Sud Europa startup, come si muovono equilibri, talenti e investimenti

Emmanuel Macron, presidente di Francia celebra in un video gli unicorni nati nell’ecosistema del suo Paese, 25 ne ha contati. Un intervento efficace che ha fatto gridare ai paladini delle startup nostrani l’urgenza di avere anche in Italia una classe politica capace di considerare importanti le startup alla stregua di quanto avviene oltralpe dove c’è un ecosistema che cresce a ritmi esponenziali rispetto a quello italiano con investimenti 15 volte superiori e un terreno strutturale e normativo molto più fertile. È vero che Macron, benché non nuovo a iniziative a supporto delle startup, vive un momento chiave della sua carriera politica con il semestre di presidenza francese della UE appena iniziato e con le elezioni presidenziali imminenti e quindi c’è da tenere conto anche che la sua enfasi sul tema startup sia da tarare sulla necessità politica di celebrare i successi, ma, come bene puntualizza Marco Trombetti (che abbiamo di recente intervistato) commentando su Linkedin il discorso di Macron , ciò che è importante è che la politica faccia il suo per rendere il Paese competitivo e per contribuire a definire un terreno dove l’innovazione possa esprimersi e creare valore, ciò è più importante di qualsiasi lode e perfino degli investimenti pubblici. Mentre la Francia celebra gli unicorni la Spagna, o meglio la regione della Catalogna rende noto che gli investimenti in startup sono cresciuti nel 2021, rispetto al 2020, del 246%, toccando la cifra record di 1,479 miliardi di euro . Quindi secondo questi dati le startup catalane hanno raccolto nel 2021 quanto quelle di tutta Italia come ha rilevato l’analisi degli Osservatori del Politecnico di Milano . La fonte indica anche come Barcellona sia oggi la quarta piazza europea per numero di scaleup dopo Parigi, Berlino e Stoccolma e prima di Amsterdam, Dublino, Madrid e Milano, un dato che non si discosta molto da quello rilevato dall’European Scaleup Monitor   stilato dall’Erasmus Centre of Entrepreneurship che pone Barcellona al sesto posto. Continuando il nostro viaggio nell’Europa mediterranea delle startup arriviamo in Portogallo che oltre a essere sede del più grande tra gli eventi tech startup del continente, il WebSummit, si sta anche rivelando come meta preferita dai cosiddetti nomadi digitali come certifica anche l’articolo recentemente pubblicato da Sifted che ha scoperto come il villaggio di Ponta do Sol sull’isola di Madeira sia diventato la mecca europea per i giovani professionisti che lavorando essenzialmente da remoto con strumenti digitali, possono scegliere dove vivere. Ma perché proprio il Portogallo? Di certo un motivo chiave è quello riconducibile alla normativa denominata NHR (Non-Habitual Resident) che il governo di Lisbona ha varato al fine di attrarre lavoratori che operano da remoto e che hanno skill altamente professionali in diversi settori a partire dalle competenze digitali. Le ragioni di questa politica vanno ricercate nell’esigenza da parte del Portogallo di arrestare il brain drain e di attrarre talenti da tutto il mondo, sia dall’Unione Europea sia da Paesi extra-UE come illustra in modo dettagliato il sito Rebase realizzato da Nomad List che offre un servizio di supporto alla gestione di tutti gli aspetti burocratici per ottenere lo status NHR il quale garantisce una serie di vantaggi normativi e fiscali: nessuna tassazione sui redditi provenienti dall’estero, sulle crypto, sui dividendi, nessun costo per le coperture sanitarie, il 10% di tassazione sulle pensioni, il 20% sulle attività condotte come freelance, nessun periodo minimo di permanenza, agevolazioni per gli extra-europei che desiderano avere la possibilità di ottenere un passaporto UE (dopo 5 anni di residenza), diffuso uso della lingua inglese e, non ultimo, un’elevatissima percentuale, il 90%, di popolazione vaccinata contro il covid-19. Rebase offre il servizio di accompagnamento all’ottenimento della residenza NHR in Portogallo come il primo dei servizi di questo tipo che ha in programma di offrire presto anche per altri Paesi, ma è significativo che il progetto sia partito proprio dal Portogallo, anche se sono già numerosi i servizi di questo tipo che aiutano le aziende ad assumere persone in tutto il mondo, anche senza la necessità di spostamento fisico, permettendo loro di gestire in modo fluido tutti gli aspetti burocratici come fanno, per esempio, Remote.com e 42Folds che si è specializzata nel supportare le scaleup di tutto il mondo, in particolare dagli USA, a espandersi in Europa. In questo articolo abbiamo visto, prendendo spunto da annunci recenti, alcune dinamiche che si stanno sviluppando nell’Europa mediterranea, ma il periodo è foriero di cambiamenti paradigmatici che riguardano anche altre zone del continente come i Paesi Dach (Germania, Austria , Svizzera ) e il Nord Europa, aree le cui dinamiche analizzeremo in altri articoli. (Photo by Waldemar Brandt on Unsplash )

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