Cos’è il food-tech e quali startup italiane sono sul pezzo

Indice degli argomenti

Il food-tech, o FoodTech, l’espressione utilizzata per identificare una categoria di soluzioni innovative e startup che fanno leva su tecnologie digitali per la produzione, conservazione, lavorazione, confezionamento, controllo, distribuzione del cibo. Si usa con particolare riferimento al mondo startup, include il settore agricolo o agritech, lo sviluppo di tecnologie deep tech per la tracciabilità e la sicurezza alimentare, l’ideazione di nuovi macchinari industriali ma anche consumer, soluzioni per soddisfare nuovi modelli di consumo (ad esempio le proteine alternative), l’ideazione di nuovi prodotti alimentari, il packaging. From the farm to the fork, dall’azienda agricola alla forchetta, è l’espressione inglese che meglio rappresenta l’ampiezza dell’industria. food-technology, che cos'è il food tech  

Che cosa si intende con food-tech

Con il termine food-tech si indica l’applicazione di tecnologie avanzate e della scienza dei dati nella produzione, conservazione, distribuzione, consumo e sicurezza degli alimenti. Si tratta di un’ampia gamma di attività che vanno dall’utilizzo di macchinari automatizzati per la produzione di colture o di modelli di apprendimento automatico per prevedere i cambiamenti di qualità negli alimenti, fino all’ingegneria genetica per lo sviluppo di nuove varietà di animali e piante. Il settore comprende anche attività come lo sviluppo di frigoriferi intelligenti (connessi, automatizzati ed efficienti dal punto di vista energetico), la progettazione di nuovi prodotti alimentari, l’imballaggio e i sistemi di consegna che consentono un trasporto più rapido ai clienti. La tecnologia alimentare è un settore in continua evoluzione e la tecnologia contribuisce a creare soluzioni che migliorano l’efficienza e riducono gli sprechi nel settore. Ad esempio, l’uso di droni per il monitoraggio della salute e della produzione delle colture o di sensori per il controllo della sicurezza alimentare sta diventando sempre più comune. Inoltre, l’analisi dei big data ha permesso alle aziende di ottimizzare le loro operazioni, dalla gestione delle scorte alla segmentazione dei clienti. Infine, l’intelligenza artificiale (IA) sta svolgendo un ruolo importante nel settore, fornendo approfondimenti sul comportamento dei consumatori e sulla loro capacità di gestire le risorse in modo più efficiente. Tutti questi progressi contribuiscono a rendere l’industria alimentare più efficiente ed economica, migliorando al contempo la soddisfazione e la sicurezza dei clienti. Con la giusta tecnologia, le aziende possono assicurarsi di rimanere competitive in questo panorama in continua evoluzione.

Ecosistema food-tech in Italia

Il food-tech è un settore in cui l’Italia con la sua cultura alimentare, potrebbe esprimere molto. “LItalia è oggi uno dei punti di riferimento per il food-tech” ci avevano detto tempo fa in un’intervista Ivan Farneti e Niccolò Manzoni, due dei partner del fondo di venture capital Five Seasons Ventures, dedicato a imprenditori food-tech. Non è un caso che Deloitte abbia localizzato in Italia la sua FoodTech Accelerator Platform, ma non mancano altre iniziative di rilievo come l’acceleratore Plug and Play di Milano dedicato al Food&Beverage che lavora con grandi aziende come Barilla (con l’iniziativa Good Food Makers) ed Esselunga. Non mancano i corporate investor come Barilla (con il veicolo Blu1877), Amadori, Gallo, Lavazza, Cereal Docks; e gli investitori istituzionali, tra cui il sopra citato Five Seasons Ventures, P101, UnitedVentures, Innogest e CDP. Tra gli importanti e più evoluti punti di riferimento italiano (e non solo)  per chi vuole lavorare e creare impresa in ambito food-tech c’è il Future Food Institute, che svolge un importante ruolo di stimolo verso una cultura del cibo e della sua produzione più sostenibile e innovativa. Un’altra importante realtà è Edible Planet Ventures (nata sulla scia di Seeds&Chips), una piattaforma collaborativa nata per connettere player e influencer del settore con l’obiettivo di rivoluzionare il sistema alimentare in un’ottica di sostenibilità, anche attirando fondi per finanziare l’innovazione.

Gli investimenti nel food-tech in Italia

Secondo un report di Forward Fooding, i finanziamenti raccolti in Italia da aziende dell’AgriFoodTech pur essendo cresciuti costantemente dal 2013, similmente al resto d’Europa, con un CAGR del 63,5%, restano tuttavia molto più bassi sia per importo mediano investito che per complessivo numero di operazioni. In termini assoluti, il Paese presenta un importo mediano di 324.755 euro contro i 1.505.000 euro europei. Più precisamente, 11 milioni di euro rappresentano l’importo minimo di finanziamento raccolto necessario per essere per rientrare nel top 5% delle aziende in Italia, mentre lo stesso importo minimo si attesta a 38,2 milioni di euro in Europa. [infografica id=”119869″ class=”attachment-full infoImg infoImg-contain-width infoImg-contain-width-transform hide” alt=”evoluzione investimenti foodtech” ] Come numero di operazioni, contando le varie fasi di finanziamento, il report conta in Europa tra il 2018 e il 2021  938 operazioni, di cui 80 in Italia.Pre-seed, Seed e Serie A sono tra i round più numerosi, rappresentano il 51% di tutti i round in Italia e il 35% in Europa dal 2018. In particolare, i round Seed sono il tipo di round più ricorrente, rappresentando il 34% e il 17% del totale. 34% e 17% del totale, rispettivamente in Italia e in Europa. Nella bilancia totale degli investimenti (oltre 9 miliardi secondo i dati di DigitalFoodLab) pesano le operazioni milionarie come Everli in Italia che complessivamente ha raccolto 136,5 milioni di euro; e Gorillas, l’unicorno che ha raccolto 1,2 milioni (anche se adesso è in grande crisi). Gli investimenti degli ultimi anni sono andati soprattutto a startup della delivery, un settore che, al netto degli effetti della pandemia, sta cercando modelli di business sostenibili (tra cui il quick-commerce), come il caso Gorillas dimostra. [infografica id=”119870″ class=”attachment-full infoImg infoImg-contain-width infoImg-contain-width-transform hide” alt=”grafico investimenti foodtech” ]

Che problemi risolvono le startup food-tech

Il mondo del food-tech è oramai piuttosto variegato e l’evoluzione tecnologica ne permette un continuo ampliamento. Le startup food-tech, pertanto, vanno oramai a coprire l’intera catena del valore.  Può essere utile, quindi, suddividerle in base ai segmenti di mercato che servono o, ancora meglio, in base ai problemi che risolvono. Per esempio, DigitalFoodLab propone questa categorizzazione:

  • Clima: le startup che si occupano di nuovi input per l’agricoltura, proteine alternative, nuovi imballaggi o lotta allo spreco alimentare propongono risposte innovative per ridurre l’enorme impatto del nostro sistema alimentare sull’ambiente;
  • Salute: le startup che sviluppano prodotti migliori per il consumo (come alternative alle proteine animali ma anche agli additivi), soluzioni per l’accesso a pasti cucinati al momento, coaching e personalizzazione possono avere le chiavi per fermare l’aumento dei problemi di salute legati all’alimentazione e per aiutarci a vivere meglio e più a lungo;
  • Autonomia strategica: le startup che si occupano di agricoltura urbana, ottimizzazione delle colture e proteine alternative sviluppano risposte al desiderio di cibo più fresco e coltivato localmente. Sviluppano inoltre un nuovo modello alimentare che consentirà ad alcune aree di dipendere meno dalle importazioni di cibo.

In base a una suddivisione della value chain più tradizionale, possiamo individuare startup che si occupano di:

  • Agricoltura (AgTech)
  • Trasformazione (Food Science)
  • Distribuzione (Food service, Supply chain, Delivery)
  • Hardware (Elettrodomestici e pentole; ConsumerTech)

[infografica id=”119854″ class=”attachment-full infoImg infoImg-contain-width infoImg-contain-width-transform hide” alt=”value chain startup food-tech” ]  

Lista di startup food-tech italiane da tenere d’occhio

Negli ultimi anni le fuoriclasse del food-tech italiano per successo di mercato e investimenti ricevuti sono state: Everli, Cortilia e Tannico. Si tratta di realtà che operano tutte in ambito distribuzione, il segmento in cui d’altra parte si concentrano la maggior parte degli investimenti del food in Europa. Qui di seguito, abbiamo voluto realizzare una lista delle startup italiane del food-tech più focalizzata su agricoltura, produzione, next-gen food & drinks, tecnologie.

Agricolus, startup nel precision farming

startup-food-tech agricolus precision farming Agricolus opera nel settore del precision farming, offrendo diverse applicazioni in cloud ad agricoltori e agronomi, grazie alle quali questi professionisti potranno seguire il processo di produzione a 360° e prendere decisioni data-driven, riducendo i costi, migliorando e garantendo una maggiore qualità del prodotto agricolo, in un’ottica di sostenibilità. Intervista al Ceo di Agricolus Antonio Natale

Bella dentro, la startup che combatte lo spreco alimentare

Una startup della lotta allo spreco alimentare che commercia con store fisici e ecommerce. Ha creato una sua linea di trasformazione di prodotti ortofrutticoli scartati dalla normale filiera distributiva. Ha una missione antispreco ma anche di inclusione e impatto sociale: ha creato una rete di aziende agricole e organizzazioni di produttori in tutta Italia dalle quali acquistare direttamente e ad un prezzo equo, proprio quei prodotti che non gli vengono valorizzati dal mercato perché fuori standard. L’obbiettivo di Bella Dentro è quindi duplice: ridare il giusto valore ai prodotti ingiustamente scartati, reiserendoli nella value chain, e ridare il giusto valore al lavoro di chi li produce. 

BrunoCell, la startup che realizza carne da coltura

Brunocell è una società trentina che lavora sulla produzione di carne da coltura. La carne colturale è realizzata con cellule animali fatte moltiplicare in appositi contenitori (bioreattori) e quindi raccolte e consumate sotto forma di hamburger o altri prodotti simili. A differenza della carne tradizionale è sostenibile da un punto di vista ambientale e non comporta uccisione e maltrattamenti animali. La società si è data la missione di rendere questo tipo di produzione accessibile e sostenibile anche economicamente, in quanto il processo è fino a ora molto caro per il largo consumo.

Elaisian, la startup che produce olive con agricoltura di precisione

mano di una donna che utilizza un tablet per irrigazione Elaisian è una startup agritech che si dedica in particolare al settore della produzione di olive con lo scopo di promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore olivicolo attraverso lo sviluppo di un’agricoltura di precisione orientata alla salvaguardia degli ulivi. In particolare ha ideato un sistema basato su tecnologie IoT e algoritmi che previene le malattie degli ulivi e che ottimizza i processi della coltivazione come irrigazione e concimazione.

Emerge, la startup per l’esportazione dei cibo Made in Italy

Emerge ha sviluppato una piattaforma digitale che vuole favorire l’export dei prodotti italiani nel mondo, soprattutto quelli dei più piccoli produttori, mettendoli in contatto con buyer internazionali.

Evja, startup per l’agricoltura di precisione

Evja, Vincitrice di premi internazionali, questa piattaforma per l’agricoltura di precisione ha sviluppato OPI, un rivoluzionario SSD (Decision Support System) progettato per rendere più efficiente la potatura, l’irrigazione e la gestione delle piantagioni nelle multimiliardarie industrie della produzione di vino e delle serre. E’ stata anche accelerata dal Startupbootcamp Foodtech Accelerator di Roma.  

Foodchain, la startup che traccia la distribuzione di cibo con la blockchain

E’ una società che utilizza la tecnologia blockchain open source Quadrans per la gestione della filiera alimentare. Foodchain traccia i prodotti alimentari dall’origine fino al consumatore finale grazie a dispositivi IoT  che copre ogni fase della filiera dalla produzione alla logistica, fino alla distribuzione. Il controllo dell’intero processo e della qualità del prodotto avviene in tempo reale ed è condivisibile tra tutti gli attori della catena attraverso un computer o uno smartphone.

FoodEvolution, la startup che produce cibo vegano

E’ la prima azienda italiana (una specie di spin-off di Joy, azienda di prodotti vegani della famiglia Musaccchio) a produrre alternative vegetali alla carne attraverso un processo di estrusione a umido. Vende online e in negozi specializzati sul territorio italiano. E’ basata a Perugia, e la sua missione è far sì che il cibo sia motivo di sostentamento consapevole, ma senza rinunciare al gusto; mettendo al primo posto la salvaguardia della nostra salute, degli animali e del pianeta.

Free Green Nature, la startup che protegge i vigneti

Ha ideato  e realizzato interamente in ogni sua componente il robot Icaro X4, tutelato da brevetti Nazionali ed Internazionali. Questo robot, che poi è un rover, è dotato di un sistema per preservare i vigneti dagli attacchi da funghi e microorganismi, quindi Oidio, Peronospora, Botrite. Non è un sistema curativo, ma un sistema di prevenzione attiva, che contribuisce drasticamente alla riduzione o all’eliminazione dei fitofarmaci in agricoltura.

Hexagro Urban Farming

Hexagro ha sviluppato un sistema di coltivazione indoor innovativo, automatizzato, modulare e easy-to use. La soluzione è in grado di coltivare vegetali edibili (piante aromatiche, medicinali, spezie, piccoli frutti) senza bisogno di ampi spazi, installazioni complesse o terra fertile. La soluzione utilizza tecniche aeroponiche per produrre in modo salutare, veloce (5 volte di più rispetto alla coltivazione in campo) e risparmiando fino al 95% di acqua rispetto alle tecniche di coltivazione tradizionale.

Mashcream, la startup che prepara il gelato espresso

L’innovazione nel gelato passa da Mashcream, che ha ideato un innovativo processo di produzione che permette anche una nuova esperienza per il consumatore:  il gelato è preparato in maniera espressa direttamente di fronte agli occhi del cliente, che sceglie gli ingredienti personalizzando un gelato del tutto esclusivo. La produzione avviene attraverso una piastra refrigerata ad una temperatura di circa -25°C che permette di lavorare la base di gelato artigianale e made in Italy assieme agli ingredienti freschi (come frutta fresca, frutta secca, cerali, ecc..). Mashcream non necessita di un laboratorio di gelateria tradizionale, né di stock di prodotto già pronto e deperibile.

Mida+, la startup che produce il BurrOliva

BurrOliva (ex Cremolì) è il prodotto ideato (e brevettato) da Mida+, frutto della tecnologia messa a punto dall’impresa per offrire un grasso solido a base olio di oliva senza idrogenazione, senza mono e digliceridi, senza allergeni, conservanti, colesterolo e a basso contenuto di grassi saturi. Può essere un’alternativa a burro, olio di palma, margarina e altri oli a basso valore nutrizionale (cocco, riso, colza, etc.). BurrOliva conserva le proprietà nutritive dell’olio d’oliva, è adatto al mondo salutistico e vegano oggi in grande espansione e offre anche caratteristiche ottime sotto il profilo del gusto, della plasticità e della digeribilità.

Planet Farms, la startup vertical farm

Due amici milanesi, Luca e Daniele, percorsi differenti, uno nella tecnologia di produzione alimentare, l’altro nella finanza si ritrovano per costruire un business guidato da uno scopo più grande, sostenibile, entusiasmante: il vertical farming.
Planet Farms è nata dalla loro passione condivisa e dalla missione di rivoluzionare l’agricoltura tradizionale e di aiutare il mondo a crescere. Attualmente è tra le più grandi vertical farm d’Europa e ha avviato il processo di internazionalizzazione.

ReOlì, la startup che produce il burro con solo olio di oliva

Startup italiana che ha ideato il prodotto alimentare ReOlì, una crema di oliva (simile al precedente BurrOliva), completamente vegetale, ottenuta mediante un processo produttivo innovativo, che permette di conservare e rendere stabili, per la prima volta, le proprietà nutrizionali e salutistiche dell’olio EVO (Extra Vergine d’Oliva) in forma solida. Il prodotto è l’alternativa vegan a burro, margarine, olio di palma, ecc.

Sfera agricola, la startup che coltiva con serra idroponica

Sfera è una startup agritech italiana che ha ideato una la serra high-tech idroponica più avanzata d’Italia per la produzione di ortaggi all’insegna della trasparenza, sicurezza e sostenibilità economica e ambientale. La startup utilizza la tecnica idroponica che permette la riduzione fino al 90% di acqua  rispetto alla coltivazione a terra e con una resa superiore di addirittura 10 volte. La coltivazione idroponica permette non solo di ottenere produttività 10 volte maggiore rispetto ai metodi tradizionali e destagionalizzazione, ma un consumo idrico drasticamente inferiore,  qualità organolettiche più elevate, produzione costante ed affidabile durante tutto l’anno e utilizzo di suolo non conveniente per altre coltivazioni.

Soul-K, la startup che ha inventato il cloud del food

Soul-K  produce prodotti alimentari evoluti collaborando con i maggiori brand della ristorazione e della Gdo nazionale e internazionale. Con i suoi tool digitali proprietari, abbinati agli ingredienti freschi semilavorati che produce, permette ai professionisti della ristorazione di usufruire del food-as-a-service, ovvero di passare da una classica impostazione on-premise, quindi: possesso, gestione, manutenzione, costi fissi, a una on-demand: ciò che serve, quando serve, come serve, sempre fresco, garantito e aggiornato, premiando flessibilità e scalabilità. Una rivoluzione simile a ciò che i servizi cloud e la decentralizzazione digitale hanno già portato nei processi aziendali.

Vita Meals (ex FeatFood), la startup della corretta nutrizione

Feat Food è la startup di tecnologia alimentare che si è specializzata nella creazione e consegna a domicilio di pasti bilanciati e personalizzati grazie all’intelligenza artificiale e al machine learning. Lo studio del menu è affidato ad algoritmi che individuano la combinazione migliore di alimenti e la quota di calorie necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di forma del consumatore, poi il team prepara i piatti, che vengono consegnati nel giorno indicato dall’utente: tutti i pasti si conservano per 10 giorni, consentendo di seguire una dieta bilanciata di settimana in settimana. Da marzo 2022 la startup ha operato un rebranding del marchio commerciale diventato appunto Vita Meals.  

Wenda, la startup che monitora lo stato di conservazione degli alimenti

Wenda è una piattaforma di food integrity tracking, ovvero è una soluzione innovativa per garantire la conservazione di tutte le caratteristiche organolettiche del vino in tutte le diverse situazioni di trasporto e stoccaggio. La sua tecnologia integrata consiste di un’ App per tablet e smartphone, di un device elettronico e su una Web Platform. Il device è collocato sul collo della bottiglia o all’interno di un unità logistica (box/pallet/container) e monitora i dati di temperatura, luce ed inclinazione, memorizzandoli al suo interno. L’applicazione rende disponibili sia i dati di conservazione che contenuti di marketing e comunicazione preimpostati sulla piattaforma. Su quest’ultima, per mezzo della App, vengono trasferiti i dati registrati dai sensori a bordo del device, con la creazione di grafici di andamento relativi ai vari periodi storici monitorati.

Xnext, la startup che rileva gli alimenti contaminati

Xnext è una startup innovativa che ha sviluppato la tecnologia XSpectra, una nuova generazione di ‘raggi x’ che identifica in tempo reale contaminanti e difetti oggi non rilevabili nei controlli in linea di produzione di cibi e altri prodotti. XSpectra è la più innovativa tecnologia spettroscopica real time mai realizzata: analizza le caratteristiche chimico-fisiche dei materiali esaminati e identifica materiali organici e non come plastiche, ossa, legno, insetti, agenti contaminanti (ad es. tossine), esplosivi e precursori.

Vuoi segnalarci una startup food-tech? Scrivici a [email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Iscriviti alla newsletter