Millennial e lavoro, ecco il quadro secondo Deloitte

La trasformazione digitale esplica uno dei suoi più dirompenti impatti nel mondo del lavoro che si sta velocemente trasformando, modificando modelli lavorativi e contratti, professioni, competenze richieste, organizzazione del lavoro, cultura del lavoro e aspettative. Tra i principali problemi che si fronteggiano oggi c’è il cosiddetto ‘digital gap’, ovvero la distanza tra le competenze che le aziende cercano e quelle effettivamente possedute da chi cerca lavoro, un problema che ha riportato in primissimo piano il tema della formazione. Un’ altra, più sottile, questione riguarda le aspettative e la soddisfazione del popolo dei lavoratori, specialmente quelli Millennial. Un tema, questo, che riguarda il livello individuale sul piano della gratificazione e della felicità, ma che si riflette sulle organizzazioni aziendali, perché ai giovani Millennial non basta più avere il posto di lavoro: cercano la loro soddisfazione, non solo economica, ci tengono a fare il lavoro che a loro piace e per un’azienda che a loro piace, di cui condividono la cultura e l’etica. Sono consapevoli che solo la formazione continua può aiutarli e cercano un’azienda che si prenda cura dei propri dipendenti. E’ un cambiamento molto importante per il mondo dei lavoratori di cui le organizzazioni devono tener conto se vogliono attrarre talenti. Una recente indagine di Deloitte, 2018 Deloitte Millennial Survey – Millennials disappointed in business, unprepared for Industry 4.0, scende nel dettaglio grazie a una survey condotta in tutto il mondo che mette in luce la percezione da parte degli intervistati (10,455 Millennial e 1,844 Gen Z) del mondo del lavoro e le sue nuove sfide, ad esempio se si sentono pronti rispetto all’Industria 4.0. Il quadro che ne emerge è quella di una generazione che non si sente per niente a suo agio e fiduciosa rispetto al futuro. In una società sempre più complessa, e con l’Industria 4.0 che guida profondi cambiamenti, molti Millennial mostrano un forte desiderio di rassicurazione. Si sentono pessimisti circa le prospettive di progresso politico e sociale, rispetto alla sicurezza, all’uguaglianza sociale e alla sostenibilità ambientale. I giovani lavoratori ritengono che le imprese dovrebbero preoccuparsi di avere un impatto positivo nel mondo, essere più etiche e innovative, tenere in maggiore considerazione gli interessi dei lavoratori, la diversità di genere, l’inclusione sociale, oltre che i propri profitti; ma la loro esperienza diretta è quella di datori di lavoro che privilegiano i profitti rispetto ai lavoratori, alla società e all’ambiente. Si sentono poco preparati per l’industria 4.0 e sono pertanto attratti da esperienze professionali che includono formazione e possibilità di migliorare le proprie competenze. La buona notizia è che i Millennials (molti dei quali sono oramai oltre i trenta anni) stanno cominciando ad assumere posizioni di alto livello, in cui possono portare la propria cultura, il proprio modo di pensare, per affrontare le sfide della società. E’ possibile scaricare il report qui.   

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