Food sharing: con Regusto mangi bene, risparmi e sei più green

Bisogna metterci impegno oggigiorno (ed essere un po’ cretini)  per snobbare una serie di piccole cose che ognuno di noi può fare per la sostenibilità, dalle scelte sulla mobilità fino alle piccole attenzioni quando facciamo la spesa o acquistiamo un prodotto. E ci sono tante piccole cose che la tecnologia ci sta rendendo molto più facili. Prendiamo lo spreco alimentare: il food sharing, possibile in larga scala solo grazie alle app, è un fenomeno che in tanti posti nel mondo ha dimostrato di essere vincente. Anche in Italia esistono da tempo diverse app che permettono, ognuna a suo modo, di evitare lo spreco alimentare attraverso la condivisione: Last Minute Sotto Casa e MyFoody, per esempio, di cui abbiamo già parlato. E’ diventato un recente fenomeno Too Good To Go, l’app lanciata nel 2016 in Danimarca da un gruppo di waste warriors (così amano definirsi) con attitudine imprenditoriale e dilagata in Europa e varie parti del mondo, che permette di acquistare Magic Box  preparate da ristoranti, supermercati, hotel, panifici con prodotti in surplus.

In un mondo in cui un terzo del cibo prodotto per il consumo umano ogni anno – circa 1,3 miliardi di tonnellate – va perso o sprecato; in cui lo spreco pro capite da parte dei consumatori è compreso tra 95-115 kg all’anno in Europa e Nord America, contro i consumatori dell’Africa subsahariana, del sud e del sud-est asiatico, ciascuno dei quali butta via solo 6-11 kg all’anno; in cui la produzione di cibo contribuisce per circa l’8% al surriscaldamento globale; in tale contesto, dotarsi di strumenti che ci permettano di ridurre gli sprechi è davvero importante e può avere un grande, positivo impatto. La consapevolezza è la prima cosa, ma è ovvio che è lo strumento che cambia l’abitudine e rende efficiente un processo circolare che porta vantaggi a 360 gradi. Prendiamo Regusto, app promossa dall’omonima startup partita da Perugia, approdata poi a Roma, e arrivata ora anche a Milano: con Regusto la prevenzione e la riduzione dello spreco alimentare diventa un obiettivo comune per ristoratori e consumatori, i locali possono offrire a prezzi scontati i piatti che rischierebbero di essere sprecati ma possono anche preparare pietanze ad hoc da proporre nei giorni e agli orari di minor affluenza; i clienti possono trovare nell’app ottimi piatti, risparmiando dal 20 al 50% rispetto al prezzo di vendita indicato nel menu e possono scegliere cosa desiderano mangiare. Grazie alla geo-localizzazione, per gli utenti è facile trovare le offerte a portata di mano. Una volta selezionati i cibi che si preferisce mangiare e l’ora in cui ritirarli, si può pagare con carta di credito o debito direttamente dall’app. Al momento del ritiro i piatti acquistati vengono riposti nelle pratiche Regusto Bag, contenitori ecosostenibili perché realizzati con materiale compostabile, che innovano il concetto di asporto e diventano originali strumenti di sensibilizzazione. A Milano  sono già oltre 30 i locali – tra ristoranti, street food, bar, rosticcerie e pasticcerie, diversi dei quali piuttosto noti – che hanno deciso di unirsi a Regusto per dire no allo spreco alimentare, dai Navigli a Porta Nuova, dalla Stazione Centrale a Bicocca, sushi, piatti indiani e asiatici, pizza napoletana, panini, street food, pasticceria e cibi gluten free. Si può ordinare sin dall’ora di pranzo. Il vantaggio è evidente: per i ristoratori è un nuovo canale di vendita dell’invenduto inizialmente, ma anche un modo per farsi conoscere e rafforzare il ‘trust nel brand’,  posizionandosi come una realtà attenta alla sostenibilità; per le persone, poter risparmiare mangiando bene, e con la coscienza pulita; per il sistema economico è un impresa che spinge i consumi ma in un’ottica di circolarità e di ridistribuzione.

Paolo Rellini

“Lo spreco alimentare in Italia equivale a 15 miliardi di euro all’anno, quasi un punto del Pil nazionale. Regusto con la sua app e la sua piattaforma rappresenta una risposta contro questo scempio: per i ristoratori è un canale di vendita in più per gestire in modo più efficiente il ciclo di approvvigionamento e preparazione dei piatti; per i consumatori è un servizio che permette di mangiare bene a prezzi scontati e contribuire alla lotta allo spreco alimentare”, dice Paolo Rellini, co-founder di Regusto. Ma Regusto non si rivolge solo ai consumatori, perché è anche una piattaforma tecnologica di food sharing con finalità sociali. “La nostra innovativa piattaforma mette in rete le Pubbliche Amministrazioni, gli enti no-profit e i produttori e distributori di generi alimentari, per garantire una redistribuzione in tempo reale del cibo che altrimenti andrebbe buttato. Un modello di food sharing riconosciuto come innovativo a livello europeo e approfondito recentemente in una pubblicazione scientifica dedicata all’impatto della digitalizzazione sulla riduzione dello spreco alimentare”.

Il Comune di Narni, in provincia di Terni, è stato il primo a sperimentare e credere nella piattaforma Regusto, che utilizza da circa un anno, per destinare le eccedenze alimentari ai più bisognosi.  

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