Letture: modelli d’impresa, eventi digitali, umanocrazia

Qualche settimana fa abbiamo scritto del libro di Roberto Siagri intitolato La Servitizzazione in cui l’autore, uno dei più illuminati imprenditori tecnologici italiani, racconta perché e come l’innovazione sta modificando profondamente i paradigmi dell’economia e della società e le conseguenti regole del gioco. Oggi completiamo questo filone e questa visione con altri tre libri che sono un po’ figli della pandemia quindi figli di riflessioni che hanno avuto, non tanto la loro genesi ma certamente la loro evoluzione, sollecitati dai contraccolpi che i lockdown hanno creato e al rendersi conto che il mondo è cambiato e che quindi devono cambiare anche i progetti, le risposte, e gli strumenti. Si tratta di tre libri diversi che parlano di impresa, di idee, di progetti e che possono entrare di diritto in quella nuova cassetta degli attrezzi che ognuno di noi si sta costruendo per navigare al meglio le acque, più o meno agitate, su cui dobbiamo tracciare le nuove rotte. Enry’s Theory lo ha scritto Luigi Valerio Rinaldi, imprenditore che ha fondato Enry’s Island ed è un interessante guida alla reazione e gestione di un’azienda pensata per essere compatibile con gli attuali paradigmi che l’autore indica come era dell’economia liquida e che definisce così “l’economia liberista sta al modello descritto in questo libro come la fisica classica sta alla fisica quantistica”. La Enry’s Theory si compone dell’Enry’s Method e dell’Enry’s Model che insieme comprendono tutti gli elementi necessari alla definizione del modello che prende in esame tutti gli aspetti dell’impresa: il suo scopo, le risorse umane, la raccolta fondi, la capacità di misurarne le prestazioni e il valore e le motivazioni che devono essere quelle “che vedono nell’oceano il mezzo per arrivare a una terra ideale e non solo un bacino di pesci da pescare”, scrive l’autore nelle conclusioni del libro richiamando la metafora nautica e prendendo a esempio di immaginario protagonista dell’Enry’s Theory il grande navigatore Cristoforo Colombo il quale fonda la sua impresa su una intuizione che è però supportata dai dati, che è capace di creare un team compente, la ciurma, a cui trasmette la visione e l’entusiasmo dell’impresa necessari per il raggiungimento dell’obiettivo e per mantenere elevato il morale e che è stato anche capace di fare una efficace raccolta fondi presso i regnanti di Castiglia e di Aragona a cui è arrivato grazie a un altrettanto efficace networking. Il libro di Luigi Valerio Rinaldi si apre con una prefazione di Fabrizio Capobianco, imprenditore italiano che ha avuto successo in Silicon Valley e che esordisce ricordando al lettore che essere imprenditori significa vivere costantemente nel panico ma che con gli strumenti giusti e le conoscenze giuste si può affrontare ogni sfida, compresa quella di imparare a gestire tale panico. Enry’s Theory. Teoria, modelli e metodi per la gestione dell’economia liquida (nell’Era dell’Acquario) – Luigi V. Rinaldi – McGraw-Hill – 238 pagine – 29 euro. Il secondo libro di questa piccola rassegna di inizio MMXXII lo ha scritto Michele Franzese insieme a Sebastiano Afeltra e si intitola Human Digital Events. È un testo che racconta il mondo degli eventi e il suo passaggio dall’era a.C. o avanti Covid all’era del digitale puro divenuto unico strumento attraverso cui si è reso possibile continuare a condividere idee e informazioni negli oscuri mesi del lockdown e che però certamente non sparirà anche quando le emergenze pandemiche saranno finalmente storia perché ha mostrato il suo potere e la sua efficacia che, se ben accoppiata con più tradizionali elementi di presenza, porterà a una nuova modalità di organizzare eventi, una modalità ibrida che farà leva sulle tecnologie più avanzate: dagli strumenti che oramai tutti conosciamo alla realtà aumentata e virtuale fino ad arrivare al metaverso. Qui la prefazione è di Marco Carrara, conduttore tv di Rai3 che è originario delle zone della bergamasca maggiormente colpite dal covid e proprio da li parte per ricordare al lettore la gravità e lo smarrimento di quei momenti e a dare quindi valore a tutto ciò che proprio in quei momenti ci ha permesso di restare in contatto e sono appunto quegli strumenti che Franzese e Afeltra bene descrivono nel libro facendo una puntuale analisi di ognuno di essi: da Teams a Zoom, da Meet a Hopin passando per quelli magari meno noti ma più sofisticati e indicando come ognuno di essi può rivelarsi maggiormente adatto per specifiche esigenze. Il libro non trascura gli aspetti meno tecnici ma fondamentali come la disponibilità di tali strumenti su larga scala, la necessità di una maggiore cultura e conoscenza del digitale, l’impatto sociale che questa metamorfosi del modo di incontrarsi ha e avrà, ciò anche grazie al contributo prezioso di Barbara Maussier docente di Sociologia dei processi culturali presso l’università Tor Vergata di Roma. Qui l’elemento di curiosità è dato dal fatto che gli autori citano anche un evento per startup che si tenne nel 2015 e che fece uso di una piattaforma virtuale in 3D, si chiamava Global Startup Expo, lo organizzava Francesco Mantegazzini con Giuseppe Ciuni e anche Startupbusiness ne fu partner . Human Digital Events. Ripensare gli eventi in un mondo digitale e in una prospettiva umana – Michele Franzese e Sebastiano Afeltra – Maggioli Editore – 176 pagine – 19 euro. Terzo libro è Humanocracy di Gary Hamel e Michele Zanini. Questo testo, il cui sottotitolo è ‘imprese straordinarie come le loro persone’, è una delle pubblicazioni di punta di una emergente casa editrice milanese che si chiama Ayros e che ha già a catalogo numerosi titoli interessanti per chi intende navigare nei nuovi paradigmi dell’imprenditorialità: Community, Impatto, Prosperità, Power, Facilitare il cambiamento, sono alcuni degli altri titoli pubblicati. Humanocracy è la sintesi dell’urgenza di rimettere il fattore umano al centro delle scelte, delle metodologie, dello sviluppo ed è il contraltare alla burocrazia nel suo significato più ampio, i primi capitoli del libro parlano di questo di come sia divenuto urgente abbattere la burocrazia della quale gli autori ne danno anche una definizione piuttosto colorita: “La burocrazia è come la pornografia: è difficile trovare qualcuno che la difenda, ma in giro ce n’è parecchia”. Il libro non si limita naturalmente ad analizzare il cambio di paradigma ma illustra anche come è possibile portarlo a compimento, fa esempi di esperienze di aziende di grandi dimensioni, enfatizza l’importanza delle micro-imprese e della loro capacità di fare innovazione, richiama l’attenzione sul potere dell’imprenditorialità, del mercato, della meritocrazia, della comunità, della sperimentazione e di come si può avviare e perseguire il percorso per dare concretezza al concetto di “umanocrazia”. Solo liberandosi della “burosclerosi” le imprese possono trovare nuovo slancio, definire modelli capaci di renderle competitive nello scenario attuale e soprattutto tornare a dare valore alle persone che popolano le organizzazioni. I due autori Hamel e Zanini sono rispettivamente docente alla London Business School e co-fondatore di Management Lab. La prefazione all’edizione italiana del libro, che nell’edizione inglese originale è pubblicato da Harvard Business Review Press, è scritta da Francesco Frugiuele, co-fondatore di Kopernicana che richiama all’urgenza di non sottovalutare lo sviluppo esponenziale e di considerare la burocrazia non solo come “la patologia tipica dell’apparato statale”, ma soprattutto come “la struttura sociale più diffusa del pianeta” che è diventata anacronistica, patologica, inefficiente e generatrice di costi non più sostenibili né a livello sociale né economico. Humanocracy. Imprese straordinarie come le loro persone – Gary Hamel e Michele Zanini – Ayros Editore – 352 pagine – 29 euro.

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