Pet economy, Pinta è il primo cane al mondo su blockchain

Pinta è un bellissimo pastore australiano, inconsapevole del suo lato high-tech. Eppure è al momento la reginetta della blockchain. Già famosa su YouTube come protagonista del canale @QualaZampa di Irene Sofia, blogger ed istruttrice cinofila, da poche settimane Pinta è il primo cane al mondo ad essere stato registrato in blockchain. L’idea nasce proprio da Irene Sofia e da suo marito Marco Crotta – tra i massimi esperti italiani del settore blockchain – che hanno pensato di utilizzare e sperimentare le infinite possibilità di questa tecnologia per realizzare la prima anagrafe canina indipendente basata sulla blockchain, Fauna.life. La prima anagrafe i cui dati rimangono inalterabili nel tempo, hanno una data certa ed un proprietario/autore identificabile tramite firma digitale. I dati infatti sono “permissionless“ permettono di rendere disponibile ma non pubblica l’intera storia di ogni elemento inserito. Dalle origini agli sviluppi futuri. Questa caratteristica costituisce la migliore garanzia per far sì che quello che viene immesso nelle transazioni verificate corrisponda esattamente alla veridicità del dato.  

Quali sono i vantaggi?

A parte quello, importantissimo, di rappresentare una sorta di banco di prova per quello che potrebbe in futuro essere l’anagrafe umana su blockchain, questa iniziativa da un punto di vista del mondo cane e pet economy permette : ● unificazione dell’anagrafe canina a livello nazionale e potenzialmente internazionale; ● facilitazione degli spostamenti e delle adozioni tra Regioni diverse; ● ostacolo alla tratta dei cuccioli dall’Est Europa e contrasto al fenomeno del pet trade; ● possibilità di avere tutto l’albero genealogico degli animali di cui si hanno informazioni (es.adesso è molto difficile trovare i fratelli di una cucciolata e sapere per esempio se hanno avuto malattie simili); ● lega al microchip tutte le informazioni del pedigree; ● permette di allegare tutte le informazioni sanitarie; ● offre la possibilità di fare studi sulla trasmissibilità delle malattie genetiche ereditarie con accuratezza e su un campione molto vasto. Con Fauna.Life infatti finalmente ci sarebbe un collegamento tra il pedigree e il microchip. Ogni anno 200.000 cani sono iscritti all’ENCI e 8.000 gatti a diverse associazioni che rilasciano il pedigree. I libri genealogici sono proprietari, non si vi può accedere liberamente e molte informazioni utili vanno perse. Il progetto nasce per gestire l’anagrafe canina ma non è limitata ai soli cani e può essere applicata a qualsiasi animale identificabile tramite microchip o altro sistema identificativo. Ad esempio è possibile partire anche con l’anagrafe felina, per contrastare il randagismo e catalogare e studiare le colonie feline. I vantaggi della blockchain anche in ambito Pet sono dunque notevoli. Si tratta di una tecnologia semplice, efficace ed economica. Inoltre permette di mettere in rete tutte le informazioni sinora presenti. Possono inserire i dati infatti i proprietari di cani e gatti, ma allo stesso tempo anche i volontari dei canili e gattili, così come i veterinari e gli allevatori.  

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