende agricole che stanno cercando di applicare le tecnologie digitali all’agricoltura, ma non mancano le resistenze. Dobbiamo tenere a mente che l’agricoltura si è basata per secoli sull’esperienza degli agricoltori stessi: un bagaglio fatto di intuizioni, colpi d’occhio, tradizioni consolidate e credenze popolari, non sempre supportate da basi scientifiche. Oggi alle aziende agricole viene richiesto di essere competitive, con il tempo sono diminuiti finanziamenti e contributi e sono state varate leggi sui trattamenti. Non si può più fare a meno di un sistema scientifico che consenta di raccogliere, interpretare e archiviare le informazioni per prendere decisioni basate su dati certi’.
Il precision farming è quindi la digital trasformation applicata all’agricoltura e vive un’ importante crescita in tutto il mondo: secondo Global Market Insights entro il 2024, questo mercato oltrepasserà i 10 miliardi di dollari, grazie alla sua effettiva capacità di migliorare la produttività, fatto che si sposa con la grande richiesta di prodotti agricoli conseguente la crescita della popolazione mondiale.
La startup Agricolus si è classificata terza per la categoria Innovative Made in Italy dell’edizione 2017 di UniCredit Start Lab e ha pertanto potuto seguire un percorso di accelerazione volto a rafforzare la crescita della società e il suo confronto con il mercato, come spiega Antonio Natale.
‘Grazie a Unicredit Start Lab siamo riusciti a potenziare le nostre competenze economico-manageriali tramite l’attività di mentoring, e a sviluppare il nostro network con potenziali investitori, top manager e aziende corporate. Ci sentiamo più forti come società poiché abbiamo una base pratica per affrontare in modo mirato le problematiche relative alla gestione di una giovane azienda, consentendoci di sviluppare il nostro prodotto appena uscito sul mercato.’
Agricolus intende portare le sue soluzioni sul mercato con un modello di vendita SaaS, ma ha anche lanciato una versione totalmente free fino ad un massimo di 10 ettari di utilizzo. ‘La scelta si basa sulla convinzione che la diffusione di una nuova tecnologia sia propedeutica alla diffusione del prodotto nel mercato’.
Le soluzioni di Agricolus, guardando all’intero pacchetto di funzionalità, sono uniche nel mercato italiano, in cui sono presenti altre soluzioni che coprono solo però alcuni set di funzionalità. ‘Spesso queste soluzioni non sono in grado di dialogare con altre a loro complementari. Coprono solo aspetti legati alle fitopatie per esempio. Oppure solo quelli legati alla gestione aziendale. Sempre una visione parziale di un approccio che deve essere geografico e olistico. – spiega ancora Antonio Natale – Agricolus è un’unica interfaccia “plug and play” e open per l’agricoltura di precisione, un supporto alle decisioni pronto all’uso, dal trattore allo smartphone, dal satellite al campo, che permette di concentrarsi sui processi di campo garantendo una maggiore sostenibilità ambientale senza perdere di vista quella economica rivolta a una maggiore produzione, qualità e tracciabilità’.
Agricolus è quindi una tech company in un mercato in forte crescita e dalla scalabilità enorme. Giustamente ora è focalizzata sull’ingresso nel mercato e giustamente coltiva le su ambizioni future, che non possono non volgersi anche all’internazionalizzazione.
‘Abbiamo davanti a noi mesi molto intensi! Da poco abbiamo lanciato Agricolus Essential Free che permette a tutti fino a 10 ettari di iniziare a prendere confidenza con lo smart farming. Agricolus Essential è il livello di entrata e da aprile sarà disponibile anche per più ettari. Prima di questa estate ci sarà un’anteprima delle funzionalità presenti con Agricolus Plus (rilasciato definitivamente a fine 2018) con una forte componente funzionale specifica per la vite, l’olivo, il mais e il tabacco, sia di modellazione agronomica (fenologia, fitopatie, bilancio idrico) sia di raccolta dati. Agricolus Plus permetterà di usufruire di dati Sentinel 2 oltre ai dati Landsat già presenti. Per ogni campo sarà possibile visualizzare e comparare specifici indicatori vegetazionali per la vigoria, lo stress idrico e la clorofilla. Ma sarà anche possibile collegare le stazioni meteo più diffuse sul mercato con pochi semplice passaggi! – conclude Natale – Il nostro obiettivo è competere in Europa. Il mercato italiano sicuramente è importante ma soprattutto è un’ottima palestra tecnica e commerciale dove allenarsi. Fare innovazione in agricoltura significa iniziare a guardare oltre i confini nazionali con l’ambizione di traguardare anche oltre oceano’.
Ricordiamo che è aperta la nuova call di Unicredit Start Lab, tutte le info su come partecipare qui.
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