EIT Digital e l’importanza dell’Intelligenza Artificiale

L’evento di Trento, ben moderato da Cristina Pozzi, Ceo e fondatrice di Impactscool nonché fresca di nomina quale consigliere indipendente di CDP Investimenti SGR (nomina giunta nella medesima tornata che ha visto anche Enrico Resmini diventare amministratore delegato di Invitalia Ventures SGR, vale a dire del Fondo Nazionale Innovazione che forse compie finalmente, a nove mesi dal suo primo annuncio, compie un passo importante verso la sua strutturazione come strumento per portare contributo all’ecosistema italiano delle imprese innovative), ha visto sviluppare il tema della intelligenza artificiale da vari punti di vista. Gian Mario Maggio, che ha guidato il nodo di Trento di EIT Digital per tre anni, ha ricordato i diversi motivi per cui l’organizzazione che fa capo alla Commissione Europea è oggi uno dei pilastri portati dell’infrastruttura del continente a supporto dello sviluppo delle nuove tecnologie sia quando si tratta di ricerca, sia di sostegno alle imprese, sia di formazione (i lettori di Startupbusiness conoscono bene EIT Digital che è spesso oggetto di articoli che pubblichiamo). Keynote speaker dell’evento Mattia Corbetta, che dopo avere terminato il suo incarico presso il ministero dello Sviluppo economico da cui ha seguito in prima linea nel 2012 tutte le fasi della formazione dello sviluppo della legge che ancora oggi governa il mondo delle startup innovative in Italia, è oggi in forze all’OECD lavorando come Policy Analyst presso il Trento Center for Local Development. Corbetta ha illustrato lo scenario di opportunità nascenti dalla relazione tra le tecnologie AI e il mondo delle piccole e medie imprese. Molto interessante il fatto che Corbetta abbia fatto anche il punto sul significato di Intelligenza Artificiale mettendo in luce le tre grandi categorie in cui si divide: Artificial Narrow Intelligence, quella che impara a compiere un task specifico che è quella oggi disponibile, Artificial General Intelligence, quella che sarà in grado di comportarsi come l’intelligenza umana ma che è ancora lontana dall’essere una realtà, come anche Reese descrive nel suo libro sopra citato, e la Artificial Super Intelligence, quella in grado di superare l’intelligenza umana ma qui siamo ancora ai limiti della fantascienza o delle ipotesi come quella della Singolarità di Raymond Kurzweil (qui un video se ne volete sapere di più ). Altro punto chiave dello scenario legato alla intelligenza artificiale e al suo sviluppo che Corbetta ha voluto toccare è quello relativo alla relazione tra chi sviluppa i sistemi di AI e i risultati che si otterranno (cd. bias, ndr.): se l’AI è sviluppata da uomini che vivono nei cosiddetti Paesi occidentali il risultato sarà diverso, così come è diverso se il processo coinvolge donne e persone di estrazione multietnica. Un tema su cui Corbetta si è soffermato, quello del gender gap, che ha ricordato come all’inizio della storia dell’informatica la maggior parte dei programmatori fossero donne e come oggi nei Paesi arabi una percentuale tra il 34 e il 57% di laureati in materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) sia donna, percentuale che in Europa si attesta a circa il 20%. Altro aspetto è il ruolo che i governi stanno avendo nel definire politiche e strategie relativamente all’AI. In particolare Corbetta segnala come già attive quelle di Francia partita a marzo 2018, Regno Unito ad aprile 2018 e Germania a novembre 2018 per quanto riguarda l’Europa, e poi Corea del Sud che è partita a marzo 2018, Stati Uniti a febbraio di quest’anno e India a giugno 2018. L’AI funziona, nell’accezione Artificial Narrow Intelligence è già applicata e perciò EIT Digital ha invitato imprenditori che la utilizzano per sviluppare le loro tecnologie e che raccontano come essa non solo sia importante ma consenta di aprire nuove frontiere. Gli esempi arrivano da Harri Santamala della finlandese Sensible 4 che sta sviluppando sistemi di guida autonoma capaci di operare anche in condizioni estreme. Santamala spiega infatti che in alcuni contesti i sistemi di guida autonoma attuali perdono la loro efficacia, “si pensi – dice – alla neve, al ghiaccio, alla nebbia, alla pioggia intensa che possono inibire l’efficace rilevamento da parte dei sensori che in alcuni casi possono anche andare in conflitto tra loro e poi vanno anche considerati ulteriori elementi come per esempio quelli della ‘driving culture’ che cambia da Paese a Paese, da città a città”. Tutti questi sono elementi che rappresentano forti variabilità e che vanno tenuti in considerazione se si desidera sviluppare sistemi di guida autonoma veramente efficaci. Giuseppe Giordano, fondatore e Ceo di Enerbrain, azienda che ha vinto il Premio Marzotto 2019 , ha sottolineato l’importanza dell’AI per lo smart building che significa non solo rendere gli edifici più efficienti, capaci di consumare meno energia e quindi inquinare meno, ma anche migliorare i livelli di confort agendo su temperatura e qualità dell’aria, aspetti particolarmente importanti soprattutto per i grandi edifici come centri commerciali, aeroporti, ospedali, scuole: “il comfort degli ambienti chiusi dove passiamo gran parte della nostra vita – dice – ha effetti diretti sia sulle abilità cognitive, sia sul comportamento delle persone”. Di Artificial Intelligence applicata alla sanità parla Baher Al Hakim che ha fondato Medicus.ai, società che ha sede a Vienna ed è già operativa in molti Paesi d’Europa e del Medio Oriente e presto sbarcherà anche in Italia. Egli mette in luce, anche qui, più che gli aspetti tecnologici, quelli che consentono di fare il passo successivo sulla strada che porta a realizzare servizi che sempre più migliorano la vita delle persone: “il nostro sistema impara da diverse fonti, dagli input dei medici ai risultati delle analisi e traduce i report medici in informazioni significative per i pazienti, lo chiamiamo medical reasoning engine e fornisce ai pazienti informazioni aggiornate, puntuali su ogni aspetto della loro salute”. Infine Daniele Grassi di Axyon.ai declina le applicazioni dell’intelligenza artificiale nell’ambito dei sistemi finanziari spaziando dalla gestione sempre più raffinata degli investimenti alla capacità di individuare in modo automatico comportamenti potenzialmente fraudolenti. Quando si parla di AI serve quindi avere consapevolezza di molti aspetti. Serve sapere che la intelligenza artificiale come la definiamo oggi è ben lontana da essere simile a quella umana, serve sapere che le applicazioni che ci sono fanno leva su sistemi tecnologici che imparano a fare bene poche cose, serve sapere che il processo di evoluzione di questa tecnologia è esponenziale e quindi farà progressi molto rapidamente, serve avere coscienza delle implicazioni sociali e culturali che avrà ed è perciò fondamentale fin da oggi seguirne le evoluzioni tecnologiche e applicative. Per conoscere l’evoluzione e tutte le implicazioni dell’intelligenza artificiale ti suggerisco il libro di Byron Reese ‘La Quarta Era’ per il quale ho scritto la prefazione all’edizione italiana di Franco Angeli. @emilabirascid

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