Duemilaventu…re

La speranza di tutti si chiama 2021, questo imprevedibile 2020 è prossimo al suo vespro e l’avvento del nuovo anno è carico di promesse. Sarà anche un anno buono per chi fa impresa e innovazione? Possiamo sperare si poterlo ribattezzare quindi duemilaventu…re? Il futuro è imperscrutabile lo sappiamo e lo è soprattutto in un momento storico come quello attuale dove l’incertezza è decodificata, democratizzata e occupa le prime pagine dei notiziari ormai da mesi, possiamo però provare ad alimentare la speranza e la fiducia in modo oggettivo partendo da quanto è avvenuto in questi ultimi mesi e settimane nell’ambito che ci sta maggiormente a cuore, quello della creazione e dello sviluppo di imprese innovative. Partiamo con un dato negativo: secondo il 54esimo rapporto del Censis che è stato pubblicato qualche giorno fa e che fotografa in generale una società, quella italiana, che risulta sempre più timorosa, divisa e dipendente dai sussidi pubblici. Cosa dice il rapporto sulla propensione a fare impresa? Dice che per il 40% degli italiani sarebbe un azzardo avviare un’attività nell’immediatezza dell’era post-covid e solo il 13% sarebbe pronto ad assumersi il rischio d’impresa, qualsiasi tipo di impresa. Un dato quindi decisamente poco promettente ma che, se guardiamo le dinamiche del mondo startup, potrebbe essere confutato. Proviamo a inanellare qualche notizia emersa nelle ultime settimane e a vedere se l’insieme di tali notizie può darci la possibilità di virare le previsioni per il prossimo anno verso una tendenza maggiormente ottimistica. L’Osservatorio Startup Hi-tech promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano ha reso noti i dati relativi agli investimenti in startup in Italia nel 2020 (qui l’articolo completo ) rilevando che vi è stata una flessione rispetto al 2019 ma si tratta di una flessione contenuta nell’ordine del 2% (da 694 a 683 milioni di euro) che considerando le dinamiche del 2020 si può leggere come dato non negativo. Più preoccupante, sempre secondo quanto rileva l’Osservatorio, il calo degli investimenti di provenienza internazionale che può significare una perdita di fiducia verso il sistema Italia. A livello internazionale un buon segnale arriva dal The Global Fintech Ecosystem Report 2020 di Startup Genome che pone Milano come uno dei primi 25 centri mondiali in quanto ecosistema fintech (il report completo è scaricabile qui ). E proprio sul fintech in queste ultime settimane si registrano una serie di manovre: la prima edizione del Milan Fintech Summit voluto da Fintech District e Fiera Milano che ha respiro internazionale (si svolge in versione digitale il 10 e l’11 dicembre 2020, qui le info ), l’avvio del nuovo acceleratore Hyper dedicato alle startup del settore finanziario, progetto che fa parte delle iniziative del Fondo Acceleratori di CDP Venture Capital, che ha già lanciato l’acceleratore automotive con sede a Modena (di cui abbiamo scritto qui ) e quello dedicato allo sport e salute con sede a Roma (qui i dettagli ). L’acceleratore fintech Hyper sarà realizzato in partnership con Digital Magics e Fintech District e verrà ufficialmente annunciato il 15 dicembre 2020 contestualmente con l’inaugurazione della sede territoriale di Milano di Cassa Depositi e Prestiti. Sempre sul fronte fintech il 3 dicembre 2020 Banca d’Italia ha inaugurato il Milano Hub per sostenere lo sviluppo di tecnologie digitali applicate alla finanza come riporta EconomyUp in questo articolo . Ampliamo lo sguardo oltre il fintech e così facendo vediamo come negli ultimi mesi si sono inanellate numerose iniziative da parte di CDP Venture Capital che, tra operazioni di co-investimento in partnership con i principali venture capital italiani, presentazione dei diversi fondi dedicati ad altrettanto diversificate iniziative e progetti come gli acceleratori di cui sopra, ha mostrato un dinamismo che sta portando nuovo slancio all’intero ecosistema (qui una serie di articoli sulle ultime operazioni e annunci di CDP Venture Capital ) E le imprese? Anche qui c’è una ricca lista di notizie che hanno animato l’ultimo periodo dell’anno: la quotazione al Nasdaq di Docebo che era già quotata alla Borsa di Toronto (qui la notizia in inglese ) , la exit di Spreaker che è diventata parte di un grande gruppo statunitense (qui l’intervista a Francesco Baschieri che ne è stato il fondatore e CEO ), quella di Lanieri che diventa parte del Gruppo Reda e quella di SOS Tariffe che diventa parte di MutuiOnline , Healthware che compra un’azienda finlandese (qui i dettagli ), FNM, secondo operatore ferroviario italiano, che entra nel capitale di Busforfun . E poi l’avvio delle operazioni del fondo Primo Space con l’annuncio del suo primo investimento e sempre in ambito space-tech il successo della prima missione del sistema ION Satellite Carrier di D-Orbit. E ancora: i round di investimento che sono stati numerosi e ne trovate notizia puntuale tra le pagine di Startupbusiness, tra essi citiamo qui quello che spicca per dimensione che ha come protagonista Satispay, un round che vale oltre 90 milioni di euro raccolti da investitori europei, statunitensi e cinesi (qui i dettagli ). Anche dal lifescience arrivano belle notizie legate soprattutto ai risultati come è per esempio il caso dei dati clinici pubblicati da Genenta  e della disponibilità commerciale del robot per la microchirurgia di MMI (qui l’intervista con la co-fondatrice Hannah Teichmann ) . Questi sono esempi, tra i tanti accadimenti che ci sono stati, che mostrano come l’ecosistema delle imprese che fanno innovazione di nascita italiana sia tutt’altro che statico e timoroso del futuro. Piuttosto si rileva un dinamismo quasi accelerato dal nuovo scenario che richiede una nuova mentalità, un nuovo approccio, una nuova visione per essere affrontato e sono proprio gli imprenditori che fanno innovazione a essere i più pronti a cogliere le nuove opportunità e ad adattare i loro business alle nuove condizioni globali. Nuovi business che portano valore finanziario, economico ma anche sociale, ambientale, perfino culturale, nuovi business e nuove venture che si traducono nella concretizzazione della capacità di trasformare le idee in progetti, prodotti, tecnologie, servizi che rendono il mondo un posto sempre un po’ migliore. Ora è fondamentale continuare su questa strada, continuare a crescere sia in dimensione sia in qualità dell’ecosistema, prendere consapevolezza che fare impresa e farlo con approccio innovativo è la strada maestra per accelerare il processo di uscita dalla grande crisi dovuta alla pandemia. Mi auguro che l’inizio del nuovo anno sia scoppiettante di annunci tanto quanto la fine di questo 2020, che tutto ciò che abbiamo imparato durante i lockdown ci serva per ripartire e che quella piccola percentuale rilevata dal Censis di persone che ancora credono che fare impresa sia una scelta giusta e potenzialmente vincente cresca in modo esponenziale. Mi auguro e auguro a tutti i lettori di Startupbusiness che il prossimo anno sia quindi davvero il duemilaventu…re, sia la grande opportunità per chi fa innovazione d’impresa che saremo pronti a cogliere appieno.    @emilabirascid   Photo by Arie Wubben on Unsplash  

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