Life science, Silicon Valley, Boston, NYC e Londra i principali ecosistemi

Il Global Startup Ecosystem Report 2021 (GSER): Life Sciences Edition di Startup Genome e LaunchVic viene presentato oggi. Il GSER è tra le ricerche più complete sulle startup con 280 ecosistemi di innovazione imprenditoriale e 3 milioni di startup analizzate (qui i risultati dell’edizione 2021 di cui abbiamo scritto). L’edizione dedicata alle scienze della vita si immerge in profondità nel panorama competitivo globale delle startup basate sulla tecnologia e focalizzate sulla diagnosi, il trattamento e la gestione di malattie. Questo include startup in biotecnologia, prodotti farmaceutici e medtech. All’interno del rapporto, gli ecosistemi life science di tutto il mondo sono classificati in base a molti fattori tra cui il finanziamento, le prestazioni e la competenza dei fondatori. 

L’ecosistema numero uno per l’innovazione nelle life science è la Silicon Valley, seguita da Boston, New York City, Londra e San Diego. Il Nord America e l’Europa dominano la top 25 degli ecosistemi life science, rispettivamente con il 48% e il 24% dei top 25, seguiti dall’Asia al 20%, e da MENA e Oceania con un ecosistema ciascuno nella top 25.

I risultati del rapporto si basano su un approccio focalizzato sui dati, con un interesse specifico su finanziamento e sulla creazione di unicorni. Infatti, oggi ci sono 108 unicorni delle scienze della vita a livello globale, con 34 aziende che hanno raggiunto lo status di unicorno solo nella prima metà del 2021. Inoltre, il 49% delle startup life science tra il 2015-2020 sono state create nei primi 5 ecosistemi. La ricerca mostra anche che gli investimenti di serie A nelle scienze della vita hanno superato i 10 miliardi di dollari nel 2020 e la dimensione media del valore per singolo investimento di serie A nelle scienze della vita è superiore a 15 milioni di dollari. Inoltre, il totale degli investimenti di serie B nel 2020 nelle startup life science è stato di oltre 18 miliardi di dollari, quasi il doppio dell’importo globale registrato nel 2019. L’importo medio dei deal per gli investimenti di serie B in life science è quattro volte superiore a quello di 10 anni fa. Nel 2020, le exit di startup life science a livello globale ammontano a 96 miliardi di dollari, che è il doppio del valore nel 2019.

Dal 2012, la nostra ricerca ha fornito intuizioni e indicazioni ai leader pubblici e privati su come coltivare fiorenti ecosistemi di startup e sostenere le startup locali che rappresentano il principale motore di creazione di posti di lavoro e crescita economica”, dice in una nota Marc Penzel, fondatore e presidente di Startup Genome.

Il rapporto include un focus speciale sul fiorente ecosistema delle scienze della vita a Melbourne, Australia. A livello regionale, le aziende con sede a Melbourne hanno ricevuto oltre il 60% degli investimenti totale in life sciences effettuati in Oceania. Melbourne, con tre exit oltre i 50 milioni di dollari, ha creato quasi 100 nuove startup life sciences negli ultimi 10 anni, il 17% delle quali sono state create nel 2017. Inoltre, oltre 70% dei deal nel settore delle scienze della vita nei grandi hub tecnologici dell’Oceania sono fatti a Melbourne, che rappresenta circa l’88% dell’importo totale investito nell’area.

La CEO di LaunchVic Kate Cornick spiega che la crescita esponenziale del settore è stata resa possibile da una ricca ricerca medica e da un consistente scenario educativo. “Melbourne come destinazione ha alcuni grandi vantaggi globali, tra cui una rapidità nell’effettuare test clinici, un eccellente sviluppo di servizi per i prodotti, un’impressionante forza lavoro e la vicinanza all’Asia in termini di clientela. E’ fondamentale che gli sforzi vadano nella direzione di tradurre le scoperte fatte dai nostri laboratori in startup capaci di andare sul mercato che possono migliorare la salute globale e stimolare l’economia dello Stato. Il settore è un importante motore di posti di lavoro, con le aziende healthtech che hanno sede nello stato di Victoria che hanno aggiunto nuovi posti di lavoro il 55% più velocemente rispetto al resto del settore sanitario il quale è già in crescita del 9,7% rispetto al 2020”. (Photo by Michael Longmire on Unsplash )

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