Agricoltura 4.0, altrimenti detta agri-tech, ovvero il mercato delle soluzioni hardware e software al servizio delle coltivazioni, delle imprese agricole, della filiera alimentare: agricoltura di precisione, data analytics, macchine e attrzzature agricole connesse, sistemi di monitoraggio e tracciabilità, IoT, Blockchain, ecc. Un mercato sicuramente in crescita prima della pandemia, e dopo? Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, ‘il settore agroalimentare ha superato la prova della pandemia, mostrandosi dinamico e aperto all’innovazione, ben consapevole dei benefici che l’applicazione delle tecnologie digitali può apportare in termini di efficienza, competitività, sostenibilità della filiera–ha detto Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood -.Nonostante questo, soltanto una piccola parte della superficie agricola è oggi coltivata con strumenti 4.0. Per sbloccare questo potenziale ancora inespresso sarà necessario lavorare sull’interoperabilità e l’interconnessione delle soluzioni, lo sviluppo di competenze specifiche e la valorizzazione e condivisione dei dati’. L’emergenza Covid ha in realtà messo sotto stress il settore agroalimentare italiano, diminuendo la disponibilità di manodopera, aumentando la pressione sulla logistica distributiva, riducendo le vendite nel canale Ho.Re.Ca e la fiducia dei consumatori. Queste difficoltà, soprattutto durante il primo lockdown, hanno rallentato anche il mercato dell’Agricoltura 4.0, che però è ripartito di slancio nella seconda parte dell’anno, raggiungendo un valore di 540 milioni di euro nel 2020 (circa il 4% del mercato globale) e registrando una crescita del 20%rispetto all’anno precedente, in linea con l’andamento pre-pandemia. La spesa è trainata dalle soluzioni di Agricoltura di Precisione –gli strumenti a supporto delle attività in campo –come i sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (36% del mercato), ed i macchinari connessi (30%). Questo incremento e questa innovazione del comparto riguardano in questo momento solo una piccola parte delle superfici coltivate, solo il 3-4%, il che fa supporre che il potenziale agritech sia davvero enorme. Il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 è trainato dai produttori di macchine agricole e ausiliari, responsabili del 73% del fatturato, seguiti dai fornitori di soluzioni IT e tecnologie avanzate (in particolare Internet of Things) con una quota del 17%. Le soluzioni che attirano più investimenti sono quelle per il monitoraggio e il controllo di mezzi e attrezzature agricole (36% del mercato) e i macchinari connessi (30%). Nei software gestionali si concentra il 13% della spesa, i sistemi per il monitoraggio da remoto di coltivazioni e terreni coprono l’8%, il 5% è rappresentato da sistemi di supporto alle decisioni, il 4% da soluzioni per la mappatura di coltivazioni e terreni, il 2% da robot per le attività in campo. Sono 538 le soluzioni 4.0 dedicate alle coltivazioni in campo aperto, di cui il 79% pensato per aiutare le aziende agricole nella fase di coltivazione, il 45% durante la semina, il 35% nella raccolta e il 16% nella fase di pianificazione. Le più numerose sono le soluzioni utilizzabili in diversi settori (61%), mentre fra gli strumenti applicabili a specifici comparti prevalgono quelli per l’ortofrutticolo (17%), il vitivinicolo (17%) e il cerealicolo (16%). Le tecnologie su cui si concentrano le soluzioni sono prevalentemente Data & Analytics (73%), piattaforme e software di elaborazione (68%) e Internet of Things (54%, +4%), seguite dai device di ultima generazione (46%), mobilità e geolocalizzazione (38%), veicoli e attrezzature connesse (25%), Cloud (19%,+10%) e Artificial Intelligence & Machine Learning (12%). La maggior parte di questi strumenti è impiegata nella mappatura e monitoraggio da remoto dei terreni (41%), nell’analisi dei fattori ambientali e dei terreni (33%), nel monitoraggio di macchine e attrezzature (23%) e nel water management (19%). Puoi leggere di più sulla ricerca a questo indirizzo.
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