Video game mania, mercato e giocatori (report)

Il mercato complessivo dei video game potrebbe valere 300 miliardi di dollari entro il 2025. Solamente quello del mobile gaming, già si stima che valga 100 miliardi di dollari entro quest’anno (2020). Solo in Italia si tratta di un giro d’affari che vale 1,7 miliardi di euro. In questo contesto è certamente utile identificare chi è il giocatore tipo italiano, come ha fatto la ricerca di Multiplayer.it svolta da Euromedia Research, che analizza l’evoluzione del video giocatore negli ultimi 20 anni, facendoci per prima cosa scoprire che il giocatore attuale sfugge allo stereotipo. Il primo dato da portare a casa è che gli italiani sono un popolo di gamer: 8 italiani su 10 utilizzano i videogiochi.  La passione per il gaming travolge tutte le generazioni, uomini e donne di tutte le età, dai più giovani, appena maggiorenni, agli over 50: 8 italiani su 10 confermano di aver utilizzato i videogiochi almeno una volta negli ultimi sei mesi (81,4%), su diverse piattaforme (console, smartphone, tablet e pc). Inoltre, la ricerca sfata il luogo comune che vede il gaming essere una prerogativa prevalentemente maschile: il 75,1% delle donne intervistate si dichiara giocatrice assidua (il 41,8% si dedica ai videogame 2/3 volte alla settimana e quasi 1 donna su 3 gioca tutti i giorni).

Profilazione gamer

Videogamer appassionati

Sono “videogamer appassionati” coloro che giocano almeno due o tre volte alla settimana se non addirittura tutti i giorni. Una distinzione netta tra i due generi si nota relativamente alle piattaforme utilizzate: il 46,2% delle donne preferisce lo smartphone mentre 1 uomo su 3 è affezionato alla console fissa (PS4, Nintendo Wii, Xbox, etc.). Una polarizzazione simile si rileva anche tra le varie fasce d’età: lo smartphone è molto popolare tra gli over 40 mentre il 36,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni conferma la preferenza per la console. Si gioca da soli: la modalità di gioco preferita è infatti la single player (70,1%), che non prevede la possibilità di giocare con più persone né con lo stesso dispositivo né attraverso una connessione Internet. Indagando gli aspetti più emozionali, per oltre la metà dei giocatori più assidui (53,9%) il tempo dedicato ai videogame è vissuto come un momento di relax e di stacco dalla vita quotidiana ed è fonte di un senso di tranquillità. Dato particolarmente interessante si riscontra nella risposta data dal 54,2% degli intervistati nella fascia di età più giovane (dai 18 ai 24 anni) per i quali i videogame non provocano nessun effetto sull’umore, né in positivo né in negativo.

Videogamer occasionali

In Italia, solo il 13,9% degli intervistati si definisce un giocatore ‘occasionale’, ovvero colui che ha provato i videogame almeno una volta nella vita, ma non negli ultimi 6 mesi. Fanno parte di questo gruppo di intervistati gli “ex player” che da oltre 24 mesi non dedicano più tempo ai videogame (63,1%). La causa di questa interruzione è dovuta principalmente alla mancanza di tempo (44,1%, la percentuale si alza di molto se si considera solo la fascia dei gamer più giovani che la attestano come motivo principale nel 90% dei casi). Con l’aumentare dell’età gli intervistati motivano la loro scelta di non giocare più per l’assenza di divertimento (52,7% nella fascia 40-49 anni e 43,7% nella fascia d’età compresa tra i 50 e i 55 anni): un cambiamento di abitudini o una maniera diversa di rapportarsi con lo svago possono aver contribuito all’allontanamento di questi intervistati dai videogiochi. A cosa preferivano giocare i “videogamer occasionali”? La risposta varia molto a seconda del genere e dell’età: gli uomini preferivano di gran lunga i videogame a tema sportivo (lo dichiara il 53,8% degli intervistati), il calcio in primis; una percentuale che raggiunge il 90% tra coloro che hanno dai 18 ai 24 anni. Coloro che oggi hanno invece tra i 40 e i 55 anni sono stati dei grandi giocatori di solitario, il gioco più amato anche dalle donne, con una percentuale che raggiunge il 55,6% delle intervistate.

Mai videogiocatori

Non stupisce che si tratti di una categoria rappresentata solo dal 4,2% del totale degli intervistati. L’avversione completa al mondo dei video game viene motivata in maniera diversa dalle donne (non piacciono al 44,4% delle intervistate) e dagli uomini (il 45,4% di loro li considera una perdita di tempo). Gli aspetti che hanno segnato maggiormente l’evoluzione del mondo dei video giochi in questi anni sono principalmente legati alla tecnologia: una grafica sempre più d’effetto (28,4%), la possibilità di giocare online (18,4%) con connessioni onnipresenti sui vari dispositivi e la varietà di piattaforme (15,5%) sono state le risposte più ricorrenti degli intervistati. La principale fonte di informazione risulta essere ancora il proprio network di amici e familiari (18,3%) con i quali scambiarsi suggerimenti e news. In controtendenza i più giovani che per la maggior parte si informano attraverso i social network (34,4%) e i siti specializzati (16,7%) a tema videoludico.   Per un maggiore approfondimento della ricerca è possibile scaricarla gratuitamente  qui: Indagine-gamer-Multiplayer

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