Aurora Science chiude il suo secondo investimento nelle biotecnologie

Aurora Science, la società di investimento specializzata in biotecnologie, annuncia il suo secondo investimento nella società olandese InteRNA Technologies, che segue il primo investimento fatto a dicembre scorso fatto nella spagnola Peptomyc. Avevamo scritto qui dell’alleanza di Aurora Science con Rottapharm e Italfarmaco . La strategia di Aurora Science è semplice: focalizzarci sulla scienza. Se il razionale scientifico regge, lavoriamo in un’ottica di company building per smarcare i punti deboli non associati alla ricerca e sviluppo. Il fatto di avere un comitato tecnico interno formato da professionisti di forte esperienza, maturata in ambito industriale e di ricerca e attualmente integrata in Rottapharm Biotech e Italfarmaco, nostri investitori, ci permette di condurre due diligence molto strutturate e approfondite, analizzando rischi e benefici e proponendo una strategia di investimento basata su milestone scientifiche dettagliate – dice a Startupbusiness Gabriele Campi, co-fondatore e managing partner di Aurora Science – . Questo ci permette di ridurre il rischio associato ad un investimento e di portarci vicino a un inflection point clinico. Il management team è ben assortito, siamo due medici, un PhD, un ingegnere e un economista, abbiamo un’esperienza che ci permette di comprendere tutte le fasi di sviluppo di un prodotto terapeutico from bench to care. Detto questo, non tralasciamo analisi di altra valenza e di mercato. Chiudo dicendo che avere due imprenditori illuminati quali Lucio Rovati (presidente di Rottapharm Biotech, ndr) e Francesco De Santis (presidente di Italfarmaco Holding, ndr) nel board, infonde una forte confidenza e spinta”. Il secondo investimento è appunto in InteRNA Technologies, società olandese in fase clinica che sfrutta un approccio basato su piccole molecole di RNA per modulare la carcinogenesi dei tumori solidi. Si tratta di un investimento da 18,5 milioni di euro e ha ricevuto il supporto di un sindacato di investitori tra cui Waterman Ventures, fondo olandese con un forte bias verso le biotecnologie. Il round permetterà alla società di testare in fase clinica I il loro lead compound INT-1B3 nel trattamento dei tumori solidi, con focus sul Triple Negative Breast cancer, i cui primi risultati dovrebbero essere disponibile già a fine 2021. Con questa partecipazione in InteRNA Technologies confermiamo il nostro impegno verso la scienza di frontiera – dice Guido Guidi, chairman di Aurora Science -. Crediamo che InteRNA stia sviluppando una tecnologia altamente promettente e siamo contenti di supportare il suo team nel proseguo del loro percorso”. “Questo ampliamento del round Series B ci permette di validare il potenziale che il microRNA offre modalità terapeutica per i tumori difficili da trattare – dice Roel Schaapveld, CEO di InteRNA Technologies –. Ringraziamo Aurora Science e tutti I nostri investitori per il supporto che ci danno nel portare la nostra tecnologia microRNA alla fase clinica per permetterci di valutare a fondo INT-1B3 e il suo modo di azione contro le cellule tumorali e i contesti che favoriscono la formazione dei tumori”. Il primo investimento di Aurora Science è stat quello in Peptomyc, società biotecnologica spagnola specializzata nello sviluppo di una nuova generazione di peptidi cellulo-penetranti per il trattamento del cancro, mirati all’onco-proteina Myc, pietra miliare nel processo di carcinogenesi. L’investimento permette a Peptomyc di portare il suo candidato farmaco OMO-103 nella fase clinica I/II per il trattamento di tumori solidi, fra cui mammella e colon retto e potenzialmente di sviluppare il primo prodotto in grado di modulare le funzionalità di Myc. L’investimento in questo caso è stato di 11,4 milioni di euro è stato concluso da AurorA Science come lead investor e ha ricevuto il supporto di un sindacato di investitori che include i fondi di Venture Capital Alta Life Sciences e Healthequity, oltre che  il CDTI, il fondo pubblico di sviluppo delle iniziative spagnole, e un sindacato di business angel.   Photo by National Cancer Institute on Unsplash

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