SmairtHero, il gemello digitale per la sanità

«SmairtHero nasce da un desiderio fortissimo: usare la tecnologia per salvare vite umane. Ciò è possibile grazie a un sistema in grado di monitorare in maniera non invasiva i parametri vitali di una persona per segnalare in tempo e senza falsi allarmi una caduta, un incidente o un malessere in modo da poter intervenire tempestivamente. A volte pochi minuti possono fare la differenza per salvare una vita”, dice in una nota Massimiliano Garruzzo, co-fondatore e direttore scientifico di Mais, la startup innovativa che ha creato SmairtHero che l’azienda definisce come algoritmo brevettato capace di creare un gemello digitale del paziente e di segnala in tempo reale gli stati di pericolo per la salute ed è anche in grado di prevenire alcuni disturbi e perfino riconoscere il covid

Tra gli investitori della startup ci sono Rosetta Holding e Sistematica che ha partecipato a un recente aumento di capitale di cui non è stata resa nota la cifra, e possiede oggi il 10% delle quote. Rocco Gallucci, business development manager di SmairtHero aggiunge: “In questo momento la tecnologia SmairtHero è usata da British Telecom, Vodafone Piramis, Allianz, una società americana che fa supporto alla diagnosi per ospedali militari, la RSA Casa Nazareth, una società siciliana che gestisce una clinica day hospital, Karol, Italtel, una società che fa telemedicina nelle Canarie. Si tratta al momento di attività che rientrano nell’ambito della fase PoC (proof of concept, ndr) e quindi di test e valutazioni preliminari. La parte commerciale sarà attivata al termine di tali valutazioni”.

L’algoritmo e il gemello digitale

SmairtHero legge i dati rilevati da un comune dispositivo smart indossabile, li analizza servendosi di un potente algoritmo proprietario che è in grado di comprendere in pochi secondi se la persona monitorata sta male, se ha il covid, se sta subendo un’aggressione, se è sotto stress o c’è una malattia che sta insorgendo. Tutto questo è possibile con una precisione del 99,9%. «In termini pratici, SmairtHero sa distinguere se un uomo è a terra perché sta male o si è sdraiato per eseguire la manutenzione di un tombino. La capacità di riconoscere i falsi positivi e non inviare falsi allarmi, fa la differenza tra noi e tutto ciò che è attualmente in circolazione», spiega Garruzzo. 

Per poter funzionare, SmairtHero deve imparare a conoscere bene la persona che indossa il biosensore. Questa fase di addestramento dura due settimane. Un lasso di tempo in cui viene creato un gemello digitale unico e irripetibile dell’individuo monitorato. Su questo clone virtuale l’AI esegue una serie di simulazioni che permettono non solo di rilevare eventuali criticità, ma di prevenirle in base a segnali silenziosi che normalmente una persona non è in grado di rilevare ma che SmairtHero riconosce perché corrispondenti a pattern specifici che è stato addestrato a individuare. «Il nostro sistema è brevettato in USA, in Giappone, in Australia e presto lo sarà anche in Europa. È testato sul campo sia in ambito civile sia militare, ha una certificazione medicale e può analizzare dati che arrivano da dispositivi indossabili ma anche da grandi banche dati di ospedali. La nostra IA elabora queste informazioni diventando un prezioso supporto alla diagnosi dei medici oppure inviando un allarme istantaneo a una centrale operativa», sottolinea il co-fondatore.

Le applicazioni di questa tecnologia sono molteplici, per esempio, istituti ospedalieri e case di riposo che possono monitorare anche da remoto i pazienti cronici e gli anziani, in maniera continua e non invasiva. SmairtHero ha prodotto anche un biosensore proprietario che si può indossare come un normale orologio o portare all’interno di un calzino. Un altro importante ambito di utilizzo è quello dei lone worker: nel mondo ci sono oltre 260 milioni di lavoratori in solitaria che le aziende potrebbero monitorare per rilevare stress e stato di salute: pensiamo a piloti o specialisti delle telecomunicazioni che spesso sono chiamati a svolgere interventi di manutenzione in condizioni pericolose e lontani dal team.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Iscriviti alla newsletter