Breadcrumbs, 5,4M$ per aiutare le aziende a vendere meglio

Breadcrumbs annuncia di avere chiuso un round di investimento da 5,4 milioni di dollari guidato da Blue Canyon e con la partecipazione di Active Capital, Primo Ventures, Hustle Fund, Stormbreaker VC e una nutritissima compagine di angel investor tra cui molti italiani come Paola Bonomo, Andrea Rota, Massimo Sgrelli, Lorenzo Thione, Matteo Daste, Simone Brunozzi, Paolo Picazio, Andrea Febbraio, Giuliano Iacobelli, Eugenio Cassiano, Filippo Catalano, Antonella Fanuzzi. A fondare Breadcrumbs sono Armando Biondi che è anche Ceo, Massimo Chieruzzi Cmo e Gary Amaral che si occupa delle vendite e della crescita. Startupbusiness ha parlato con Armando e Massimo per conoscere meglio Breadcrumbs e come i fondatori investiranno i 5,4 milioni di dollari raccolti con il round.

I fondatori di Breadcrumbs

Stiamo assistendo a un momento di cambiamento fondamentale nel modo in cui le aziende fanno business – spiega Biondi – soprattutto se si sfruttano i canali online, si sta passando dal paradigma del sales drive motion a quello del marketing driven motion, cosa che ha coinciso con il repentino abbassarsi dei costi di acquisizione delle lead e quindi l’attenzione ora si sposta sempre più verso l’efficienza di tali lead che si devono trasformare in clienti e quindi in fatturato per l’azienda, se ciò non accade, per quanto l’acquisizione delle lead sia economico, sarebbero comunque soldi male spesi e quindi è fondamentale aumentare l’efficienza e per farlo servono strumenti capaci di mettere insieme i dati, interpretarli e creare connessioni tra le varie divisioni delle aziende. Fino a ieri questa attività, essendo molto costosa in termini di tempo e denaro, era appannaggio solo delle grandi organizzazioni, ciò che noi abbiamo fatto è costruire uno strumento che consente anche alle imprese di piccole e medie dimensioni di effettuare quella che si chiama lead scoring”. “Sul nostro sito abbiamo pubblicato il manifesto della revenue acceleration – aggiunge Chieruzzi – per meglio illustrare come il focus deve essere sul revenue e come le varie divisioni dell’azienda: marketing, vendite, supporto alla clientela, non devono essere considerate come silos indipendenti e misurate con criteri diversi ma devono concorrere all’ottimizzazione delle lead sia in fase di prima acquisizione del cliente, sia nelle fasi successive per azioni di upselling anche nel caso di business basate su modelli recurrent. Ciò che Breadcrumbs si propone di fare è quindi rendere possibile anche per le aziende di dimensioni più piccole accedere a strumenti di lead score innestandoli nei loro sistemi informativi e ottenerne così tutti i vantaggi”. “Siamo certi che questo sia un trend destinato a svilupparsi in modo esponenziale nei prossimi 3, 5, 10 anni – sottolinea il Ceo –. Quando 10 anni fa si facevano i primi esperimenti di lead scoring le aziende avevano ancora pochi dati rispetto a tantissimi che hanno oggi ma non riescono a usarli al meglio e soprattutto non alla velocità che serve oggi per gestire il business”. La startup ha lanciato la sua beta pubblica sei mesi fa, ha la sua sede a San Francisco e uffici a Toronto e Milano, ed è il frutto dell’esperienza che Armando Biondi e Massimo Chieruzzi hanno maturato con AdEspresso che proponeva un sistema per la gestione dei budget legati alla pubblicità su Facebook e che è diventata parte dell’azienda canadese Hootsuite (come scrivemmo qui nel 2017 quando avvenne la exit e quando i fondatori e la business angel Paola Bonomo – che oggi ha investito anche in Breadcrumbs appunto – ci raccontarono i dettagli dell’operazione ) e qui va aggiunto che due dei dipendenti di AdEspresso, Massimo Chiarillo e Francesco Colicci, fanno anche parte della compagine degli investitori del round di Breadcrumbs. “Oggi abbiamo già i primi clienti di Breadcrumbs e ogni mese chiudiamo nuovi contratti, in questa fase ci concentriamo su B2B, Saas, e sul mid-market, quindi su aziende con fatturati medi tra i 3 e i 5 milioni di dollari o di euro, ma vediamo potenziale ovunque: in ogni tipo di industria, in ogni area geografica e presso imprese con diversi livelli di maturità a partire da quelle con fatturati da 200, 250 mila dollari o euro – dice Biondi -. Grazie al round appena chiuso abbiamo più risorse che ci consentono di puntare a obiettivi ambiziosi, vogliamo fare di Breadcrumbs una billion dollar company ma soprattutto vogliamo aiutare i nostri clienti a migliorare i loro business, i loro fatturati e la loro efficienza”. “Siamo convinti che il momento sia quello giusto – sottolinea Chieruzzi – perché arriviamo sul mercato con la nostra soluzione in un momento in cui è già in atto nelle aziende un cambiamento di mentalità che vede la costruzione di sempre maggiori sinergie tra tutti i ruoli dedicati alla generazione del fatturato e ciò che noi proponiamo rientra in questo cambiamento aziendale che si traduce in un maggiore allineamento tra marketing e sales, inoltre va detto che il nostro approccio è di tipo machine assisted e non machine driven, non siamo una black box che sputa dati ma, benché usiamo tecnologie come l’intelligenza artificiale e il machine learning, il nostro sistema guida l’utente, gli da consigli”. “Già con i primi clienti abbiamo iniziato a osservare l’impatto che l’impiego della nostra soluzione ha – conclude Biondi – e che si traduce in tre aspetti: l’allineamento tra il marketing e le vendite, l’emersione di opportunità che altrimenti le aziende non vedevano e la possibilità di chiudere le lead più rapidamente e con un valore mediamente più elevato”. Breadcrumbs nasce come azienda internazionale grazie alle sue tre sedi e già da oggi è in grado di vendere la sua tecnologia a clienti in tutto il mondo, impiega al momento a 15 persone con l’engineering e il design che sono a Milano mentre tutte le altre funzioni operano dal nord America, punta a raggiungere almeno un milione di dollari di fatturato entro il 2021 e intende assumere nuove persone partendo da due sviluppatori senior (qui il job profile per candidarsi ). “Noi ci perdemmo il primo giro di Massimo e Armando, ma era anche una fase un po’ particolare, oltre al voler partecipare a questa operazione quello che stanno facendo con Breadcrumbs secondo noi è il vero sweet spot in un mercato enorme. Gestire grandi quantità di lead commerciali in processo strutturato che non perde mai le priorità e fa un sacco di homework per te. Crediamo sia una killer app del sales technology stack che ogni azienda oggi dovrebbe avere”, dice a Startupbusiness Gianluca Dettori , presidente di Primo Ventures, l’evoluzione di Primomiglio di cui abbiamo dato notizia in questo articolo lo scorso aprile. Gli fa eco Paola Bonomo: “come molti degli angel già coinvolti in AdEspresso, ho scelto di seguire Armando e Massimo investendo nella nuova avventura, Breadcrumbs, che ancora una volta va a cavalcare l’onda di un bisogno non soddisfatto nel mercato B2B, ma sulla base dell’esperienza maturata dai founder nasce con ambizioni ancora maggiori”.   Photo by Karine Germain on Unsplash

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