Ora anche la NATO investe in startup

Dopo un anno di attese dall’ultimo vertice del 2021, la NATO, al summit di Madrid del 30 giugno 2022, ha lanciato il Fondo per l’Innovazione tech, oltre che a rimarcare e rafforzare alcune misure in prossimità delle diverse crisi e cambiamenti globali che si stanno verificando, quali: Finlandia e Svezia sono state invitate ad aderire all’Alleanza, dando così un impulso significativo alla sicurezza euro-atlantica; è stato concordato un sostegno a lungo termine per l’Ucraina attraverso un pacchetto di assistenza globale rafforzato; è stato approvato un NATO Strategic Concept: il progetto definisce la strategia della NATO in maniera più competitiva nei confronti della Russia e di altre minacce, tra cui il terrorismo e cybersecurity; sono state fissate e rimarcate le misure per combattere il cambiamento climatico, compresi gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra della NATO e di passaggio a net zero entro il 2050; hanno partecipato per la prima volta insieme a un vertice NATO i partner dell’Indo-Pacifico, Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea. Una delle iniziative più significative riguarda proprio la nascita di un nuovo Innovation Fund della NATO per aiutare l’Alleanza ad ottimizzare il suo vantaggio tecnologico, il primo fondo di capitale di rischio multi-sovrano al mondo. “Questo fondo è unico nel suo genere – ha dichiarato il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg -,con un orizzonte temporale di 15 anni, il Fondo per l’Innovazione della NATO contribuirà a dare vita a quelle tecnologie nascenti che hanno il potere di trasformare la nostra sicurezza nei decenni a venire, rafforzando l’ecosistema dell’innovazione dell’Alleanza e sostenendo la sicurezza del nostro miliardo di cittadini”. Il Fondo investirà un miliardo di euro in startup early-stage e in altri fondi di venture capital che sviluppano tecnologie emergenti a duplice uso prioritarie per la NATO. Queste includono: AI, elaborazione di big data, tecnologie quantistiche, autonomy, biotecnologia e human enhancement, nuovi materiali, energia, propulsione e spazio. La creazione del Fondo per l’innovazione della Nato era già stata concordata nel 2021, per supportare le startup che faticano ad attrarre investimenti, come si era espresso all’epoca Mircea Geoană, vice segretario della NATO: «Perché il venture capital è abbondante, non ovunque, purtroppo, in tutta la NATO, ma in molti luoghi, il VC è abbastanza liquido. Quindi, quello che stiamo cercando di fare è avere un Fondo per l’innovazione che aiuti, inizialmente, le startup ad assicurarsi che si qualifichino, in un certo senso, per le esigenze e gli standard della NATO. E poi, naturalmente, si rivolgeranno ai mercati VC appropriati e costruiranno questa cosa. Stiamo anche studiando qualcosa che si chiama trusted database, perché per noi – e penso per i governi nazionali e penso anche per il settore privato – non è indifferente, se una startup che sta fondamentalmente cercando di crescere, non trova finanziamenti. Dobbiamo fare in modo di aiutare anche queste aziende a disporre di capitali affidabili. Significa che la NATO fornirà il capitale? Creiamo le condizioni, numero uno, perché sappiano quali sono i nostri requisiti e questo è positivo per gli affari. In secondo luogo, ci assicuriamo che ci sia il tipo di finanziamento adeguato per avviare un’attività e poi, naturalmente, andare sui mercati e costruirla. La NATO non ha intenzione di fare una IPO a New York, Londra o Milano. Non è questo il business della NATO». Il Fondo sarà complementare all’acceleratore di innovazione della difesa della NATO per l’Atlantico settentrionale, DIANA (Nato defence accelerator for the North Atlantic), che sosterrà lo sviluppo e l’adattamento delle tecnologie emergenti a duplice uso alle sfide critiche della sicurezza e della difesa. Al Vertice di Madrid proprio in merito a DIANA – avviato al summit dei capi di Stato e di governo di Bruxelles nel giugno 2021 con l’obiettivo di garantire ai Paesi membri il sostegno necessario a preservare la propria superiorità tecnologica -, gli alleati hanno concordato che gli innovatori partecipanti ai programmi di DIANA avranno accesso a un network di oltre 9 siti di accelerazione e più di 63 centri di prova in Europa e Nord America. “È il primo fondo di venture capital al mondo di questo tipo – ha dichiarato nella conferenza stampa conclusiva il segretario generale –  . Dobbiamo mantenere la nostra spinta tecnologica, ora che Cina e Russia ci sfidano in questo settore chiave”. Il fondo è sostenuto da 22 Paesi Nato, tra cui l’Italia, che è stata rappresentata alla cerimonia di firma dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Al programma DIANA, l’Italia è protagonista con la partecipazione di città come Torino con la Città dell’aerospazio e Officine Grandi Riparazioni, La Spezia con il CSSN (Centro di supporto e sperimentazione navale) e Capua con il CIRA (Centro italiano di ricerche aerospaziali), dove saranno ospitati i poli di riferimento e test per le tecnologie sviluppate da startup e aziende innovative. Tali poli avranno il compito di coordinare e gestire con bandi e fondi messi a disposizione dai Paesi membri il network di aziende e acceleratori italiani per avvicinarli al settore della difesa e sicurezza al servizio della NATO. (Photo by Marek Studzinski on Unsplash )

© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Iscriviti alla newsletter