Le proposte delle associazioni startup europee all’Ue

La Commissaria Ue Mariya Gabriel per l’Innovazione, la ricerca, l’educazione, la cultura e la gioventù ha incontrato le associazioni dell’ecosistema delle startup di tutti i 27 stati membri, che hanno presentato ufficialmente il loro Piano d’azione per rendere l’Europa la nuova potenza mondiale delle startup. L’iniziativa, supportata dalle organizzazioni nazionali di startup dei 27 Paesi Ue, punta ad aumentare di dieci volte il numero di unicorni (ovvero le società private con un valore di oltre un miliardo di dollari) in Europa nei prossimi dieci anni. Attualmente – fa sapere una nota – , i 27 Paesi membri dell’Unione europea contano più di 80mila startup, di cui 51 unicorni. Nel 2020, gli investimenti raccolti dalle startup del Continente hanno raggiunto i 41 miliardi di dollari, 4,4 in più rispetto ai 36,6 investiti nel 2019. Nel corso del convegno è stato riferito che durante il primo trimestre del 2021, 27 aziende innovative europee hanno ottenuto una valutazione di oltre un miliardo di dollari, sulla base del loro ultimo round di finanziamento. All’apparenza, questa è una notizia molto positiva. Tuttavia, uno sguardo più attento rivela che solo sette di loro sono effettivamente presenti nei Paesi dell’Unione, il che presenta uno scenario meno entusiasmante. Nello stesso periodo, infatti, gli Stati Uniti hanno prodotto 67 nuovi unicorni.

Le associazioni startup d’Europa.

La commissaria europea Mariya Gabriel ha partecipato al vertice europeo di oggi, 10 maggio 2021,  in videoconferenza. Durante il summit, Gabriel ha ricevuto una fotografia aggiornata degli ecosistemi delle startup e scaleup di tutta Europa. Ha raccolto anche le proposte del gruppo, che includono un elenco di raccomandazioni che coprono aree chiave per lo sviluppo degli ecosistemi, tra cui istruzione, talento, gender equality, incentivi fiscali, open innovation e appalti pubblici. L’obiettivo è quello di fornire un feedback alla Commissione europea su come poter supportare e promuovere ulteriormente gli ecosistemi di startup europei e aumentare l’occupazione, l’innovazione e le esportazioni in tutta l’Unione Europea nel prossimo decennio. Il vertice di oggi con la Commissaria Gabriel è stato considerato da tutti gli attori in campo come fondamentale per realizzare l’ambizione del gruppo di rendere l’Europa la principale potenza dell’innovazione globale, obiettivo che può essere raggiunto grazie all’aumento esponenziale di unicorni nel prossimo decennio. Prima della riunione, Gabriel ha dichiarato: “Sono convinta che se i rappresentanti delle associazioni e i leader politici lavoreranno insieme, allora potremo costruire un vero ecosistema di innovazione paneuropeo, che aiuterà la nuova generazione di innovatori e imprenditori a crescere e a diventare campioni tecnologici in grado di guidare l’Europa verso una ripresa più verde e digitale.” “Pensiamo che istituire una tassonomia comune per definire i diversi attori dell’ecosistema non sia solo una priorità, ma un prerequisito necessario per lo sviluppo del settore. Vi sono, poi, una serie di azioni concrete e puntuali che devono essere intraprese a livello europeo per raggiungere gli ambiziosi obiettivi oggi definiti. Anzitutto sarebbe opportuno adottare un sistema di open data in cui governi e aziende innovative possano rendere disponibili dati e informazioni in loro possesso, in modo tale da supportare le Istituzioni nell’introduzione di policy evidence-based. Serve poi garantire pari opportunità di innovazione non solo tra Paesi ma anche a livello di singole nazioni, abbattendo definitivamente il digital divide che, soprattutto in un Paese come l’Italia, è ancora un limite fondamentale nello sviluppo economico – dice Angelo Coletta, presidente di InnovUp -. Inoltre, condividiamo con i nostri colleghi europei la proposta di un maggior ricorso al public procurement innovativo, prevedendo di riservare una quota degli acquisti, non solo delle istituzioni nazionali e locali, ma anche delle grandi aziende di proprietà dello Stato, a soluzioni innovative. È infine cruciale porre una particolare attenzione al tema delle tasse, eliminando la distorsione fiscale che ancora oggi favorisce il finanziamento tramite debito rispetto alla raccolta di capitale”. La giornata di oggi segna anche il primo passo di una partnership duratura tra UE e associazioni nazionali, poiché la commissaria Gabriel e i rappresentanti dell’ecosistema delle startup si sono impegnati a incontrarsi e a misurare i progressi ottenuti ogni sei mesi. Temi proposti e azioni associate: 1) Condivisione dei dati. Per valutare correttamente la crescita delle startup e per rafforzare l’ecosistema UE, è importante che vi siano definizioni comuni dei soggetti rilevanti all’interno del settore, il cui sviluppo può essere monitorato nel tempo utilizzando i dati raccolti e condivisi da ogni stato membro. Azioni: definizione comune di key term, sviluppo di un database paneuropeo che preveda misure per la raccolta dei dati e una migliore fornitura degli stessi da parte delle autorità pubbliche e delle aziende innovative. 2) Promozione del talento e del merito. Un vivace ecosistema di startup necessita di un continuo accesso di persone di talento, pertanto è fondamentale che il merito venga promosso a prescindere da età e genere, senza discriminazioni, in modo da garantire che i fondatori di startup nell’UE siano pronti per le sfide del futuro. Azioni: educazione all’imprenditorialità per bambini e ragazzi, incoraggiare gli studenti universitari ad avviare un’impresa, sostenere le imprenditrici (e le comunità di imprenditrici), promuovere la creazione di spazi creativi e garantire pari opportunità di innovazione ovunque ci si trovi. 3) Valorizzazione degli ecosistemi. Le startup sono integrate in un sistema composto da organizzazioni e attori interdipendenti che includono università, governi, finanziatori, soggetti di supporto, enti di ricerca, fornitori di servizi e grandi aziende. Quest’ultima categoria comprende corporate tecnologiche internazionali che apportano un valore aggiunto significativo all’ecosistema: esse, infatti, attirano i migliori talenti IT, portano professionalità, creano opportunità di lavoro per i fondatori di startup fallite e sono spesso esse stesse vera e propria fonte di nuove startup. È quindi di fondamentale importanza promuovere la collaborazione tra tutti questi attori, con lo scopo di creare sinergie e opportunità di reciproca crescita. Azioni: adozione da parte dell’UE di una politica di public procurement favorevole alle startup, con una quota del budget dedicata a beni e servizi forniti dalle stesse (gli appalti della PA rappresentano il 18% del Pil europeo, è quindi necessario garantire che questa importante fonte di denaro venga utilizzata anche per acquistare beni e servizi da startup con sede nell’Unione), promuovere l’innovazione aperta, promuovere l’approccio deep tech all’imprenditorialità (per esempio, tramite programmi spin-off), co-creare progetti-ombrello  in grado di collegare i vari attori dell’ecosistema startup per affrontare le sfide più urgenti dell’Europa (come clima e mobilità) e facilitare gli investimenti transfrontalieri. 4) Consulenza politica agli Stati membri. Vi è una forte esigenza di coerenza nei processi decisionali che riguardano le startup europee. Pertanto, la Commissione deve fornire agli Stati membri un supporto personalizzato per l’attuazione di politiche favorevoli alle startup. Inoltre, la Commissione dovrebbe dare l’esempio e presentare una startup policy coordinata tra i diversi enti istituzionali coinvolti (come DG Grow, DG RTDI, DG CNECT, DG DIGIT, FISMA, COMP), integrata nel Green Deal e nella strategia europea di digitalizzazione. Azioni: incentivi fiscali per la crescita, eliminazione delle distorsioni fiscali che favoriscono il finanziamento tramite debito rispetto alla raccolta di capitale, migliore trattamento delle stock option per i dipendenti (Employee stock ownership plan – Esop), implementazione di un visto per startup paneuropeo (la cosiddetta Startup green card) e risoluzione delle attuali debolezze del diritto societario in relazione a insolvenza e riavvio. A quest’ultimo proposito, infatti, le leggi sull’insolvenza intralciano ormai da anni i fondatori, impedendo loro di passare agevolmente da un’iniziativa imprenditoriale a quella successiva. Il gruppo delle Associazioni europee delle startup, chiamato per la prima volta dal Commissario Gabriel con lo scopo di dare voce agli ecosistemi dell’innovazione, è composto da: Carlos Mateo (Asociacion Startups), Markus Raunig (AustrianStartups), Charlotte Greant (Startups.be), Dimitar Vasilev (Bulgarian Business Forums), Hajdi Cenan, (Croatian AI Association), Stavriana A. Kofteros (Startup Cyprus), Markéta Přenosilová, (CzechInvest), Tomas Mathiesen, (Danish Startup Group), Matej Rus (Startup Slovenia), Maarika Truu (Estonia), Eve Peeterson (Startup Estonia), Peter Vesterbacka (FinEst Bay Area), Nicolas Brien (France Digitale), Christian Miele (Deutsche Startups), Panos Zamanis (Hellenic Startup Association), Csongor Biás (Startup Hungary), Martina Fitzgerald (Scale Ireland), Giorgio Ciron (InnovUp), Olga Barreto Goncalves (Latvian Startup Association StartinLV), Roberta Rudokiene (Startup Lithuania), Tomasz Snazyk (Startup Poland), Simon Schaefer (Startup Portugal), Cristian Dascalu (Romanian Tech Startups Association), Michal Kardos (Slovak Alliance for Innovation Economy), Arash Sangari (Swedish Agency for Economic and Regional Growth) e Constantijn van Oranje (inviato speciale presso Techleap.nl). Jan Bormans svolge le funzioni di segreteria del gruppo.   Photo by Christian Lue on Unsplash

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